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W. o Witte.-Note e altre osservazioni dell'illustre dantofilo tedesco nella elegante edizione della Vita Nuova, ricorretta coll'ajuto di testi a penna ed illustrata, Leipzig, Brockhaus, 1876, in 16. Le annotazioni a piè di pagg. sono di due sorta: le une recano le varianti delle stampe e dei codd., alcuni dei quali per la prima volta consultati (come quello già posseduto dal W. stesso, ed ora della Bibliot. di Strasburgo), le altre illustrano e spiegano gli intendimenti del testo.

Serafini.

- Il Canzoniere di Dante Alighieri, con commento di Panfilo Serafini, Firenze, Barbèra, 1883, in 16. Pubblicazione postuma, a cura. di Ettore Marcucci.

Todeschini.

Rajna.

Scritti su Dante di Giuseppe Todeschini, raccolti da Bartolommeo Bressan, Vicenza, Burato, 1872, 2 vol. in 16. Importante raccolta postuma, della quale il vol. 2.o da pag. 1 a 105 contiene leOsservazioni critiche sul testo della Vita Nuova pubblicato in Livorno nel 1843 da Alessandro Torri.

Con questo nome designamo le osservazioni sulle varianti del testo, che abbiamo tratte dalla nostra prima edizione della V. N., Pisa, Nistri, 1872, in 4.0

Carducci.

Note che dobbiamo all' amicizia del prof. Giosuè Carducci, e che comparveró la prima volta nella citata edizione nostra del 1872.

CODICI

a) Cod. fior. riccard. n.o 1050. metà del secolo XIV e metà del xv.
b) Cod. fiorent. magliabech. già strozziano, VI, 143, del sec. XIV
c) Cod. fiorent. magliabech. già strozziano, VII, 187, del sec. xv.
d) Cod. magliab. già della SS. Annunziata, 1267, B, 2, del sec. xv.

e) Cod. fiorent. magliabech. VII. 1103 del sec. xv.

f) Cod. romano chigiano L. V, 176 del sec. xv, già del Corbinelli, poi di Fe

rigo Ubaldini, indi di Papa Alessandro VII.

LA BEATRICE DI DANTE

STUDIO

il piacere della sua beltate, Partendo sè dalla nostra veduta, Divenne spirital bellezza grande

Che per lo cielo spande

Luce d'amor.

Canz, Quantunque volte.

Vostra apprensiva da esser verace

Tragge intenzione, e dentro a voi la spiega,

Si che l'animo ad essa volger face.

E se, rivolto, in ver di lei si piega

Quel piegare è amor.

Purg. XVIII, 22.

... vostro ingegno

... solo da sensato apprende

Ciò che fa poscia d'intelletto degno

Parad. IV, 40.

Sempre lo litterale (senso) dee andare innanzi, siccome
quello nella cui sentenza gli altri sono inchiusi, e
senza lo quale sarebbe impossibile e irrazionale
intendere agli altri; e massimamente all' allegorico
è impossibile, perocchè in ciascuna cosa che ha 'l
di dentro e 'l di fuori, è impossibile venire al di
dentro, se prima non si viene al di fuori.
Convito II, 1.

Prima significatio qua voces significant res, pertinet ad primum sensum, qui est historicus vel liter alis. Ea vera significatio, qua res significatae per voces iterum res alias significant, dicitur sensus spiritualis vel mysticus, qui super literalem fundatur, et eum supponit.

S. THOMAS.

I.

L'amore di Dante per Beatrice, e la celebrazione di questo nome nelle Liriche e nella Commedia hanno da lungo tempo porto argomento a molte dispute sulla natura dei sentimenti dal poeta significati, e dato luogo a molte disquisizioni circa la reale esistenza della donna a cui le rime sono consecrate. Or siffatto subbietto, rilevantissimo alla retta intelligenza della poesia dantesca, parmi opportuno ed utile nuovamente trattare in questo volume, nel quale appunto il poeta ci narra la storia degli anni suoi giovanili: e investigare se vi riferisca fatti realmente avvenuti, o, sotto velo di umani affetti e di umani sentimenti, celi egli ed adombri casi e sensi di altra natura e di diversa significazione.

E invero, secondo la opinione di molti, anche autorevoli, commentatori e critici, la Beatrice di Dante non sarebbe donna vera e reale, ma appellativo di una eccelsa Virtù, alla quale l'Alighieri prestava poetico omaggio e della quale intellettualmente era invaghito. Quindi, a loro giudizio, la Vita Nuova sarebbe tutta quanta una allegoria, da interpetrarsi col sussidio del Convito principalmente: l'oggetto dell'amore di Dante fu, non una fanciulla fiorentina, ma la Sapienza, od altro essere astratto: la parola Amore starebbe in luogo del vocabolo Studio, o di qualsiasi altra sollecitudine dell'animo o dell'ingegno: la subita sollevazione degli spiriti vitale, animale e naturale alla vista di Beatrice, varrebbe a significare i contrasti che si provano nell' accingersi a difficile

impresa: il saluto verrebbe a dire i conforti e gl'inviti a perseverare: e per le diverse donne che con l'amata si accompagnano, si dovrebbero intendere le discipline, che della Virtù vagheggiata sono amiche ed ancelle: infine, nella morte del padre di Beatrice si potrebbe credere essersi da Dante voluta raffigurare la morte del maestro, di quel Brunetto Latini che a lui giovanetto insegnò come l'uom si eterna, od altro accidente della sua vita interiore.

Tali concetti sopra la Beatrice di Dante furono forse per la prima volta sistematicamente esposti dal Canonico Anton Maria Biscioni (1), il quale tuttavia protesta di esser stato mosso a negare la veracità dell'amore di Dante, dallo zelo sempre avuto verso il buon nome di questo sovrano autore, descritto come negli amori profani solamente avviluppato. Difficile riuscirà certamente ad ogni animo gentile comprendere in qual modo potrebbe rimanere offeso il buon nome dell' Alighieri, quand' anco a lettera si intendesse cotesta sua poesia erotica, così scevra d'ogni affetto men che casto e d'ogni men che pura espressione. Ma, con ingenuità patriarcale, soggiunge il Biscioni: chi poi per avventura avesse alcuna parzialità per la Bice Portinari, sappia ch'io con tutto questo ragionamento non ho inteso di arrecare pregiudizio veruno a quella gentilissima donna, confessandosi pure da me ch'ella sia stata in questo mondo dotata di ragguardevoli prerogative, e fors' anco ben conosciuta e praticata da Dante per la vicinità delle loro abitazioni; ma solamente ho preteso mostrare che dalle opere di esso Dante e dalle ragioni addotte si deduce che la nostra Beatrice non sia colei nè altra donna, ma una donna ideale a bello studio dal poeta inventata. Così il buon Canonico, coi debiti riguardi e senza maligna intenzione di arrecar pregiudizio, non potendo risolutamente negare la storica esistenza di Beatrice, raffigura in lei soltanto una vicina di Dante che questi poteva, forse, aver veduta ad una finestra od incontrata per via,

(1) Prose di Dante ecc., Firenze, 1723.

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