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sopra,

signor contestabile (che è quello che, come ho detto di fa tutte le cose di quel regno), e finalmente con monsignor d'Orliens, che, con la pace, aspetta d'esser duca di Milano: e ne è ben degno per le virtù sue, perchè è tutto attivo, graziato, e dà gran speranza di riuscire eccellente e valoroso signore. Ma quanto il mio servizio abbia alla serenità vostra e alle vostre eccellentissime signorie satisfatto, non lo posso conoscere, se non specchiandomi nella coscienza mia, e nella grazia e benignità di vostre eccellentissime signorie. Perchè una ' mi consola di non aver mancato, in tal negozio, di quel desiderio e di quella diligenza che deve avere ed usare ogni buon cittadino, per quanto sa e può, al benefizio delli suoi signori: l'altra mi dà speranza che se io avessi mancato in qualche cosa per poca mia prudenza o per poco sapere, essi, perdonandomi questo, accetteranno l'animo pieno di buon volere, e di ardente carità verso di loro. '

3

2

La coscienza.

2 La vostra benignità.

3 Segue una delle solite lamentazioni, nella quale dopo avere toccato dei servigi del padre in molte legazioni ed altro, e dei proprj, allegando fra gli altri una sua legazione di nove mesi a Mantova; e detto assai delle miserie di casa sua, conclude col domandare al senato una catena d'oro donatagli nel suo partire, dal re, la quale, come ricorda il lettore, era per legge devofuta al tesoro della repubblica. Era allora frequente l'uso di questi doni, e fra i doni frequentissimo quello delle catene, le quali non di rado misuravano il peso di due o tre o più migliaja di scudi. Ed è a credere che questa del Giustiniani non fosse delle più leggiere, poichè soggiunge che, considerando i presenti bisogni della repubblica, egli non si dorrebbe che essa se ne servisse, bastandogli che gli si facesse credito del valore della medesima all' uffizio del quattro per cento.

RELAZIONE

DI

FRANCIA

DELL' AMBASCIATORE

MARINO CAVALLI

1546. *

2 Dalla citata raccolta del Tommasco,

AVVERTIMENTO

Questa legazione fu di mesi trentaquattro, compresi tra i primi del 1544 e gli ultimi del 1546; periodo nel quale la Francia concluse le paci di Crepy coll' Impero (18 settembre 1544), e di Campe coll' Inghilterra (7 giugno 1546).

Se ben la serenità vostra' delle cose di Francia ha

sempr' avuto di tempo in tempo prudenti e copiose relazioni dalli clarissimi predecessori miei, e da me anco per lettere nuovamente abbia inteso tutto quello che d'importanza è venuto a notizia mia; nondimeno essendo quel regno per la grandezza sua tanto abbondante di diverse cose, e sottoposto a continue variazioni, non può l'uomo, per diligenza che usi, fare che non lasci addietro molte cose da cogliere a quelli che succedono; e che ogni giorno non naschino novità degne di considerazione grandissima. Al che si aggiunge che, mutandosi anche in qualche parte ordinariamente questo eccellentissimo senato, non sarà fatica superflua a me, alcune particolarità che mi avanzano di quel regno narrare, e a vostra signoria eccellentissima udirle non trovandosi cosa al mondo che tanto confermi nelle buone deliberazioni degli stati, quelli che li governano, nè che li possa mutare quando vedano di meglio, che d' intendere minutamente o le laudevoli constituzioni o gli errori dei vicini, dal paragone dei quali le cose proprie si giudicano poi più sinceramente.

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La Francia che possede il re cristianissimo al presente, siccome è molto minore di quella che soggiogò e dominò il popolo romano, così li nomi, la divisione e confini suoi non sono li medesimi di allora. Perchè il paese de' Svizzeri, Lorena, Luxemburgh, e tutti li Paesi Bassi, sono stati alienati, e sono per la maggior parte dell' imperatore. Quel che tiene il re, è Piccardia, Normandia, Bretagna, Turena, Poetù, Guascogna, Linguadoca, Provenza, Delfinato, Savoia, Lionese, Overgua, Borgogna, Schampagna, Borbonese, Bery, e Francia, con altri certi minori paesi, come è Bria, Angiou, Santogne, e Limosin, e simili altri. Le quali tutte provincie sono così ben poste, e accomodate di fiumane, di marine, di monti, e di confini, ch'in vero si può ben dire che quel regno siccome è il più nobile di cristianità, e concorre di antichità con questo illustrissimo stato, così sia per natura il più comodo e il più sicuro di tutti gli altri: essendo di verso Spagna dalli Pirenei, e dall' Italia per le Alpi monito, poi dalla Sona e Mosa, Somma e il mare, da tutto il resto terminato e diviso; il che può essere per ampiezza una Italia e mezza. E quello che non è così dalla natura ben guardato, che è verso Schampagna, la maestà sua con certe buone fortezze ora attende a farlo del tutto inespugnabile. Oltra le quali sicurezze e comodità vi è, ch'essendo, come ho detto, questo paese così grande e amplo, è forza che sia diverso di siti e di regioni, e che produca anco diversissime cose, e tutte in perfezione, e in tanta copia che bastino, e tali 'avanzano per l'uso delli abitanti. Di frumenti ne hanno davantaggio, perchè ordinariamente

'Tali per certe, come nell'antico toscano. (Tommaseo )

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