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togallo, tutta la possiede ed ha soggetta al dominio suo; in Italia, li regni di Napoli e di Sicilia; ed in Germania, oltre a quelli che lascia in dominio e governo del fratello, gli stati di Fiandra e provincie congiunte.

Delli regni suoi di Napoli e di Sicilia, che comprendono tutti li stati suoi d'Italia, non mi pare che mi bisogni dire molte cose, avendo la sublimità vostra e le signorie vostre eccellentissime (per la vicinanza loro e lunga pratica sì delli consoli che hanno tenuti continui nell' uno e nell' altro regno, come delli mercanti proprj che hanno avuto ed hanno di continuo commercio in Sicilia, in Napoli, nella Puglia ed in ogni parte di questi) assai notizia d'essi. Ma pure dirò delle entrate e spese sue in somma, e quasi per un discorso, questo poco, che di questi regni, detratte le spese tutte che si fanno necessarie per il governo e custodia dei popoli, luoghi e cose loro, avanza niuna o poca entrata ordinaria.

Delle cntrate del regno di Sicilia fu per li antecessori del presente imperatore impegnata una gran parte, sì che, fatte le spese dette, ordinariamente gli resta poco; ma pure dell' entrate dei formenti ed altro, che non si può dir cosa certa, ne cava assai buona somma di denari, ed estraordinariamente di sussidj e di mandati ne trae, secondo li bisogni, di tempo in tempo ancora qualche cosa; e l'anno passato, per tal nome, gli ha questo regno consentito di pagargli in tre anni ducati d'oro ben dugento cinquanta mila. Tra le spese dette, oltre li provvisionati che si tengono in diversi luoghi, vi è quella delle sei galere, che sua maestà tien continuo per la custodia delle marine dell' isola e del regno di Napoli e sicurtà dei navilj loro, delle quali due si pagano a provvisione di ducati sei mila l'una, e son

quelle del signore di Monaco, e le altre quattro a modo di quelle di Spagna (dovendosi trovar dall'isola gli sforzati al remo) a ducati tre mila cinquecento l'una, sì che viene a spendersi l'anno, senza la spesa di fabbricarle e fornirle, ducati ventisei mila.

Del regno di Napoli, e per li antecessori suoi e per sua maestà medesima, sono similmente state impegnate o vendute del tutto ed alienate molte cose, sì che detratte le spese ordinarie non solamente non gli resta entrata alcuna ordinaria nelle mani, ma piuttosto gli conviene aggiungere qualche cosa del suo, e gli è piuttosto ordinariamente di qualche spesa che d'avanzo alcuno. È ben vero che estraordinariamente di sussidje di mandati cava, secondo li bisogni, qualche volta assai, siccome ha fatto quest'anno passato, che ne ha tratto un sussidio di ducati d'oro, da essere però pagati in tre anni, seicento mila.

Tra le spese che si fanno di queste entrate è la pensione di ducati sessanta mila che ha da pagare ogn'anno l'imperatore al fratello per il testamento del re cattolico loro avo materno, che lasciò all'imperatore questi due regni, e tutti li altri stati acquistati da lui con tal condizione di pensione, la quale ancor essi confermorono d'accordo tra loro quando si divisero li stati di Ger

mania 2.

Oltre di questa evvi la spesa delle genti da cavallo ordinarie che tiene sua maestà, che sono sei cento uomini d'arme e ottocento cavalli leggeri; e questa, pagan

Ferdinando d'Aragona sopra detto, morto il 23 gennajo 1516.

2 Nella morte, accaduta il dì 11 gennajo 1519, del loro avo paterno Massimiliano I imperatore e arciduca ereditario dei dominj Austriaci, dei quali qui si intende parlare, e che da Carlo furono riconosciuti al fratello..

dosi gli uomini d'arme ducati ottanta ed i cavalli leggieri ducati quaranta l'anno, monta con le prov visioni dei capitani ogn' anno alla somma di forse ducati cento mila.

Infine v'è la spesa delle galere, che due ne tiene questo regno di continuo armate in luogo di cinque che soleva tener prima, le quali, pagate come quelle di Spagna, gli possono portar di spesa l'anno, per il soldo solo, ducati sette mila, le quali tre spese sole ascendono alla somma di ducati cento sessantasette mila.

Li regni suoi di Spagna sono Valenza, Catalogna, Aragona, Castiglia, e Granata, ed oltre a questi Navarra', che s'intende congiunta con Castiglia, delli quali regni tutti, e dal re don Giovanni padre del re cattolico, e da esso re cattolico, e dall' imperatore presente si sono impegnate molte entrate, ben si dice con facoltà di poterle riscuotere, a sette e mezzo per cento; tanto però dicono esser cresciute le entrate restanti, che non minore pare che sia ora la somma di queste che restano alla corona libere, che fosse quella di tutte innanzi che parte alcuna di esse fusse impegnata.

Detti regni pagano il servizio loro ordinario, ma quando occorre qualche nuova necessità ancor questo si paga maggiore, sì che per il casamento ovvero matrimonio dell' imperatore 'i due regni soli di Castiglia e di Granata pagorono in una volta sola ducati quattro

cento mila.

Li maestrati delli tre ordini di San Giacomo, Alcantara e Calatrava, dal tempo che il re cattolico li tolse

↑ Usurpata nel 1511 da Ferdinando il Cattolico al legittimo sovrano Giovapui d'Albret.

Con Isabella di Portogallo nel 1526.

in sè facendosi capo e gran maestro di tutti, danno di rendita all'anno a sua maestà ducati dugento mila.

Dell'Indie non si può dir cosa certa, perchè molto variamente se ne tratta, che ha valuto qualche anno la rendita ducati cento cinquanta mila, e qualche anno non ha passato ducati trenta mila, e così più o meno secondo che più o meno si è portato di là o meno si è portato di là per le navigazioni oro ed altro, che paga alla corona il quinto; ma di questo si potria mettere un anno per l'altro al più, come si stima, ducati cento cinquanta mila.

E tanto può essere l'entrata sua ordinaria, che saria bene la somma di un milione di ducati.

Di rendita estraordinaria poi per molte vie, quando ne ha avuto bisogno, ne ha tratto non piccola somma, prima dal servizio delli tre regni di Valenza, Catalogna ed Aragona, quando gli piace, e poi dalla cruciata 'e decime de' benefizj ecclesiastici quando gli son concesse dal pontefice.

Del servizio detto, il quale si impone secondo il bisogno, cava quando trecento, quando quattrocento e quando cinquecento mila ducati in tre anni; si che mettendosi ducati quattrocento mila in ogni tre anni, sottosopra si verria ad avere per ciascun anno ducati cento trentatre mila.

Della cruciata cava di tre anni in tre anni, se gli

■ Cruzada. Imposizione decretata con bolla del 1456 dal pontefice Callisto III per provvedere alle spese della crociata, ch'egli tentava promuovere per riconquistare sui Turchi Costantinopoli. Tale imposizione che fu allora generale in tutta l'Europa, si perpetuò poi in Ispagna prima per rinnovata concessione dei pontefici, poi per diritto di consuetudine. Forse per il presente ordine delle cose in quel regno è cessata. Nel 1826 ancora esisteva, e il Malte-Brun nella sua geografia, dietro l'autorità di uno scrittore spagnuolo, dice che ascendeva in quell'epoca all' annua somma di franchi 4,730,000.

è rinnovata dal pontefice, ducati seicento mila e più, che verriano ad essere all'anno ducati dugento mila.

La decima si dice essere il quarto delle entrate di un anno di un benefizio, il quale però non s'ha da pagare se non in tre anni; nè pare che s'astringa il clero a pagare secondo le ragioni di essa decima, se non che si compone con lui e si piglia in tal conto qualche dono, come l'anno che sua maestà si parti di Spagna, nel qual gli richiese un dono di ducati dugento mila; e già otto anni innanzi i vescovi col clero, come da sè, si mossero, conoscendo il bisogno suo, a fargli un dono di ducali cento cinquanta mila: e pare che questi doni si siano poi posti a conto di questa decima, l'entrata della quale si può mettere che sia all'anno ducati cento mila.

E queste sono tutte l'entrate estraordinarie, che ascendono l'anno a ducati quattrocento trentatre mila, quali può cavare da tutti li suoi regni di Spagna; benchè abbia ancora per altre vie, nei bisogni suoi, tratta qualche volta buona somma di denari, come avanti che partisse di Spagna ebbe dal re di Portogallo ducati quattrocento mila per le ragioni sue della navigazione all' isole Molucche, che gli concesse libera per alcuni anni, sì che esso imperatore per tanti anni non potesse far navigare alle dette isole alcuno dei legni suoi, ma il detto re avesse tutta questa navigazione in poter suo solo.

Quanta sia poi la spesa tutta particolare che fa di queste entrate sue difficilmente si potria dire, e specialmente quella dei salarj delli uffiziali continui, consigli di giustizia, castellani ed altri tali ministri ordinarj e necessarj per tutto il regno, la quale è molto grande; ma delle altre che fa ordinariamente così nel vivere

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