La divina commedia, 2. cilt

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Tipografia Liturgica di S. Giovanni, 1894

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Sayfa 383 - E quella anima che tutte queste potenze comprende, e perfettissima di tutte l'altre, è l'anima umana, la quale con la nobilitade de la potenza ultima, cioè ragione, participa de la divina natura a guisa di sempiterna intelligenzia; però che l'anima è tanto in quella sovrana potenza nobilitata e dinudata da materia, che la divina luce, come in angelo, raggia in quella: e però è l'uomo divino animale da li filosofi chiamato.
Sayfa 89 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Sayfa 44 - Veneris nurus; sed me magna deum genetrix his detinet oris. iamque vale et nati serva communis amorem.' haec ubi dicta dedit, lacrimantem et multa volentem 790 dicere deseruit, tenuisque recessit in auras. ter conatus ibi collo dare bracchia circum ; ter frustra comprensa manus effugit imago, par levibus ventis volucrique simillima somno.
Sayfa 380 - Lo maggior don che Dio per sua larghezza Fesse creando, e alla sua bontate Più conformato, e quel ch...
Sayfa 55 - Genti v' eran con occhi tardi e gravi, Di grande autorità ne' lor sembianti : Parlavan rado, con voci soavi.
Sayfa 474 - Italia e, per ammenda, vittima fé di Curradino; e poi ripinse al ciel Tommaso, per ammenda. " Tempo vegg' io, non molto dopo ancoi, che tragge un altro Carlo fuor di Francia, per far conoscer meglio e sé e suoi.
Sayfa 31 - È la radice tua da quegli aspetti Che la prima cagion non veggion tota! E voi, mortali, tenetevi stretti A giudicar; che noi, che Dio vedemo, Non conosciamo ancor tutti gli eletti. a Ed enne dolce cosi fatto scemo, Perché il ben nostro in questo ben s' affina , Che quel che vuole Dio e noi volemo.
Sayfa 148 - L'antiche leggi, e furon si civili, Fecero al viver bene un picciol cenno Verso di te, che fai tanto sottili Provvedimenti, che a mezzo novembre Non giunge quel che tu d'ottobre fili.
Sayfa 234 - D' intagli sì, che non pur Policreto, Ma la natura lì avrebbe scorno. L' angel che venne in terra col decreto Della molt' anni lagrimata pace, Che aperse il ciel dal suo lungo divieto, Dinanzi a noi pareva sì verace Quivi intagliato in un atto soave, Che non sembiava imagine che tace. Giurato si saria ch' ei dicesse : Ave ; Perocchè ivi era immaginata quella, Che ad aprir 1
Sayfa 719 - O isplendor di viva luce eterna ! Chi pallido si fece sotto l'ombra Si di Parnaso, o bevve in sua cisterna, Che non paresse aver la mente ingombra Tentando a render te qual tu paresti Là dove armonizzando il ciel t'adombra, Quando nell'aere aperto ti solvesti?

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