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chiaro la provenienza, e dalle contumelie ed ingiurie difendere gli Angeli Comneni, che ne furono li riformatori, quibus Costantiniani Ordinis machinam tribuit Maffejus et nebulones, mangones, impostores veteratores vasto oris hiatu vocat ebbe comodo pazienza, e decisa volontà di scorrere ed esaminare le storie, e gli annali greci e latini, e li più accreditati scrittori greci, de' quali sempre porta nel greco idioma li racconti, e le autorità, e compilare una dotta non meno che erudita difesa. Egli esaminò diplomi, chirografi, lettere, documenti bolle pontificie, moti propri di papi; nulla lasciò d'innosservato per dare le più opportune, adequate risposte alle accuse, e li dovuti schiarimenti, onde vendicare le offese fatte alla giustizia, all' urbanità alla verità ; per in somma ridurre a quel solo vero, che conoscere non si voleva e certamente poi oscurare. Quest' uomo del cui lavoro scrisse l'editore dirigendosi ai suoi leggitori, in questi periodi: - Benevole lector dicendi genus minus expolitum ne fastidias; accuratiorem enim in rerum examine, quam in ambitioso verborum delectu fuisse decuit. Bullas, diplomata, instrumenta, epistolas, chirographos, chartas, reliquaque documenta, quae passim in epistolis citata sunt, edere non licuit, cum nec explorandi mihi potestas fuerit, non poteva che somministrarmi quanto doveva fornirmi di quelle prove, che conobbi potere vieppiù convalidare la da me abbracciata e difesa opinione. Da un tal fonte ho attinto l' esposto. Può egli non esser accolto da chi cerca nei secoli molto discosti da noi quella miglior luce che ci conduca possibilmente allo scoprimento di una verità dal

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la tradizion sostenuta, e protetta da non poche autorità?

Questo è in fine quanto ho creduto di non doversi da me trascurare dietro alla lettura della difesa fatta di un dotto anonimo L. M. diretta al nobile e chiarissimo V. C. I. R., e quindi sotto all' occhio esporlo dei miei leggitori a conferma di quanto scrissi in addietro con animo di cercare, e seguire la verità. Ingenui et simplicis animi est veritatem sequi, et fateri, quae nec contradictionum libidine detorquenda, nec complacendi obsequio ́est operienda –.

NOTE

A

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So che fu contrastata da molti una tale miracolosa apparizione, e so che il protestante Gian-AIberto Fabrizio pensò potersi per virtù di naturali cagioni configurare in aria la Croce, se nel cielo si formino vari parelii aventi il sole nel mezzo o che lo stesso pianeta da rugiadoso alone attorniato (1) con la splendida luce segni in alcun modo una croce e per confermare il grande teorema che dai parelii siasi figurata la Croce Costantiniana, tre ne rapporta tratti dall' Hevelio, dal Buscingio, e dalle Transazioni Anglicane, (2) li quali così bene rappresentan la Croce come le stelle nelle mappe astronomiche assomigliano l'Ariete, il Toro, il Capricorno. Così quelli che vedere non vogliono ciò che da altri si vede , veg

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(1) I parelii altro non sono, che immagini del sole apparenti, e non colorite nelle nubi, come cadendo l'opposta luce solare in terso specchio, o in cristallo largo, vediamo е nello specchio ingenuo, e nelle acque pingersi il sole: così, ferendo i raggi solari in nuvoletta leggiera, equabile e rugiadosa, un' immagine al sole somigliante ne formano, che ne imita mirabil. mente la figura, la luce, e la grandezza. L'alone poi è un'area rotonda che intorno al sole o alla luna risplende, secondo 1'Hugenio, il più delle volte di quarantacinque gradi di diametro, e talvolta ancora tocca i novanta : ma questa è tutta attorno irrorata di equabile luce.

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(2) Bib. Grae. L. V. P. 2 c. 3 pag. 20 fig. 1 g. 4.

· Ma

gon poi essi ciò che non è, come ne'suoi parelii accadde a Fabrizio, che fece addivenire l'ottica, e l'astronomia co'suoi parelii architettrice della Croce Costantiniana. Ma questa opinione fu ben dileguata e combattuta da molti, come nella sua dotta ed erudita dissertazione riporta l'abate Gian-Batista Toderini - La Costantiniana apparizione della Croce - e con nuove ragioni lo prova sino al convincimento; e così ben difende l'Eusebiano racconto, che mi piace di qui riportare. lo stesso imperatore vittorioso (dice Eusebio lib. 1. della vita di Costantino cap: 28 ) avendolo a noi, che questa storia scriviamo, dopo lunga stagione narrato quando cioè venimmo nella familiarità di lui, con giuramenti affermando che così era, chi potrà dubitare di dar credenza al racconto dalla seguente vittoria mirabilmente avverato? - Nelle ore del mezzodì, calando il sole all'occaso, affermò Costantino di avere co'propri occhi veduto il trionfo della Croce formato di luce, e soprastante al sole con questa iscrizione - In questo vincerai - A tanta visione furono d'altissima meraviglia compresi l'imperatore, e i soldati tutti che accompagnavanlo in viaggio, e videro il celestiale prodigio.

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Socrate poi, e Filostorgio (1) fra gli antichi, che erano eretici, ricordano ne' loro scritti l'apparizione della Croce. Il primo, che molto non fu da Costantino lontano, lasciò questo splendido monumento:- Mentre stava nella deliberazione sospeso, ecco, che facendo co'suoi soldati viaggio, gli apparve una maravigliosa

(1) L. 1. T. c. 2.

visione, e non esplicabile per parole. Imperciocchè nelle ore del mezzodì, quando il giorno al vespro volge, una colonna di luce vide nel cielo a maniera di Croce, cui erano inscritte queste parole:- In questo vinci. A tale prodigio da subita meraviglia preso l'imperatore, nè abbastanza ai propri occhi credendo, a quelli che stavano presenti addimandò, se essi ancora quel segno avesser mirato, i quali testificando di aver pure lo stesso veduto, confermossi l'imperatore della divina e meravigliosa visione -. Il secondo, di Capadocia, che non è di un secolo lontano da Socrate, concorda con Eusebio di Palestina e con Socrate di Costantinopoli. Non tantum, ( così il Baronio ) verba Eusebii recte perpensa significant, sed qui interfuit, Herrenius miles testatus est. - E vaglia poi a maggiore testimonianza di questa apparizione l'epigrafe costantiniana, che il suddetto Eusebio ci conservò, e le medaglie, che più ancora ci parlano del celestiale prodigio. Serbasi tuttora nel chiarissimo museo dei Pisani di Venezia un nobile e rarissimo medaglione (1), in cui vedesi nel diritto l'imperatore velato il capo, come era degli antichi costume nell' entrare ai divini misteri, nel rovescio il monogramma di Cristo con sopra una stella, e attorno il celebre motto allusivo alla costantiniana apparizione: - In hoc signo vinc. medaglione, che fu bensì controverso, ma che poscia dietro a scrupolosi esami del sig. Zanetti Bibliot. dell' illustre biblioteca ducale veneta, e di altro dotto letterato, fu dimostrato vero e genuino. Costanzo suo figliuolo, conservar volendo del miracolo la rimembran

(1) Numismatica aenea max. moduli selectiora ex museo Pisano elim Corario. Tab. LXXXI.

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