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La Celtica è terminata da tramontana dai dui medesimi fiumi, Sequana e Matrona; da levante dal Reno e dal Rodano; da mezzo dì dalla Garonna e Narbonese; da ponente dall' Oceano: le provincie sono l'altra parte di Normandia, la Bretagna, Angiou, Tourena, Berri, Poitou, Limosin, Zantogna, parte di Linguadoca, Lionese, Svizzeri e la Bressa, che è del duca di Savoia. Le terre nobili sono in Bretagna Vanes, che sono Veneti, Renes e Nantes; in Tourena Tours; Orleans e Burges in Berri; Poitiers in Poitou; Limoges in Limosin; Zaintes in Zantogna; Lion in Lionese, e Tolosa in Linguadoca, che supera tutte le altre della Celtica di grandezza, popolo e ricchezza. Questa parte ha tre nobilissimi fiumi: Loira, alias Ligeris, che vien dall'Avergna, passa per Nevers, Orleans, Blois, Ambuosa, Tours, Nantes, e va nell'Oceano; la Sona, alias Araris, che passa per mezzo la Borgogna, ed appresso Lione entra nel Rodano, che va nel Mediterraneo appresso Marsilia; e l'Alier che viene pure di Avergna.

In li paesi sopradetti nascono grani assai, oltra il loro bisogno, per servir altri paesi, e massimamente la Spagna, quando i re sono amici.

Di Linguadoca si tranno guadi (garance) assai, li quali loro chiamano pastelli, vini e lane in buona quantità, qualche zafferano e delli olii; di modo che in quel paese si conducono ori assai per la causa delle dette merci.

In Tolosa è un ginnasio in iure, il secondo di reputazione dopo Parigi; in Poitiers uno, in Orleans uno,

in Burges uno, tutti in iure; ed in Mompelier uno in medicina, e chirurgia. In Tolosa è un consiglio di cinquanta consiglieri.

Di Linguadoca è governatore il gran maestro ';d'Avergna è il duca d'Albania *; della Borgogna è l'ammiraglio 3.

L'Aquitania è terminata per tramontana e parte di levante dalla Garonna; per levante e mezzo dì dai Pirenei; e per ponente dall' Oceano, dove sono due provincie, Guienna e Guascogna.

In Guienna è Bordeos, città nobilissima, nella bocca della Garonna, di dove si mandano vini assai in Anglia, e pastelli in diversi luoghi. A Bordeos è un parlamento di quaranta consiglieri. Governatore è il re di Navarra 4.

La Narbonese è terminata verso tramontana dal Rodano, e dagli altri termini della Celtica; per levante dalle Alpi, che dividono la Gallia Transalpina dall'Italia; da mezzo dì ha il mar Mediterraneo; da ponente la Garonna, e gli altri termini della Celtica. In queste parti sono due provincie e parte della Linguadoca, nella quale è Narbona, Carcassona e Nimes. Le due provincie sono Provenza e Delfinato. Nella Provenza è Marsilia ed Aix, e quivi è un parlamento di trenta consiglieri; governatore è il conte di Tenda 5. Nel Delfinato è Avignon,

Anna di Montmorency, che fu poi contestabile.

2 Giovanni Stuardo figlio di un fratello di Giacomo III di Scozia. Nacque in Francia ove il padre suo erasi stabilito, e servì sempre gl'interessi di que sta sua seconda patria.

3 Filippo di Brion-Chabot, il quale pochi anni dopo, per gelosia del favore da lui goduto appresso il re, accusato dal contestabile di gravissime colpe, fu imprigionato e condannato a enormi pene; dalle quali benchè poi il re lo assolvesse, dice Brantome che per dolore della ricevuta sentenza fu tratto a morte il giugno 1543.

4 Enrico II d'Albret, l'ultimo della sua stirpe, al quale per gli sponsali contratti colla sua figlia Giovanna, successe Antonio di Borbone figlio del d..ca Carlo di Vandome, e padre di Enrico IV.

Claudio di Savoja, figlio di Renato, co te di Tenda per ragione del ma

Santo Spirito, Valenza, Vienna, e Granoble; e quivi è un parlamento di cinquanta consiglieri, e governatore è monsignor di San Polo'. Queste due provincie sono poco fertili.

Avendo parlato di quelle qualità della Francia che mi sono parse necessarie, dirò dell'animo di questo re cristianissimo verso e contra li principi cristiani ed infedeli, e massime di quelli che più importano, e conseguentemente verso vostra serenità.

Il re cristianissimo tien buon conto di questo papa 2, perchè sua santità con sua maestà fa professione d'esser neutrale fra lui e Cesare, e però con questo mezzo il pontefice si tien fuora della lega del 15323; con che pare al re cristianissimo aver guadagnato assai. Di tutti i

trimonio con Anna creditiera di Tenda e Ventimiglia, il padre della quale fece dono allo sposo, in quella occasione, di tutti gli stati suoi. Il conte Renato fu figliuolo naturale di Filippo Senzaterra fratello del duca Amedeo IX di Savoja, legittimato nel 1500 dal duca Filiberto il Bello figliuolo legittimo dello stesso Filippo e di Margherita di Borbone, ma poi per odio della moglie di detto Filiberto, obbligato a ricoverarsi in Francia presso Luisa di Savoja, figlia legittima essa pure di Filippo e di Margherita, maritata al conte d'Angolemme cugino germano di Luigi XII. Di questa duchessa d'Angolemme nacque, come è noto, Francesco I re di Francia, del quale per conseguenza il conte Renato, contemplata la sua legittimazione, fu zio, e il conte Claudio, del quale in questo luogo si discorre, nipote. Il conte Claudio succedette nel governo di Provenza al padre suo, morto nella battaglia di Pavia, e fn lodato di molta tolleranza religiosa.

Francesco di Borbone conte di San Paolo. Condusse molto indecorosamente le guerre del 1528 e 29 in Italia.

2 Alessandro Farnese, cletto papa il 12 ottobre 1534 sotto il nome di Paolo III.

3 Allude alla lega difensiva contro la Francia stretta nel secondo convegno di Bologna tra Carlo V, e Clemente VII insieme ai principi e repubbliche italiane, tranne Venezia ; lega la quale peraltro lo stesso Clemente VII si vantava coi cardinali francesi dover piuttosto tornare in favore che in danno del loro re, perchè, diceva egli « quel ch'io ho fatto per l'imperatore sono state a due righe sopra un foglio di carta, mentre egli in questa fiducia ha levato « dall'Italia un esercito ».

I

pontefici sua maestà si contenterà se saranno neutrali, essendo le cose nei termini che sono. Ha molti cardinali amici, i quali si concilia con molti benefizii ecclesiastici; e desidera aver questo merito con ciascun pontefice, che non possa essere eletto alcuno che non riconosca il pontificato in gran parte da lui. E a questo proposito dico, che la denominazione che quel re ha, l'ha molto maggiore di quella che aveva per avanti, perchè ha dicci arcivescovadi da nominare, ottantadue vescovadi, cinquecento ventisette abbazie, e priorati e canonicati infiniti. Questa denominazione gli dà una grandissima servitù ed obedienza de' prelati e laici, per il desiderio che loro hanno de' benefizii, e per il modo che tiene il re nel conferirli. Ed a questo modo non solamente sodisfà ai suoi sudditi largamente, ma ancora si concilia assai forastieri. E però molti cardinali tengono de' suoi agenti a quella corte, per dar nuove al re cristianissimo da ogni parte.

Sua maestà ha fatto con il pontefice quel medesimo officio che fece con vostra serenità, d'offrire le forze per difensione di sua santità e dello stato suo, ogni volta che lui fosse perturbato da Cesare. Il quale non ha mai risposto altro, per quello che io sappia, se non rendendogli grazie; e che, occorrendo il bisogno, si servirebbe delle sue amorevoli offerte, ma che ora non ha bisogno, e non crede che sua maestà cesarea sia per dargli alcuno disturbo. Quel re cristianissimo fa professione di essere ottimo cristiano, e per tale si è dimostrato in que

Vale facoltà di nominare ai benefizj

2 Questa facoltà di nominare ai benefizj fu riconosciuta a Francesco I da Leone X nel concordato di Bologna (1515) in correspettività della assoluzione che il re a lui concedeva dall' impegno contratto colla chiesa Gallicana di convocare i concilj decennali.

sti movimenti de' luterani, ch' hanno infetto quasi tutta la Francia, perchè il re ha fatto usare grandissima severità. Nel principio tutti quelli ch' erano trovati in delitto, s'abbrugiavano ', e tutti li loro beni erano confiscati. Dopo mitigorno assai la pena, perciochè non punivano col fuoco che i sacramentarii; che sapendo, come sua maestà m' ha detto, che Cesare in Fiandra aveva sospeso ogni esecuzione di morte contro questi eretici, ha anche egli concesso che contra ogni sorte di eretici si proceda come avanti, ma citra mortem, eccetto i sacramentarii. Nondimeno sua maestà serva amicizia più stretta che può con tutti questi principi elettori luterani, non per altra ragione che per sostenerli nemici di Cesare. Nelle trattazioni che ha avuto con il re d'Anglia, ha sempre eccettuato le cose della religione, quantunque fosse molto combattuto. Quando egli vuol danaro dal clero (che nel tempo della mia legazione ha avuto in due volte cinque decime), la prima cosa ha chiesta licenza al pontefice; il quale se gli ha posto difficoltà, ha fatto ridurre tutti li prelati obbedienti, e si è fatto offerire quello che intendeva avere sotto nome di dono gratuito per la difensione del regno, facendo prima offerire li cardinali, il che è facile per le sue denominazioni. E cava da ogni decima duecento mila ducati.

Questo re, ha posto la pratica di accordo fra lui e Cesare in sua santità. Il rispetto mò che ha sua mac

« Dit-on que François a été le premier qui a montré le chemin de ces « brûlements » (Brantôme)

• Così chiamaronsi i seguaci di Carlostad e di Zuinglio, che negavano la presenza reale di Cristo nell' Eucarestia. Di questa setta fu, come è noto, Calvino.

3 Nè Paolo III vi si negò, il quale dopo molte trattative preliminari venne

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