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Per il che a me pare, come ho detto, che non sia già da temere che questa provincia, mentre si sta così divisa, sia per fare deliberatamente impresa alcuna contro altro principe o stato o popolo esterno, ma ben si può credere che tra loro stessi Germani possa prima nascere qualche grande e confusa guerra, che porti rovina estrema di città, paesi e genti d'ogni qualità e condizione, dalla qual poi molti pericoli ne potriano venire alli altri. E il primo sarà che, movendosi l'arme contro loro stessi, se la parte delli eretici superasse distruggendo e saccheggiando le altre, potrian farsi tanto insolenti li vincitori, che volesser poi imponer leggi ancora alli paesi vicini, soggiogarli ed astringerli a viver al lor modo; la quale intenzione si è veduta espressa nelli Svizzeri Zuingliani, che non solamente hanno tentato d' astringere li cantoni cattolici con l'armi a farsi della setta loro, ma volevano ancora, tanta era la loro arroganza, che il duca di Savoja fosse forzato d'ammettere li predicatori nel paese suo. E del medesimo ho parimente sentito dubitar l'ambasciatore del re cristianissimo, che ora si ritrova presso la maestà cesarea, uomo prudente e savio molto, che avessero a fare qualche volta forse il medesimo nelli paesi di Francia loro vicini; ma il Signor Iddio ha voluto che tutto loro succeda in contrario. Che se per mala ventura fosse seguito che li cantoni cattolici avessero consentito alla prava volontà di coloro e si fossero congiunti con loro, o fossero restati vinti, era certamente non poco da temere che non s'avriano contenuti nei loro confini, ma averiano fatto qualche innondazione altrove: nè l'Italia era sicura che tal rovina non si potesse ancora scaricare sopra di lei, vedendosi specialmente molte delle terre imperiali

d'Alemagna luterane congiunte fra loro, e forse tutti li principi di questa setta avere intelligenza insieme.

Sarebbe ancora pericolo non piccolo, che, come nelli antichi tempi è più volte accaduto, la parte scacciata, qualunque fosse, essendo priva della propria patria e cose sue, fosse astretta a cercar nuovi paesi, e privarne li abitatori proprj, saccheggiandoli e scacciandoli dalle case loro, o incomodandoli per collocarsi o soli o seco in quelle. Ma finalmente maggior pericolo rebbe se si facesse nuova sollevazione onde li villani e li popoli trovassero qualche principe capo loro che li conducesse, instruisse nella milizia, e gli desse li istrumenti bellici delli quali son privi; il qual pericolo, benchè prima nocesse al corpo proprio, come già fece, nondimeno li vicini non sariano sicuri che nel tempo medesimo, o poco di poi, non avessero in varj modi a provar ancor loro il somigliante.

Per tal cagione, principe serenissimo e signori eccellentissimi, sommamente mi par che sia da lodare lo studio, la cura e la diligenza dei padri e maggiori nostri con la quale hanno sempre tenuta purgata la terra propria e tutto lo stato loro di tal peste, non permettendo che alcuno che non fosse di laudata dottrina predicasse alli popoli delle cose della fede, e scacciando e castigando quelli che cercassero di far nuove sette o seminar parole, che potessero scandalizzar l'animo di qualcuno contro Dio e contro lo stato e dominio presente. E non meno sono da laudare le signorie vostre eccellentissime, se seguendo le vestigia delli loro maggiori procurano con ogni studio e diligenza il medesimo, non solamente scacciando o non permettendo questi tali, ma divietando ancora tutti li scritti loro, perchè ve

ramente questi ancora non possono se non nuocere assai, che occultamente almeno infettano li animi di molti li quali ogni dì si fanno peggiori, e con li esempi cattivi e con le parole ancora dette in occulto vanno infettando altri tutto il giorno, sì che come fuoco che è stato sopito un tempo può andar così occultamente serpendo, che un giorno poi alla sprovveduta susciti un incendio tale che in un tratto comprenda il tutto, nè si possa poi, quando si volesse, estinguere.

Nè è da credere che questa peste tocchi alla religion sola, la qual però sopra ogn' altra cosa è da procurarsi da ogni buon cristiano che si conservi pura ed illesa, nè si confonda con nuove eresie, e specialmente per questa eccellentissima repubblica che è nata cristiana, e s' ha sempre fin qui conservata monda da ogni macchia; ma è da avvertire che non meno tende a distruzione d'ogni dominio, dando a poco a poco alli popoli ogni licenza: li quali come hanno cominciato pur un poco a sprezzar le leggi per qualche licenza concessagli, non vogliono più sentire il freno, ma prendendolo con li denti, o gettandolo, trasportano a mal suo grado il governator loro, o lo precipitano e conculcano facendo di lui gravi ed intollerabili strazj, come per tal cagione è incontrato in molte terre d'Alemagna, che li popoli, deposti li nobili o li cittadini antichi governatori del dominio, ed in esso posto sartori, calzolari ed altri artefici tali, questi ogni dì con la plebe si fecero più insolenti, e conculcando ogni legge e antico buono ordine, tutto secondo il favor loro disposero con una estrema confusione di vivere.

Ora tornando alla considerazione dell'altre cose di sopra dette, e di quanto io dalli trattamenti conclusi

ed espediti, e dalli ordini già dati in gran parte da questi due principi ho potuto comprendere, mi pare che si possa ragionevolmente discorrere delle forze che si possono aspettare sì da mare come da terra da questi due principi contro tanti apparati turcheschi che si sentono, e dirne con assai fondamento qualche cosa; il che credo che dalle signorie vostre eccellentissime sopra ogn'altra cosa forse ora s'aspetti d' intendere '.

Sono dunque in questo proposito da considerare le forze si proprie loro in qualunque modo, come esterne che aspettano di altronde. Le proprie loro chiamo così quelle che avranno di gente pagata delli proprj denari, come quelle che gli saranno somministrate dalli sudditi loro. Esterne poi chiamo veramente quelle che sono per avere da esterni amici e loro confederati, come dalli principi e stati d'Alemagna, dal pontefice, o da altro principe o stato amico.

E cominciando dalle forze di mare, la maestà dell'imperatore si ritrova avere al presente armate di proprio quindici galere del principe Doria, due del signore di Monaco, sei del regno di Sicilia, e due del regno di Napoli. Appresso ha in Spagna armate dodici galere, quali tiene di continuo per custodia e sicurtà di quelle sue marine dall' infestazione di Barbarossa e altri corsari; nè queste dodici par che si pensi muovere di là per altre imprese. Ma oltre le dette del Doria, Monaco, Sicilia e Napoli che sono in tutto venticinque (non avendo ora il modo di potere armare per sè altre galere) ha deliberato di armare appresso fino a quaranta

E ragionevolmente, perchè a quell'ora già si sapeva essersi mosso Solimano con trecento mila uomini alla volta dell' Ungheria, di dove poi Carlo V, comandando in persona l'esercito, lo costrinse ben presto a ritirarsi.

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navi, delle quali può avere quanta copia vuole; e già per tale effetto spedì, innanzi al partir mio da Ratisbona, messer Erasmo Doria e messer Giovanni Reni, nostro cittadino veneziano, ma già gran tempo servitore del re cattolico, e sempre adoperato dall'uno e dall' altro in tali espedizioni, ambi li quali mandò con tal ordine a Genova.

Oltre di questa armata di galere e navi proprie, la santità del pontefice gli aggiunge ancora dodici galere, e il gran maestro della religione di san Giovanni cinque, che fariano in tutto galere quarantadue e navi quaranta. E se Barbarossa congiungesse le sue forze con l'armata turchesca, medesimamente sua maestà farà venire le dodici galere di Spagna e le congiungerà col resto dell' armala sua, sì che in quel caso averìa cinquantaquattro galere ben armate e ben finite.

Da terra sua maestà ha sempre detto che vuol pagare trenta mila fanti de' suoi denari tra le genti italiane e spagnuole, e altre che voleva far d'Alemagna, per le quali intertiene li capitani già da molte settimane.

Afferma ancora che oltre quattro compagnie che ha seco delle sue genti d'arme condotte di Fiandra di cavalli seicento, vuol condurre di nuovo cavalli quattro mila borgognoni e cavalli leggieri italiani due mila '; nè gli manca per ora il modo di far questa spesa, perchè oltre quel milione di scudi ch'io dissi nella prima parte del parlar mio 3, può ritrovarsi ancora in mano qualche buona somma delle pensioni toccate fino ad ora

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'Del numeroso parentado di Andrea.

Il codice N.° IV dice sette mila, ma preferisco la lezione dell'altro che è più corretto.

3 Vedi a pag. 58.

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