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Ei le risponde: O anima pensosa,

Questi è uno spiritel nuovo d'amore,
Che reca innanzi a me li suoi desiri;
E la sua vita, e tutto il suo valore,
Mosse dagli occhi di quella pietosa,
Che si turbava de' nostri martiri.

Ora in detta Divisione il Poeta espone: In questo sonetto fo due parti di me, secondo che li miei pensieri erano in due divisi. L'una parte chiamo cuore, cioè l'appetito; l'altra anima, cioè la ragione; e dico come l'uno dice all' altro. E che degno sia chiamare l'appetito cuore e la ragione anima, assai è manifesto a coloro, a cui mi piace che ciò sia aperto. Vero è che nel precedente sonetto io fo la parte del cuore contro a quella degli occhi, e ciò pare contrario di quel ch' io dico nel presente. E però dico, che anche ivi il cuore intendo per l'appetito, perocchè maggior desiderio era il mio ancora di ricordarmi della gentilissima donna mia, che di vedere costei, avvegnachè alcuno appetito ne avessi già ma leggier paresse: onde appare che l'uno detto non è contrario all'altro. Questo sonetto ha tre parti: nella prima comincio a dire a questa donna come lo mio desi-, derio si volge tutto verso lei; nella seconda dico come l'anima, cioè la ragione, dice al cuore, cioè all'appetito; nella terza dico come le risponde. La seconda comincia quivi: L'anima dice; la terza quivi: Ei le risponde. Nel testo, al luogo che stiamo sponendo, per anima hassi a intendere il pensiero accompagnato di consentimento. Con che s'intende dire il generale pensiero col consentimento; che è tanto quanto la parte razionale dell' anima; perocchè, come abbiamo veduto, il consentimento è prodotto insieme della ragione e della volontà; e il pensiero è atto razionale. CONVITO, 2. 8. Il pensiero è proprio atto della ragione, perchè le bestie non pensano, che non

l'hanno; e non dico pur delle minori bestie, ma di quelle che hanno apparenza umana, e spirito di pecora o d'altra bestia abbominevole. L' anima s'intende, come detto è nel precedente capitolo, per lo general pensiero col consentimento.

Quando però diciamo che amore signoreggia l'anima dell'uomo, se l'amore è divino s'intende la sola parte razionale dell'anima; se l'amore è terreno ed onesto s'intende l'anima sensitiva con partecipazione e predominio della ragione.

Amando Dio, l'anima si fa sua sposa; perchè diventa con lui una cosa sola: fu si tosto a lui disposata. CoмMEDIA, Parad. 3. 100. Perchè sino al morir si vegghi e dorma Con quello sposo ch'ogni voto accetta, Che caritade al suo piacer conforma. Il consentimento è anche detto beneplacito, che forse meglio esprime il compiacimento con che l'anima tutta si rende alla cosa appetibile. E il Poeta quasi personifica questo beneplacito, il quale è l'ultima ossia decisiva sentenza della mente là dove parla del suo secondo amore, che fu a madonna Filosofia. CONVITO, 2. 2. Gli spiriti degli occhi miei a lei si fero massimamente amici, e così fatto dentro me poi fero tale che il mio beneplacito fu contento a disposarsi a quella immagine.

Qui è buono notare differenza nel generarsi del primo e del secondo amore. Il primo amore del Poeta, che è questo di che si ragiona, nacque subitamente e signoreggiò l'anima quasi in quel punto medesimo che la facoltà apprensiva porse all'anima l'immagine, oppure l'idea dell'oggetto piacente; il secondo amore del Poeta, che fu a madonna Filosofia, venne su a poco a poco, e non ebbe potere di vincere e dominare l'anima tutta, se non dopo molto contrasto. CONVITO, ivi. Convenne prima che questo nuovo amore diventasse perfetto; molta

battaglia intra il pensiero del suo nutrimento e quello che gli era contrario, il quale per quella gloriosa Beatrice tenea ancora la rocca della mia mente. Perocchè l'uno era soccorso dalla parte della vista continuamente, e l'altro dalla parte della memoria di dietro; e il soccorso dinanzi ciascuno di crescea, che far non potea l'altro, contrario a quello che impediva in alcun modo di dare in dietro il volto. È anche buono avvertire che il desiderio che avea Dante di madonna Filosofia signoreggiava intera l'anima sua, prima ancora che l'anima prestasse il consentimento, ma in questo caso il signoreggiare si ha in senso di possanza, sgradita se non tirannica; perocchè è il pensiero, ma non è amore, che qui signoreggia l'anima ed è pensiero che signoreggia contro voglia. CONVITO, 2. Canz. Voi che intendendo ecc. Stan. 2. Or apparisce chi lo fa fuggire, - E signoreggia me di tal virtute, Che il cuor ne trema sì che fuori appare. Ivi, 2. 8. Quando dico: Or apparisce chi lo fa fuggire, narro la radice dell' altra diversità, dicendo siccome questo pensiero di sopra suole esser vita di me, così un altro apparisce, che fa quello cessare. Dico fuggire, per mostrare quello essere contrario, chè naturalmente l'uno contrario fugge l'altro e quello che fugge, mostra per difetto di virtù fuggire. E dico che questo pensiero che di nuovo apparisce, è poderoso in prendere me, e in vincere l'anima tutta, dicendo che esca signoreggia sì che il cuore, cioè il mio dentro trema, e il mio difuori lo mostra in alcuna nuova sembianza.

Molte volte il Poeta intende amore per lo suo signore e talvolta chiama anche suo signore la verità. V. N. §. IX. Lo dolcissimo signore, il quale mi signoreggiava per virtù della gentilissima donna. CONVITO, 4. 2. Quando dico: E cominciando chiamɔ quel Signore, chiamo la verità che sia meco, la quale è quel signore

che negli occhi, cioè nelle dimostrazioni della filosofia dimora: e ben è signore, chè a lei disposatà l'anima è donna, e altrimenti è serva fuori d'ogni libertà.

Fu tosto a lui disposata. A ciò risponde quello che Amore dice a Dante nella V. N. §. XII.: Voglio che tu dica certe parole per rima, nelle quali tu comprenda la forza ch'io tengo sovra te per lei, e come tu fosti suo tostamente dalla tua puerizia. E nella Ballata che viene ivi appresso: Tosto fu nostro e mai non s'è smagato. Smagato, probabilmente ha parentela col tedesco schmachten, venir meno, languire; l'opposto di Macht, forza.

Per contrario, dal primo apparimento di madonna Filosofia a Dante, all'innamorare ch'egli fece veramente di lei passarono circa trenta mesi. CONVITO, 2. 13. Cominciai ad andare là ov'ella si mostrava veracemente, cioè nelle scuole de' religiosi e alle disputazioni de' filosofanti; sicchè in picciol tempo, forse di trenta mesi, cominciai tanto a sentire della sua dolcezza, che 'l suo amore cacciava e distruggeva ogni altro pensiero; per che io, sentendomi levare dal pensiero del primo amore alla virtù di questo, quasi meravigliandomi, apersi la bocca nel parlare della proposta canzone, mostrando la mia condizione sotto figura di altre cose. La quale Canzone è appunto la suddetta che comincia: Voi che intendendo,

ecc.

D'allora innanzi: s'intende più e meno estesamente; cioè o s'intende tutto il tempo trascorso da quel punto fino all'ora che fu scritta la Vita Nuova; ovvero s'intende un periodo di tempo più breve non determinato. Amore signoreggiò l'anima del Poeta in modo da averne il pensiero col consentimento dall'istante che gli fu vista Beatrice in poi, e finchè visse; ma prima ch'egli dettasse la Vita Nuova il suo pensiero col consentimento aveva fatto passaggio da Beatrice alla donna gentile, ch'è madonna

Filosofia. Beatrice ebbe per alcun tempo il pensiero col consentimento, ma più tardi non n'ebbe che il solo pensiero. Amore da quel punto signoreggiò bensì sempre l'anima di Dante, ma trasmutandosi d'uno in altro oggetto. Però il pensiero di Beatrice non morì mai, con tutto che l'anima non fosse più tutta per lei. Dante restò sempre col desiderio della Pietà anche quando il suo affetto era tutto alla Sapienza. Pure innamorato della donna gentile, egli non ha mai cessato di lodare Beatrice. Egli cantò Beatrice, dal punto che la conobbe fino a che terminò di scrivere la Divina Commedia, che è quanto dire fino all'estremo della vita sua. COMMEDIA, Parad. 30. 28. Dal primo giorno ch' io vidi il suo viso In questa vita, insino a questa vista, - Non è il seguire al mio cantare preciso.

Se il prendere signoria sopra l'anima, e il prendere signoria sull'essere di Dante fosse la stessa cosa, sarebbe bastato il dire: D' allora innanzi amore cominciò a prendere sopra me tanta sicurtade e tanta signoria, ecc. Ma il Poeta volle dire che amore dominò da quel punto in poi l'anima sua, senza esprimere se sempre per Beatrice o anche per altra donna ; e volle eziandio far sapere che da quello stesso punto amore incominciò a dominarlo in modo che gli conveniva fare compiutamente tutti i suoi piaceri. Cominciò, ma non continuò. L'amore ora per Beatrice, ora per la donna gentile fu in lui senza tregua; ma l'amore per Beatrice fu solamente dal principio e pel corso di alcuni anni tanto vigoroso da condurlo ad adempiere interamente tutte le voglie di esso amore. Passato certo periodo di tempo, l'amore per Beatrice viveva sì ancora, e dominava ancora l'anima del Poeta, ma non era così fedele come prima, cioè non l'induceva più a fare compiutamente tutti i suoi piaceri; che vuol dire che l'amore per Beatrice s'era andato allentando

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