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dere per conto di esse provincie, perchè governandosi, come ho detto, le città da per loro, e avendo tutte entrate particolari, hanno ancora cura di guardare le città, ed ognuna paga alcuni pochi che stanno alle porte; e non solo in altri luoghi, ma nè pure in Vienna, o Neustadt, che son di tanta importanza, è altra guardia che questa: in modo che sua maestà non ha altra spesa ordinaria di momento che quella de' ministri ordinarj, come capitani delle provincie, reggimenti di Vienna, reggimenti della camera, che sono tre, che hanno la cura di riscuotere e tener conto di tutti i danari che spettano a sua macstà; la quale può importare diciassette mila fiorini ogni anno.

Vi sono poi le spese estraordinarie, come fabbriche di Vienna, fortezza di Neustadt, monizioni, e simili altre cose, che non si può così sapere quanto importino per non essere ferme; ma si cavano ancora queste, come le altre, dai donativi e sussidj delle provincie suddette, concessi a sua maestà quasi ogn' anno da un tempo in quà, nelle loro diete; ove non intraviene sua maestà, la quale non ha da impedirsi se non a fare la proposta e dimandare quel che vorrebbe, e vedere la causa perchè hanno deliberato dare tanto o tanto quell'anno a sua maestà. E prima che si partino da Vienna, ove il più delle volte suole il re convocare le diete, vogliono una lettera del re, che faccia fede di questa loro concessione, cioè che ella procede da mera libertà loro e non per obbligazione alcuna, e che per questo non s'intenda che sia pregiudicato in alcuna cosa alli privilegj ed immunità loro: e così baroni, nobili e cittadini fanno professione di essere liberi, e tutte le città dicono: la nostra repub

blica e il nostro senato, e dicono l'arciduca essere conosciuto da loro per capo, ma l'autorità sua esser poi limitata dai loro privilegj: e queste parole usano sempre che parlano con alcuni in questa materia.

Quanto all'animo de' sudditi di sua maestà in queste cinque provincie dell'Austria inferiore, e poter loro, dico, che per essere l'Austria gia tanti anni sottoposta a questa casa, essa soleva essere fedelissima ai duchi ed arciduchi, che sono stati di tempo in tempo; nia da poi che ebbe principio la setta luterana e che ella crebbe così in questa come nelle altre provincie d'Alemagna, non avendo sua maestà mai voluto lasciare in alcuna parte nè le opinioni nè le cerimonie della chiesa romana, par loro come avere un signore di fede diversa; e però non amano il re come solevano fare gli altri antecessori loro. Il che però quanto alla sicurtà non è molto da stimare, confinando queste provincie con altre di sua maestà, o con principi cattolici come è vostra serenità, e il duca di Baviera; ed avendo il Turco così vicino per l' Ungaria, manco si deve temere di loro per questa parte. Quanto al potere poi, dico, che sebbene sono molti in numero, per essere queste provincie assai piene ed abitate, sono però persone da non stimare molto, perchè hanno fama, questi dell'Austria inferiore, di non essere buoni fanti a piedi; e questa è opinione di loro proprj Tedeschi, nè si vede che sua maestà si serva di loro, come non ha ancor fatto in questa guerra. Hanno bene opinione che siano buoni soldati a cavallo, e che si possa fare molto maggior numero di quello che fanno per difendere la provincia; ma io ciò non voglio credere del tutto, perchè i soldati a cavallo di obbligazione sono quasi tutti li

famigli che mandano li gentiluomini, che sono obbligati; li quali non sono usati alla guerra, ma a servire qualche signore o padrone, chi alla camera, chi alla stalla; e per questo non credo che possano essere di molta fazione e nè pure da farne fondamento.

Resta ora che per attendere a quanto ho promesso, venga a ragionare delle città, ma principalmente di Vienna, come importantissima; acciocchè la serenità vostra sappia come si trovi quella città, bersaglio si può dire, del signor Turco, e bastione di tutto il resto d'Europa.

Vienna è città di forma quasi quadrangolare, ed è di circuito di tre miglia e mezzo italiane, e piena di gente, presso la quale, dalla parte di tramontana, passa il Danubio vicino alla terra ottanta passi.

Questa città non si può chiamar forte, non essendo forte per natura, e non avendo ancora tutte quelle cose che si richieggono a farla tale per arte. Ha i borghi d'intorno, che erano grandissimi, rovinati da quando vi fu il Turco, che nelle loro rovine offriranno comodità ai nemici di poter nascondersi, e starsi sicuri ed offendere con gli archibusi quelli che comparissero alla muraglia, e piantare l'artiglieria, che almen sia coperta dall'un dei lati, e tentar le mine, massime dalla parte di levante verso ostro, ove si accamparono i Turchi; al che se bene si potrebbe rimediare assai facilmente, pure non si è fatto finora. È una parte della città del tutto senza fossa, e parte della fossa che la circonda altrove è senza acqua; ma verso levante, dalla parte di ostro, ne hanno principiata una, che non ho mai veduto una simile di larghezza, perchè credo che sia più di trenta passi larga. Quanto alla muraglia, la città è cinta tutta di

muraglia vecchia con merli secondo l'uso antico, il che è di poca considerazione; l' hanno ben fortificata di spalto dalla parte del castello, ma del resto in ogni luogo vi è pochissimo spazio dalle mura alle case, che è grandissimo contrario. De' balovardi poi, che sono di maggiore importanza che tutto il resto, per essere quelli che offendono li nimici e nella campagna e nella fossa ed essere come le braccia della città, di questi parte ne sono fatti e parte no; in modo che, computati i vecchi ed i novi che sono in essere, ne mancano almeno quattro, o, secondo l'opinione di altri, cinque, a volere che la città sia difesa; ed anco li due fatti ultimamente patiscono molte eccezioni, delle quali non voglio ragionare, se bene un giorno sua maestà volse che in una camera, dove non era altri che lui e il prencipe Massimiliano, gli dicessi circa di quelli la mia opinione, e il modo che si poteva tenere a rimediare a quegli errori. In questo termine adunque si trova Vienna città di tanta importanza, non forte, come ho detto, ma che saria tale do vi fossero fatte quelle cose che si richieggono.

quan

Di Neustadt non voglio dire altro se non che è città di molta importanza, per non essere più di una piccola giornata lontana da Vienna; e quando i Turchi se ne potessero impadronire sarebbero sempre sulle porte di Vienna. È città fortissima, che si potria, se seguitassero a lavorarvi come hanno principiato, ridurre incspugnabile, ed in poco tempo, per non avere più di un miglio italiano di circuito; ma sono molto pigri e negligenti in queste cose.

Mi resta a dire del contado di Tirolo, il quale è di larghezza, da levante a ponente, leghe trentasei, e da ostro a tramontana venticinque in circa. Confi

na da levante con la Carintia e Stiria, da tramontana con la Baviera, da ponente con Grisoni e Svizzeri, e da ostro con l'Italia e con l'Alpi; ed è paese che ha monti assai, ed è bagnato dal fiume Eno (Inn). Produce biave e vino, che fanno per gli abitanti, eccetto quella parte che guarda verso Trento, che è più sterile di biave, sì che ogni anno se ne conduce in quella e dal Veronese e da altri luoghi per il lago (di Garda). Nel resto, di carne ed altre cose per il vivere quotidiano, è assai abbondante, e ha legna assai. La principal città di questa provincia è Inspruch, cioè ponte dell' Eno; dove stà il reggimento di questa provincia. Questa città è piccola, e circondata da monti; ma è ben accasata ed alloggia molte persone, e sopra tutto molta cavalleria. Vi è poi Ster (Sterzing) dove sono le miniere, che ha le case frequenti ma senza regola, essendo state fabbricate in qua e in là, secondo la comodità di quelli che cavano le miniere. Vi è Alla (Hall), dove si fanno i sali, città piccola sopra l'Eno: e vi è Trento, città nominata ma piccola, e nobilitata per il vescovo, che ha buona entrata della somma di diciotto in venti mila scudi. Questa città, se bene è del vescovo di Trento, non è però libera sua, ma si può dire che egli ne abbia l'util dominio, essendo feudo dell' Imperio; e perciò il re vi tiene continuamente un suo rappresentante, con titolo di capitano, che s'impedisce nelle cose della guerra.

È questa provincia più presto ricca che nò, e il re ne tira, come dall' altre, entrate ordinarie e straordinarie. Le ordinarie consistono principalmente nelle miniere, perchè dalle miniere di Sboz sua maestà

I

Non so se sotto questo nome voglia intendersi Sterzing sopracitata, o Schwartz altro luogo del Tirolo ricco per miniere di ferro, di rame, e d'argento.

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