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il medesimo salario, che è in Spagna uno scudo d'oro al giorno, in Fiandra uno scudo, ed in Germania un non so che di meno; quelli della casa hanno per tutto di più. Di questi gentiluomini d'ogni sorte non ve n'è numero determinato, ma e più e meno secondo la volontà di Cesare; li quali servono chi con due, chi con quattro cavalli, e chi con sei, e nella guerra si chiamano la squadra grande della casa di sua maestà.

Ho inteso io da chi maneggia queste spese della corte particolarmente, che spende in esse l'imperatore dugento cinquanta mila scudi: e questo è il modo del governo, e le provvisioni che si danno a questi tali e capi e ministri.

Le entrate degli stati di Napoli possono essere cinquecento mila scudi, essendo state tutte l'altre impegnate ed alienate e per il re cattolico, e per sua maestà.

Quelle poi che ha nelle parti sopra dette della bassa Alemagna, sono molto poche rispetto alla grandezza delle città, e alla larghezza dei confini, perchè non eccedono circa trecento cinquanta in quattrocento mila ducati.

Queste entrate tutte ordinarie vanno nelle spese ordinarie, e il più delle volte appena vi suppliscono; si che, e per quello che manca e per le guerre che vonno fare i principi, siccome ha fatto l'imperatore, vi bisognano modi estraordinarj, i quali sono fatti poi ordinarj, e sono questi:

Castiglia, Granata e Andalusia hanno dato insieme in ogni terzo anno da circa ottocento mila scudi. Aragona, Catalogna e Valenza seicento mila.

La crociata, quando s'ottiene dal pontefice, trecento mila.

Le decime, quando sono messe, dugento mila.

Delle Indie si dicono gran cose, ma non v'è uomo che possa affermare cosa vera, e certa. Quelli che dicono meno affermano essere cinquecento mila scudi l'anno; quelli che dicono più dicono tanto, che a me par troppo gran somma, dicendo la quarta parte dell'entrate tutte dell' imperatore.

Delli regni di Napoli e Sicilia cento cinquanta mila scudi.

L'estraordinario poi sopra lo stato di Milano come sia grande e con quanto spiacere e ruina di quei popoli, la serenità vostra fin in questo consiglio, per la vicinanza, ne deve avere udito querele.

In Fiandra ed altri vicini paesi, per esser poco aggravati ordinariamente, e per esser stati finora renitenti e molto ricchi, in tutti li bisogni ha domandato l' imperatore ed ottenuto assai.

I modi poscia onde quei popoli hanno ritrovato i danari promessi al principe sono tutti diversi. Alcuna volta è stato posto tanto per foco: altre volte sopra tutte le facoltà tre per cento: alcuna volta una decima. E in questi ultimi anni hanno messo tanto sopra le cose da mangiare e da bere, che per questa cagione oso dire che ora quella sia la più cara provincia del mondo. Di qui nasce che con l'occasione della corte cercano di trarre non il danaro ma il sangue a tutti; nè il principe vi puote o vuole rimediare perchè ha bisogno di loro, ed oltra quello che ha avuto disegna d'aver assai.

Sono di quei Paesi Bassi due membra principali e più importanti, la Brabanzia e la Fiandra. La Brabanzia ha quattro città principali, Anversa, Bruselles, Lovania, e Boilduc, tutte quattro memorabili per alcuna cosa

loro particolare. È in Anversa il traffico, si può dire, di tutto il mondo. Ha Bruselles il ridotto della corte ordinariamente, ed il consiglio a cui si appellano tutte le sentenze della Brabanzia. È celebre Lovania per lo studio, dal quale sono usciti molti uomini eccellenti. Boilduc poi, per essere alle frontiere dello stato di Gheldria, ha nome di aver molti uomini atti alla guerra.

Quando è proposta per nome dell' imperatore qualche domanda di sussidio a questa provincia, sogliono rispondere particolarmente i nobili prelati, e le comunità di coteste quattro prenominate città.

Parimente anco la Fiandra è divisa in quattro parti, le quali hanno a rispondere alla domanda di Cesare, Gant, Bruges, Ipres, e un quarto membro detto il franco, nel quale si riducono i signori e nobili, che naturalmente sono esenti da queste angarie, nè sogliono

pagare.

Ha tratto da questi stati l'imperatore, in poco meno di venti anni, più di diciotto in venti milioni d'oro; somma che tutti eglino dicono che eccede tutto ciò che agli altri signori è stato mai pagato insieme. Però con tutte queste paghe questa provincia è molto ricca ancora, essendo parca e molto cupida, e che non lascia occasione alcuna di guadagnare. Brava tutto il giorno ', per aver molti privilegi, di non voler dar cosa alcuna; nè parendogli cosa onesta di lamentarsi del suo natural signore, che è l'imperatore, si rivolge molte e spesse fiate contro i ministri, e dice che pagheria molto maggior somma più volentieri, se tutto quello che dà andasse in servizio di Cesare, ma che è assai certa che la metà di quel ch'ella

Fu proverbiale in Europa lo spirito indipendente de' Fiamminghi.

sborsa è rubata dalli ministri. E però molte volte ha tentato, quando gli è stata fatta alcuna dimanda per conto di guerra o per aiuto, di volere essa pagare le genti e così in tutte l'altre dimande satisfare senza che li danari fossero riscossi dalli ministri imperiali, ma ciò giammai ha potuto ottenere.

È governatrice generale di tutti quei paesi la regina Maria', donna che ha dell' uomo assai, perchè provvede alle cose della guerra, e di esse, e di fortezze, e di tutte le cose di stato dice l'opinion sna. Ha fama d'essere castissima donna: cavalca eccellentemente: e la caccia e la musica sono li suoi sommi diletti. Non è poi molto grata a quei popoli, ai quali par cosa strana esser sotto il governo d'una donna, oltra che l'hanno per crudele, e quei di Gant riconoscono tutte le loro miserie da lei': e l'estrar di tanti danari quanti si sono estratti in tempo suo la fanno anco odiosa, sì come è odiosissimo anche un Gaspare Ducci fiorentino, il quale pensano, ed è il vero, che sia autore di ricordare alla regina diversi modi di estrarre e cavare danari a quelli popoli. Costui è uomo intendente le facoltà tutte di Anversa, e la comodità e ricchezza di tutta la Fiandra; per il che è egli tanto alla regina caro, quanto a tutti gli altri in generale odioso.

Ho detto avere tratto l' imperatore da questi stati, da venti anni in qua, più di diciotto o venti milioni di

Sorella di Carlo V, vedova del re Luigi Il d'Ungheria, preposta dal fratello, nel 1530, al governo delle Fiandre, ch'ella tenne per lo spazio d'anni ventotto.

• La ribellione dei Gantesi del 1539, che li sottopose alla terribile vendetta di Carlo V, fu, come è noto, originata dalla gravezza delle tasse straordinarie imposte loro dalla regina.

3 Forse della famiglia di ser Jacopo e ser Francesco, notari della signoria nel 1529, nominati dal Varchi.

oro, il che è il vero. Parimente sono informato per via estraordinaria, ch' egli ha cavato dal regno di Napoli e di Sicilia più d'altro tanto, e da Milano, dalla morte del duca Francesco, che fu del trentasei, otto milioni d'oro, benchè Spagnuoli dicano molto più; oltra quasi una incredibile quantità dalle Indie.

I regni di Spagna, serenissimo principe, malagevolmente si lasciano indurre a ricevere nuove angarie, perchè hanno veduto che quelle che sono state una fiata poste, mai più non si sono levate. E perciò del trentotto, quando vostra serenità era in guerra col Turco, l'imperatore consigliato che con quell' occasione cercasse d' imporre una nuova imposizione d'una minima cosa sopra la carne, (la quale gli averia dato, per quello che ho inteso, ottocento mila ducati all' anno per tutti i suoi regni con poco danno di tutti), la tentò, ed ebbe tutti i grandi di Spagna contrarj; sì che oltra l'entrata ordinaria, e quelli servizj che già son fatti ordinarj, può sperar poco questo imperatore di potersi servire della Spagna in imprese o vero guerre ch' egli volesse fare per acquistar più. È ben vero che quando la Spagna fusse assalita non mancheriano e con le vite e con le proprie facultà di difenderla.

Tutti i soprascritti danari, con quelli della sua dote e del suo figliuolo; i due milioni tratti dal re cristianissimo'; un milione e quattrocento mila dell'accordo del re di Portogallo, al quale, per cauzione del rimborso, diede in pegno le isole Molucche ; quelli di vostra serenità per la

Il prezzo del riscatto.

Nella precedente Relazione del 1532, a pag. 40, abbiamo veduto come già fino da allora egli avesse, sul commercio di quelle isole, ottenuto dal

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