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veramente che ella sia il bastione di tutto il resto di Europa: e però mi pare, che si convenga ragionar più particolarmente di essa, che di ciascuno altro luogo.

Segue la Stiria da mezzogiorno, la quale si stende ventidue leghe da levante a ponente, e circa otto da ostro a tramontana. Confina da levante con la Croazia, da ponente con il paese di Lintz, e i monti dell'Alpi, da tramontana con l'Austria predetta, e da ostro con la Carintia. Ha alcune città forti, ma la principale è Gratz, la quale per esser poco lontana dai Turchi hanno intenzione di fortificare già è molto tempo, ma non hanno ancora dato principio a farlo, perchè per l'ordinario li ministri di sua maestà usano molta negligenza in simili cose: e sì come anco la spesa s'ha da detrarre in maggior parte da essa provincia, così avviene che ognuno poco si cura di sollecitarla. In questa città risiede il capitano della provincia. È la Stiria assai fertile, perchè produce biave d'ogni sorte, come l' Austria; ma ha manco vino, se bene non ne manca per il bisogno degli abitatori. Ha abbondanza di legna per i molti boschi; e vi sono molti colli, e abbonda di carne, come l'Austria. Ha due fiumi, fra li quali uno è navigabile, che è la Mora (Muer), l'altro è nominato Muocz, il quale va nella Mora.

La Carintia confina con questa dalla parte di levante e di tramontana, da ostro col Friuli, da ponente col contado di Tirolo, ed è lunga, da levante in ponente, leghe tredici, e larga otto in nove. Similmente alla Stiria non ha alcuna fortezza, ma la principal terra è Clagenfurt, dove stanzia il capitano di essa provincia. Produce biave abbondantemente, ma non tanto vino quanto le altre; di che si serve in parte dalla Carniola, e dal Friuli.

Non ha bisogno manco di legna e di carne, avendone onestamente. Ha diversi fiumi che l'attraversano, ma non navigabili nè di nome, eccetto la Drava, che è fiume grosso e navigabile, che è appresso Villach, e passando per i confini della Stiria mette capo nel Danubio in Ungaria.

La Carniola confina da levante con la Croazia, da ponente con la Carintia, da ostro con la Dalmazia, Istria, e mare Adriatico, e da tramontana con la Stiria; e sotto nome di Carniola ora s'intendono anche tutti quei luoghi, che sua maestà possiede confini a quelli di vostra serenità, come il contado di Gorizia, Gradisca, ed altri, così marittimi, come terrestri. È questa provincia lunga, da levante in ponente, leghe trentasei, e larga da otto in circa. Ha per luogo principale Lubiana, terra di molta importanza per essere assai vicina a' Turchi dalla banda di Croatia, ma non però forte: in questa abita il capitano della provincia. È assai fertile di ogni cosa, massime in quella parte, che è più verso levante, che non gli manca in abbondanza biave, vino, carne e legna. Ha molti fiumi, che la bagnano, parte navigabili parte nò, come la Sava, la Penteba, la Fella, la Roja e più altri.

La provincia di Lintz ha nome dalla principale sua città, che è Lintz; la quale però è molto piccola, e non forte. Confina questa provincia da levante con l'Austria, da ponente con la Baviera, da tramontana con la Boemia, e da ostro con la Stiria. È lunga da ostro in tramontana leghe ventisette, e larga sei. Non produce biave, e se ne serve dall' Austria. Nelle altre cose è simile alle altre provincie, e ha il Danubio, che la parte per mezzo.

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Avendo narrato quelle poche cose che io ho giudicate necessarie di ciascuna provincia in particolare, parlerò ora di tutte queste dell'Austria inferiore insieme, e dirò come in esse sono cinque sorte di persone, cherici, baroni, nobili, cittadini e villani. Di questa ultima non si tien conto, perocchè non ha voce nelle diete ma solo delle altre quattro che dipendono da sua maestà: li cherici, perchè sua maestà conferisce e conferma tutti li beneficii delli stati suoi; li baroni e nobili, per li feudi loro; e li cittadini per l'investitura, che toglie il loro capo da sua maestà. Nel resto si tengono come liberi, ed ogni città vive come libera, e li cittadini di anno in anno eleggono e propongono al re il loro borgomastro, che vuol dire capitano de' cittadini, ed altri officiali, e riducono il loro consiglio, maneggiano le entrate ordinarie delle città, tengono monizione e vettovaglie per i bisogni, fanno la guardia alle porte, e finalmente governano tutto quello che dipende dalla città. Quanto ai giudicij, così civili come criminali, tengono quest' ordine; che le differenze che nascono tra baroni e nobili sono giudicate dai capitani delle provincie. Vi è poi il reggimento di Vienna, che devono essere quattordici eletti da sua maestà, la maggior parte dottori, li quali, col capitano d'Austria capo, sono tutti insieme giudici delle appellazioni di queste sentenze così civili come criminali, e li giudicij loro sono definitivi. Le difficultà poi dei cittadini sono giudicate dal borgomastro loro, ed in appellazione dai detti giudici. Li villani, nelle cause civili sono giudicati dai baroni, e nobili loro padroni, quali se l'hanno usurpato per giudicio definitivo, ma nelle cause criminali si mandano ai capitani delle provincie. Dei cherici non parlo, perchè sua mac

stà non se ne impaccia, nè li ministri suoi; ma vanno al giudice loro competente.

Questi baroni e nobili sono generalmente tutti ricchi, perchè vivono di entrate, e posseggono quasi tutti li terreni e castelli dei territori. Non si può però sapere l'entrate vere di alcuno di loro in particolare, perchè se bene sono obbligati tutti dare in nota tutto quello che riscuotono dalli loro villani, e che tutto sia posto in stima; nondimeno quella stima, per essere molto antica, è tanto bassa, che alcune cose si vedono stimate per il terzo e quarto, ed altre per manco ancora di quello che vagliono; e sopra queste stime si governano in due sorte di angarie che pagano, l'una ordinaria, e l'altra straordinaria: l' ordinaria è che ogni cento fiorini che hanno di entrata per questa stima, son tenuti nudrire un'uomo armato a cavallo per difesa della provincia; la straordinaria è, che quando sua maestà chiama dieta, e dimanda qualche donativo, secondo quella stima ridotta tra loro, quei delle provincie deliberano dare a sua maestà il terzo, la metà ed alcuna volta, in tempo di bisogno, come fu contra Turchi, tutta l'entrata di un anno; secondo, dico, quella stima, che veniva ad essere come il terzo della vera entrata. Ma tutta questa angaria estraordinaria non però si sborsa dai baroni e nobili; i quali hanno libertà di tirare dai loro villani tutto quello che è la porzione loro conclusa nella dieta, in modo che restano con la sola angaria ordinaria dei cavalli che sono in tutto due mila quattrocentuno; perchè l'Austria vera ne dà seicentonovanta; la Stiria settecento venti, la Carintia trecento ottanta; la Carniola, col contado di Gorizia, dugento settant' otto; ed il paese di Lintz trecento

trentatrè, che in tutto sono, come ho detto, due mila quattrocentuno. Ma tutti però non sono in essere, perchè quelli che non arrivano ai mille fiorini di entrata non s'adunano mai insieme; dei quali sua maestà si può servire in difendere i confini delle provincie loro, e sono obbligati andare in persona. Li cittadini poi che non hanno beni stabili, pagano solo questa seconda angaria, per la stima e per la tassa dell'esercizio ed arte loro, in modo che sua maestà viene a cavare per l'ordinario da queste provincie i due mila quattrocentun cavalli, o poco meno per difesa delle provincie, e ottantamila, o cento venti mila, o dugento mila fiorini, secondo che gli viene concesso nelle diete (e va il fiorino a lire quattro e dieci delle nostre lire); quali danari è obbligata sua maestà spendere in confini contra Turchi; e questo è quasi ogni anno da molti anni in quà, perchè a sua maestà conviene sempre tenere a guardia dei confini buon numero di soldati a piedi ed a cavallo. Vi sono poi l'entrate proprie ed ordinarie delle provincie, come il dazio del vino in Vienna, il sale ed alcuni dazj per le terre e terreni sottoposti ai castelli, che sono del re; delle quali tutte cose sua maestà ne cava circa dugento mila fiorini. Ma parte essendo state impegnate per Massimiliano imperatore, parte, per questo re, ve ne avanza tanto poche, che si può dire che non ne cava cosa alcuna, se bene ora per la morte della serenissima regina' sua maestà ebbe circa cinquanta mila fiorini, che gli erano assegnaper le sue spese; parte de' quali ha ancora impegnato in questa guerra. È beu vero che poco gli bisogna spen

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127 Gennajo 1547.

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