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no con una croce verde sul petto. Ha quest' ordine da cinque mila vassalli sotto di sè.

Oltre questi ordini è in Castiglia dell'ordine di Rodi il priore, il quale tien d'entrata ducati quindici mila l'anno, e altrettanto quindici commendatori che portano sul petto la croce bianca; ed ha l'ordine sotto di sè dieci mila vassalli.

In questi ordini sono altri cavalieri che hanno solamente l'abito, e vivono con ducati ottanta di pensione per uno l'anno, che gli dona il maestro dell'ordine, finchè li provvede di benefizio. Son obbligati tutti quelli che tengono l'abito dir una certa somma di paternostri, ed osservare i voti della religione, eccetto quelli di San Giacomo che si possono maritare, ma non più di una

volta'.

Sono quelli tre ordini primi tutti sudditi al re don Ferrando d'Aragona per concessione del pontefice, ed egli è gran maestro di tutti e tre, e dispensa i cavalierati a suo modo, e dona l'abito di quelli, e la pensione di ducati ottanta a chi gli piace. Tiene il predetto re don Ferrando in Castiglia le entrate di detti maestrati, ed ancora ducati trenta mila per il suo piatto sopra li dazj delle terre soggette alli maestrati che aspettavano alla corona, e ancora tiene da circa ducati cinquanta mila, che sono la metà delle rendite che ora si cavano dalle Indie, compensando l'un anno per l'altro.

Il resto veramente dell' entrate della corona di Castiglia sono tutte, e s'aspettano, alla regina Giovanna moglie del re Filippo defonto, e posson esser l'ordina

Nel 1540 tal concessione fu pure estesa ai cavalieri d'Alcantara. 2 Inocenzo VIII.

rie, tra tutte le provincie e regni sudditi a detta corona, da circa ducati cinquecento cinquanta in seicento cinquanta mila per anno.

Di queste entrate si spende ordinariamente in sette mila uomini d' arme Castigliani, che sono per conservazione del regno, da ducati cento quaranta mila; e sono obbligati questi uomini d'arme tener un cavallo ed un mulo: non sono troppo ben in ordine nè esperti nell'armi. Si spendono ancora ducati cento mila in pensione continua a due mila gentiluomini Castigliani a ducali cinquanta per uno l'anno. Questi sono obbligati in tempo di guerra armarsi alla giannetta, ovvero da uomo d'arme, e per quanto dura la guerra servire la corona per il salario che hanno gli uomini d'arme e giannetti che si fanno a tempo di guerra. Oltre di questo si spendono ducati sette mila in guardiani di fortezza per tutto il regno, artiglieria e munizioni. Si spendono ancora ducati cinquanta mila in governatori, correttori ', alcaidi, alguazili3 che sono nel reame. Si spendono in edifizi pubblici ed elemosine ducati quindici mila l'anno. Oltre tutto questo, il principe don Carlo essendo re di Castiglia, per farla alla Borgognona, come si crede, spenderà ogni anno in pensioni a tutti li grandi del regno, che posson essere da circa ottocento titolati, sotto sopra ducati cento mila. Il che per consiglio del padre sarà contenta quella regina che si faccia, sì per seguir quello che aveva deliberato il marito per compiacere alli signori di Castiglia, sì anco per poter più liberamente regnare se per avventura alcuni di quei grandi

' Corregidor, Commissario.

2 Alcaide, Giudice Criminale.

3 Alguacil, Birro.

fussero per domandar terre o ville apertamente alla

corona.

Queste, serenissimo principe, sono le entrate e spese che ha la corona di Castiglia, le quali entrate, insieme con quelle che tiene il duca Carlo nel suo paese di Fiandra, possono essere da oltre un milione d'oro di ducati, e le spese ordinarie in Spagna come in Fiandra da du cati novecento cinquanta mila, senza il donare che si suol fare si a' cortigiani come ad altri, che può esser tanto che veramente credo che questo signore erede del re di Castiglia, quando sarà in capo dell'anno sarà in capo delle entrate; e se non fusse l'estraordinario che si trae dal regno di Castiglia, credo che alcune volte questo signore sarà più bisognoso che non si crede. Il qual estraordinario è la maggior parte de' marrani ', che alla giornata si vanno per il regno discuoprendo, contra li quali si procederà rigorosamente, e già sino a questo tempo sono di marrani presi alcune persone, che hanno di facultà, fra tutte, da ducati dugento mila; e al presente per ogni provincia soggetta sono due o vero tre inquisitori e più, secondo la grandezza della provincia, che fanno inquisizione contra quelli che discendono da giudei ed in secreto vivono come giudei, mostrando al mondo ed in pubblico che sono cristiani. Della quale inquisizione avendo altre volte le signorie vostre eccellentissime avuto notizia, non mi estenderò più oltre, salvo che il detto re Ferrando e la regina Elisabetta sua con

Infedeli. Crus. Come appare da quanto appresso, sotto questa denominazione s'intendono qui più specialmente que' Giudei, che dopo la espuls one dalla Spagna intimata contro di loro, si celavano, per rimanere, sotto apparenza di Cristiani.

sorte meritano appresso Iddio ed il mondo, se non altro almanco per questo, eterna laude: e meritò a distruggere questa setta, che merita sopra ogn'altra essere odiata e perseguitata 3. La qual inquisizione era più che necessaria, perchè si giudica in Castiglia ed in altre provincie di Spagna il terzo esser marrani; un terzo dico di coloro che sono cittadini e mercanti, perchè il populo minuto è vero cristiano, e così la maggior parte delli grandi.

Oltre a questa inquisizione e giustizia che si fa contra i marrani, si fa eziam giustizia in civile e in criminale in questa maniera. Mette in ogni terra, che ad altra non sia soggetta, un correttore il re di Castiglia, che sia di nazione castigliana, ma non di quella terra nè del contado; ed in Galizia mette un governatore, che ha quella autorità in tutta Galizia che un correttore nella sua terra, e più che può comandare a fortezze e genti d'arme come il re, il che non fanno i correttori. Questi correttori e governatori tengono ragione in civile e criminale, e le sentenze che danno non sono definitive, ma vanno ad appellazione alle cancellerie, le quali in tutto il regno di Castiglia sono tre, disposte a modo di consigli; una in Vagliadolid, l'altra in Granata, la terza alla corte. Hanno queste cancellerie, ovvero consigli, un presidente per una e diciassette dottori delli migliori del regno da sua maestà salariati, e hanno eziam uno

Che la instituirono.

Vale fu meritorio.

Nel giudicare questa opinione del Qurini, il lettore non perda di vista ch'egli così si esprimeva nell'anno 1506.

4 Questo plurale mi persuade che non solo la Galizia, come parrebbe dal periodo superiore, ma tutte l'altre provincie avessero un governatore, e che il Quirini nomini ivi la sola Galizia come ad esempio.

ovvero due avvocati pubblici, che difendono le cause de' poveri e de' populi. A questi tre consigli vanno le appellazioni di tutte le sentenze; non confusamente, ma parte del regno va al consiglio di Vagliadolid, parte in Granata, ed alla corte a chi piace, come più nobile. Oltre questi consigli sono ancora tre alcaidi per ciascuno consiglio, che sono giudici e sempre stanno a queste cancellerie: dinanzi a questi vanno le sentenze fatte dalli sopradetti correttori in criminale, non in civile, ed in queste determinano. Le parti si possono appellare al presidente del consiglio, al quale vanno eziam le appellazioni delle sentenze date in civile per li correttori; il qual presidente rimette la causa ad uno ovvero due dottori del collegio, che abbia ad udire e poi riferire alli compagni, e di quello che il consiglio determina le parti non si ponno appellare se non depositando ducati mille cinquecento da esser perduti se sarà confermato quello che determinò il consiglio; e se alcuno così depone detti danari, si puol appellare della sentenza data dal consiglio al presidente della cancelleria, che sta sempre appresso al re; e quello ch'egli determina è inappellabile, nè altri è sopra quelle determinazioni che il re; il qual per via di grazia alcune volte s'impaccia in esse, ma non spesso per non romper gli ordini del regno, e per non dar occasione a tutti di domandar grazia contra la determinazione de' suoi consigli.

E questo è, serenissimo principe e signori eccellentissimi, tutto quello che del regno di Castiglia son per narrare alla serenità vostra ed alla signorie vostre eccellentissime.

Per son venuto

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