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Svizzeri vuole. Dalla parte mò di Fiandra, ha il duca di Ghelder il quale può sempre fare fanti settemila.

Ha poi artiglieria assai d'ogni sorte in ordine; poichè, oltra l'altra, io ho veduto una banda di artiglierie fatte nuovamente in Parigi, di cento doppi cannoni e colubrine, e sono d'un metallo più tenero del nostro e per conseguente non così frangibile. E gli mettono per questa causa manco metallo; che rende due beneficii: l'uno che costano manco, e l'altro che si conducono più comodamente e con minore spesa. Laonde giudico che in un mese e mezzo alla più lunga, potria mettere insieme un esercito di due mila lancie, tre mila cavalli leggieri, diciotto mila fanti, Francesi, Guasconi, Piccardi, di Chiampagna e del Delfinato, sedici mila Germani, e cinque mila Svizzeri, perchè non ne vuole più, e cinque mila Italiani', che parimenti più non ne vuole; che in somma fariano fanti quarantotto mila. Vero è che, volendo far la guerra ancora in Fiandra, se bene avesse dell' altre legioni, ed avesse li sette mila del duca di Ghelder, e concorressero ancora gl' Inglesi, credo bisogneria ne desse di questo numero de' quarantotto mila.

Da mare ha trenta galere, delle quali ventisei solamente sono all'ordine, e le altre quattro si metteriano presto all'ordine. Sono sforzate; ma non hanno reputazione di essere molto buone. Costano al re cristianissimo scudi quattrocento l' una il mese, dando il re li sforzati: i capitani mettono le galere, e tutte le altre spese. In Normandia ha in porto di Grasse quella sua gran nave di gran portada, la quale ha sopra sessanta pezzi di artiglieria, come dicono; de'quali trenta sono di metallo,

Le compagnie degli emigrati italiani condotte da Renzo di Ceri, 2 Ossia armate di galeotti o sforzati.

e sono doppi cannoni e colubrine. Ha cinque galeazze fra vecchie e nuove; e sono più corte delle nostre galere grosse, più alte, e più larghe, di due coperte e di due ordini di remi, uno per coperta; gl'interiori sono lunghi piedi ventiquattro; li superiori trentasei. Ma poco giovano, che non ponno servire se non a voltare, e guadagnare un cavo, e cose simili. Portano artiglieria in gran numero. Ha ancora quattro galeoni.

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Ha egli certamente molte belle fortezze, e le ha fatte riparare delle pene de'maleficii, che si applicano al re. Il quale, oltra il poter dell'armi, ha ancora danari ed obbedienza. Dico che sua maestà ha d'entrata doi milioni e mezzo, ordinaria. Dico per l'ordinario, perchè s'egli vuole accrescer le taglie a' suoi popoli, quanto grandi angarie egli metta, tanto gli pagano senz'alcuna replica. Ma a questo proposito dirò che i contadini, sopra a' quali è il sforzo delle angarie, sono molto poveri, di sorta che ogni aggravamento che gli desse di più, saria insopportabile. Ma in questa materia è da intendere un'altra cosa: che, quantunque si dica che il re cristianissimo ha grande obbedienza in tutto il suo regno, nondimeno questa proposizione è vera e falsa: vera perchè a quelli ch'è solito metter taglie, ne può metter quante ne vuole; è falsa, perchè nissun gentiluomo di tutta la Francia paga angaria alcuna non solamente de' beni feudali, ma di quelli ancora che acquistano, purchè loro li facciano lavorare. Item, quasi niuna delle terre principali della Francia paga angarie, esenzione che hanno avuto dai re per tempora: come è Parigi, Roano, Amiens, Lion, Loches, Blois, Dijon, Châlons, Vienna, Nevers, Narbona, Tolosa, e tutte l'altre. Ben è vero ch'alcune volte il re domanda un dono. Che se il re potesse mettere le taglie

ordinarie ed accrescerle a' gentiluomini ed alle terre esenti, cresceria le sue entrate grandissimamente. L'entrata sua di doi milioni e mezzo d'oro è, che trae di Normandia (che è il suo più util paese) scudi cinquecento mila; di Linguadoca (che contiene molt' altri luoghi paesi ), quatrocento cinquanta mila; di Bretagna, scudi duecento cinquanta mila; di Piccardia, cencinquanta mila; di Chiampagna, cento mila; di Borgogna, cento mila: del Delfinato e Lionese, cento mila; di Provenza, ducento mila; di Borbonese, cinquanta mila. Vi sono poi le utilità causali, che sono confiscazioni per delitti, eresie, officii che vacano, forestieri che muojono senza erede, che giungono alla somma di scudi duecento mila. Delle quali è fatto un ordine al presente, che più per un tempo non si possano donare, ma che tutto si venda e si accumoli. Questi si solevano douare, e con esse gratificare i signori gentiluomini e tutti li servitori del re. Sono tante queste utilità casuali, che tre anni continui hanno con esse pagate tutte le pensioni ordinarie, eccettuando quelle d'Inghilterra, Svizzeri e Germani. Vi è ancora il sale, i boschi, e alcune entrate che sono proprie del re, che si dimandano del dominio, le quali sono ora più ora meno, secondo che il re dona, e che quelli a chi dona muojono. Tutte adunque, in somma, arrivano a doi milioni

e mezzo.

La spesa sua è tale: Prima, duemila lancie; metto,

per il conto migliore, scudi l'anno duecento mila. Gli arcieri, scudi cencinquanta mila. L'armata maritima di galere trenta, a ragione di quattrocento scudi al mese, circa scudi cencinquanta mila. L'armata di Normandia gli costa scudi sessanta mila. Le pensioni d'Inghilterra, cento mila; de' Svizzeri, scudi sessanta mila; de' Germani non

si sa; la pensione a' prencipi e gentiluomini, condottieri e capitani si mette scudi duecento mila, computando gli officiali suoi: perchè il duca di Ghelder ha scudi cinque mila; monsignor di Vandomo, il re di Navarra, la regina di Navarra, il duca di Lorena, hanno scudi dodici mila per ciascuno; mousignor di S. Paolo, Ghisa, il gran maestro, l'ammiraglio, Boisy, il marescial di Marsilia, Aubigny, madama di Vandomo, madama di Nevers, Aluigi monsignor di Nevers, hanno scudi cinquemila all'anno per uno. Mettono per artiglierie e monizioni scudi venti mila all'anno. Il re ha poi duecento gentiluomini della casa che servono per ordine, che hanno duecento scudi all'anno, che fanno scudi quaranta mila. Ha poi quattrocento quaranta arcieri alla guardia sua, che hanno scudi cinquanta per ciascuno, con altre utilità di cavalli e paggi, che arrivano a scudi ottanta l'anno per uno, che fa la somma di scudi trentacinque mila. Ha cento Svizzeri che hanno scudi cinquanta l'uno, che fa la somma di cinque mila all'anno. Si mette in fabbriche private scudi venticinque mila all'anno, ed altrettanto in publiche. Ed è ragionevole '; perchè quando il re fa una fabbrica o pubblica o privata, si mettono soprastanti ufficiali provvisionati di casa de' signori che governano, li quali più non si cassano. E quinci avviene che niuna incominciata mai si finisce.

La caccia e venazion sua si mette valergli scudi quaranta mila; la scuderia, scudi venti mila. Per li piaceri minuti, nelli quali entra ancora la compra di gioje, e massime diamanti, e presenti pubblici che si fanno a da

■ Ragionevole, vale qui: non può spendere meno poste le cose così come sono. Non loda, ma narra. (Tommaseo)

me di corte, ai quali sono deputati scudi novantasei mila, ne spende cento mila, e cencinquanta mila. Ed in ciò il re non ha modo alcuno. Le carrette e muli che seguitano la corte, si mettono scudi dieci mila. Sono poi spese di lettere, corrieri e presenti d'oratori, che montano circa a scudi dieci mila all'anno. Vi sono poi i salarii di centoventi consiglieri del parlamento di Parigi, cinquanta di Tolosa, quaranta di Roano, trenta di Borgogna, trenta di Granoble, trenta d' Aix in Provenza, venti del gran consiglio; che fanno il numero di trecento venti: a scudi duecento per uno, fanno in tutto scudi sessantaquattro mila: e con i presidenti che hanno scudi seicento per uno, fanno il numero di scudi settanta mila. Vi sono poi le spese del vestire del re e della regina, figliuoli e figliuole: e così del viver loro, che montano forse a scudi settecento mila, se ben loro dicono più; di guisa che si salvano l'anno di tutte le intrate circa scudi quattrocento mila, se ben dicono che il re ne salva diciotto mila scudi il quartiere, che sarian soli scudi settantadue mila.

Questo re cristianissimo ha tre figliuoli maschi: il delfino che si chiama Francesco, il duca d'Orliens, e monsignor d' Angolem. Ha due figliuole: madama Maddalena e madama Margherita.

Il delfino è di età di anni venti, ed è di complessione melanconica, e dedito a opere manuali e alle armi. Dimostra di amar Italiani e odiare Spaguuoli, perchè dice tener memoria della sua prigionia e dei mali portamenti fattigli. Egli vorria per moglie la figliuola del re d' Inghilterra, Madama Maria figliuola di madama Caterina; ma non vi è ordine che questo matrimonio succeda, stante il matrimonio del re in questa

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