Sayfadaki görseller
PDF
ePub

nuova regina, e l'alienamento suo dalla chiesa. Il re poi gli vorria dar la figliuola dell' imperatore, sperando con questo mezzo avere il ducato di Milano. Ma ancora che Cesare ed il re di Francia fussero d'accordo di Milano, non però saria d'accordo Cesare di dargli la figliuola per moglie, perchè la Spagna non supporteria mai che una figliuola di re di Spagna la quale ha ragione di successione in quelli regni, deficientibus masculis, intrasse nella casa di Francia. Vi è ancora il partito di Portogallo in piedi, come si è detto, il quale apertamente non piace nè al re cristianissimo nè al delfino. '

Monsignor d'Orliens ha anni sedici in diciassette; ed è egli ancora melanconico, ma è tenuto più savio. È maritato in madama Caterina de' Medici, con mala soddisfazione di tutta la Francia, perchè pare ad ogniuno che Clemente pontefice abbia gabbato questo re cristianissimo. Pur ella è molto obbediente; e il re, il marito, il delfino, e i fratelli mostrano di molto amarla.

[ocr errors]

Angolem ha anni quattordici in quindici; è bello, allegro, e molto cortese prencipe. A questo è disegnato dare la figliuola della regina di Navarra, la quale

▾ Vedi la nota seconda a pag. 183.

2

È noto come Clemente VII adombrato della soverchiante potenza di Cesare in Italia, venisse a capo d'indurre Francesco I ad unire in matrimonio al suo secondogenito Caterina de' Medici nipote di esso pontefice, ed ultima legittima discendente della sua casa, senza che l'imperatore potesse troppo manifestamente lagnarsene. Francesco I vinse la contrarietà de' suoi a quel parentado nella speranza che il pontefice lo ajuterebbe al compimento de' suoi disegni in Italia. Francesco non avvertiva quanto poco fosse da far capitale sulla esistenza di un debol vecchio quale era allora Clemente VII, che si mori in effetto poco appresso al ritorno di Marsiglia, ov'egli stesso, nell'ottobre del 1533, aveva accompagnata la sposa. Chi veramente guadaguò in quella unione fu Caterina, la quale per la morte del delfino sali sul trono di Francia, e la Francia stessa che ebbe la ventura di essere tutelata da questa donna forte nei tempi calamitosi delle sue guerre civili.

ha piatto per scudi sessanta mila, fra lei e suo marito. Se ben si tratta di maritarlo nell' ultima figliuola del re d'Inghilterra.

[ocr errors]

Non si sa di certo a chi si debba dare madama Maddalena, o al re di Scozia il quale ella vorria, o al figliuolo del duca di Lorena, o al prencipe figliuolo dell' imperatore. Questo è troppo piccolo: quello di Lorena ella non vuole, perchè dice non voler se non re. E così si sta in dubio. "

Madama Margherita si disegna dare o al figlio di Cesare, o ad uno del re de' Romani in caso d'amicizia e intelligenza, o vero al figliuolo del duca di Savoja, in caso di reconciliazione. 3

Quelli che sono di reputazione appresso il re cristianissimo sono il cardinal di Lorena 4, il quale intende tutti li secreti del re cristianissimo, e massime dopo il ritorno d'Italia; perchè entra in tutti i consigli secreti, e questi

'Nessuno di questi due progetti di matrimonio ebbe effetto: il principe mori celibe nel 1545.

2 Fu poi alla fine unita, il 1 gennajo 1537, al re di Scozia Giacomo V. 3 Vinse quest'ultimo partito, e la principessa andette sposa, il 27 giugno 1559, a Emanuel Filiberto allora già Duca.

4 « Giovanni di Lorena fratello di Claudio primo duca di Guisa. Cor« rispose per parte sua a quella mira comune a tutti i principi lorenesi do<«<miciliati in Francia di unire nella loro famiglia i tre principali mezzi « d'esercitare sopra i popoli una grande autorità: le dignità ecclesiastiche, « la gloria delle armi e l'amministrazione dello stato. Nato nel 1498, ven« ne fatto cardinale nel 1518, ed aggiunse al vescovado di Metz un grande « numero di altre prelature. Fu ministro di stato non solo sotto Francesco << I, ma anche sotto il figlio e successore di lui Enrico II. Era liberale con «< magnificenza, ed in ciò era tanta la sua riputazione, che a Roma aven « dogli un cieco domandata la limosina, ed avendo da lui ricevuta una som« ma considerabile, esclamò: Tu sei Cristo, o il cardinale di Lorena. Mori « nel 1550. » (Biogr. Univ.) Più noto però nella storia sotto questo titolo di cardinale di Lorena fu il suo nipote Carlo, del quale avremo in altre Relazioni ampia occasione di discorso.

può il tutto: ma non negozia, nè piglia alcun carico. Poi l'ammiraglio', il quale può pure il tutto col re, e gli è così intrinseco che gli parla più largamente di alcun altro. E se volesse negoziare, averia tutti i carichi; ma nou ha complessione da tanti negozii, ed ha piacere di mantenersi così senza molti negozii, perchè non può esser giudicato, ed esso giudica gli altri. Questo è ricchissimo di danari, di mobili, e d'entrate. Ha fatto d'entrata da scudi quindici mila propria. Ma il re gli lascia godere uu mondo d'entrate in vita. Il gran maestro ha anco esso grandissima riputazione; anzi il rispetto tra il gran maestro e il re è di maggior importanza, ed ha tutti i negozii nelle sue mani. Monsignor di Tornone è uomo di reputazione; ed è stimato savio e di riposato intelletto. Entrano poi nel consiglio il cancelliere, ed il presidente Poieto: ma ancora non hanno reputazione nella pratica di stato, e tutto il governo è appresso il gran

[ocr errors]

3

Brion Chabot. Vedi la nota terza a pag. 152.

2 Anua di Montmorency, creato poi contestabile nell'anno appresso. 3 Francesco figlio di Jacopo conte di Tournon. Fu per tempo adoperato in gravi affari da Francesco 1, in ricompensa delle quali fatiche, dopo il ritorno da Madrid, lo fece insignire da Clemente VII del cappello cardinalizio. Governò con gran credito la politica e le finanze dello stato fino alla morte di questo re, e fu pure adoperato nelle più gravi vertenze dai tre re successivi, come avremo occasione di notare a suo luogo. È tacciato di crudele severità contro i riformati. Mori il 21 aprile 1562 in età di settantatrè anni.

4 Antonio Du Bourg, padre dell' infelice Anna consigliere al parlamento di Parigi impiccato e abbruciato in piazza di Grêve, il 20 decembre 1558, per colpa di eresia calvinista.

5 Presidente del parlamento; nel 1538 nella morte del prefato Du Bourg, gli succedette nella dignità di cancelliere. Adoperò l' ingegno avuto dalla natura ai soli fini di una bassa ambizione, e di una vile avarizia, che partorirono poi la sua disgrazia: nel 1545 fu destituito dalla sua carica, e dichiarato incapace di cuoprire mai più un uffizio regio. Morì tre anni dopo, sprezzato e detestato da tutti.

[ocr errors]

maestro e l'ammiraglio. Il gran maestro è stato sempre inclinato alla pace con Cesare, nè ha mai lasciato incominciar la guerra, nè ha mai voluto amicizia con Germani'. L'ammiraglio se bene non è stato molto caldo alla guerra, non è stato però da essa lontano: ed è stato quello che ha consigliato al re cristianissimo l'amicizia con gli elettori Germani, l'Inghilterra ed il Turco.

Questa mia legazione è stata di mesi quaranta. La quale ha voluto Dio ch'io abbia consumata tutta in peregrinazioni, perciochè poco dopo giunto a Parigi, il re cristianissimo si pose sul viaggio di Marsilia: e passando per il Borbonese e Lionese, ce ne andassimo in Avergna e Linguadoca e Provenza per quelli eccessivi caldi. E fu tanto prolongato l'abboccamento, che, si come quando ci partimmo di Parigi, ogniuno giudicava che si dovesse far di state, così si fece di novembre. Onde avvenne che gli oratori non avendosi portato dietro se non vesti da state, fu mestiero farsi vesti d'inverno; e le pelli pagassimo la metà più di quello valeano. Ed in quel viaggio mi morse un cavallo ed un mulo. Dopo partiti di Marsilia ce ne andammo per la Provenza, Delfinato, Lionese, Borgogna e Chiampagna, e giungemmo in Lorena al parlamento che fece il re cristianissimo. col langravio d' Assia; e d'indi tornassimo a Parigi. Fu il viaggio d'un anno: nel quale avendo sempre peregrinato, prometto a vostra serenità, per la fede ch'io le porto, che io spendei del mio, oltra il salario che mi dava vostra serenità, scudi seicento, computando i cambi che allora crescettero di Lione a Venezia dieci per cento per

Intende i principi protestanti. 2 Col pontefice Clemente VII.

quella volta, perchè ogniuno si serviva di quella piazza; e Clemente pontefice trasse quaranta mila scudi. Giunto veramente a Parigi nel medesimo alloggiamento de' miei clarissimi antecessori, in una stalla mi s'abruciorno undici cavalli e tutti i fornimenti: ove fu liberata solamente la mia mula. Questo danno mi passò scudi quattrocento; perchè m'ero sforzato di mettermi onorevolmente a cavallo. Ma a questo danno mi seguì un altro incommodo; che, dovendo partire il re, mi convenne rimetterini a cavallo e ricomperare altri dieci cavalli, in tempo che sua maestà avea comandato che si facesse la mostra del suo retrobando a cavallo in arme: il che fu causa di farmeli pagar carissimi. Per il che, indarno aspettando alcun suffragio da vostra serenità, fui costretto di vendere delli argenti mici. Da poi il re cristianissimo (che mai nel mio tempo la corte si è fermata tanto, che potessi giudicare che ella stesse in un luogo quindici giorni) andò in Lorena, Poitou, ed altri luoghi della Belgica, poi in Normandia e Francia, e d'indi un'altra volta in Normandia, Picardia, Chiampagna, Borgogna. E questa continua peregrinazione fu causa d'un'eccessiva spesa e danno mio intollerabile, non solamente a me che sono povero gentiluomo, come ogniuno conosce e sa, ma ancora saria stato ad ogni altro ricco. Però qui facendo fine, reverentemente sup

• Seguono parecchie pagine su questo tuono, le quali noi tralasciamo per le ragioni altrove allegate, contentandoci di riportarne, per la sua singolarità, il brano seguente. « Una notte mi parve che mi apparisse la mia fanciulla a maggiore, la quale meco si lamentasse che non solo non gli augumentassi « la facoltà, ma ch' io gli la sborsassi, e ch' io gli rispondessi ch'io tesauriz"Zava con una piissima e liberalissima signora, mostrandogli vostra serenità, la quale aveva sotto il manto della sua liberalità e pictà molti ben

[ocr errors]
« ÖncekiDevam »