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inobbedienza fatta, e male operazioni eseguite contro sua maestà; di che dirò abbastanza quando si dirà della guerra di Boemia.

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A questo regno è pertinente la Slesia; ducato che il regno riconosce come feudo dell' Imperio. Questa è grande assai, e di lunghezza è in circa quaranta leghe da scirocco a mezzodi, e di larghezza venti. Confina da levante col regno di Polonia, da tramontana con la marca di Brandemburgh, da ponente con la Lusazia e Boemia, da ostro con la Moravia. È paese assai fertile di biave, ma ha pochissimi vini. Ha due fiumi principali, l'Oder assai grosso che passa per Vlatislavia (Breslaw), ed è navigabile, e Neiss, che dà il nome alla città, ́ e non è navigabile. La principale città è Vlatislavia, nominata così da Vlatislavo secondo re di Boemia, quale circonda tre miglia italiane ed è città bellissima; perchè essendo già tutta abbruciata, il re Vlatislavo la fece rifare tutta in un tempo, ed è assai bene accasata.

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Sono in questa provincia personaggi notabili, come li duchi di Lignitz, che hanno molte città e castelli, e più di centocinquanta mila tallari di entrata fra due fratelli; li duchi di Munsterbergh, ed altri assai grandi personaggi. Fra Boemi e Slesiti è discordia, perocchè i Boemi vogliono il reggimento proprio, e i Slesiti dicono che non essendo in Boemia duchi, non è conveniente che l'inferiore giudichi il superiore; la qual differenza non è stata finora terminata. Nel resto li governi de' giudicj ed ordini sono tutti come nelle provincie dette, e non è differente dalla Boemia questa provincia, se non che vi è lo stato dei preti cattolici che ha luogo nelle diete.

Le città sono libere, e Vlatislavia si governa come Praga. Si fabbrica per fortificarla, ma non hanno fatto una

minima parte, e quella è malissimamente intesa. È bene in ordine di artiglieria, e monizioni di ogni sorte, ed altre vettovaglie di rispetto; delle quali artiglierie il re se ne volse servire nella guerra di Sassonia, eli richiese di alquanti pezzi; ma non lo volsero servire in quel tempo, onde sua maestà fu astretta a farle venire da Vienna: dal che si può comprendere quanto potere abbia sua maestà in questa provincia. Non ha sua maestà alcuna spesa in questa provincia, ed anco non vi ha entrata, se non quanto di estraordinario se gli concede per dieta; come fecero della cervosa, che gli concessero l'anno passato per tre anni, come le altre provincie del regno, ed il regno proprio; che però non hanno pagato intieramente questo anno, sperando forse che le cose del re andassero a male.

Questo poco loro amore procede principalmente dalla diversità della religione, e da questa differenza con Boemi, verso i quali par sempre che il re sia stato più favorevole, e forse perchè va rare volte in quella provincia; che per altro il re non gli manca di quello che si richiede. Non sono obbligati a tener cavalli o altro, se non per difesa della provincia; al che sono obbligati con tutte le forze, come ad aiutare il re per difendersi o fare impresa contra Turchi; il che fanno alcuna volta con soldati, e alcuna volta con danari da spendersi in soldati, e l' angarie pagano sopra la stima come in Boemia. Gli uomini in vero non hanno fama di essere bellicosi, per non avere già molti e molti anni guerreggiato con alcuno, e il re non s'è servito di gente di Slesia in questa guerra, se non di alcuni pochi cavalli, li quali compariscono bene essendo bene armati.

Segue dopo questa la Moravia, che è marchesato,

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ma pertinenza del regno di Boemia. Questa provincia in la maggior parte è piana; nel resto sono colli piccoli, e fertili. È di lunghezza, da ostro a tramontana, leghe venti, di larghezza, da levante a ponente, leghe diciotto in circonfina da levante con l'Ungaria e Polonia, da tramontana con la Slesia, da ponente con la Boemia, da mezzodi con l'Austria; ed è provincia fertilissima di biave, in tanto che il re suol dire, che in tutte le guerre d'Ungaria la Moravia è stata sempre il suo granajo di vettovaglie. Fa ancora vini onestamente, ed è abbondante di carne, e d'ogni altra cosa necessaria. Ha due città che contendono del principato, Brun ed Olmutz; ma sua maestà fece la dieta in Olmutz: la quale città è assai bella ma piccola, e non ha troppo buon aere per essere fondata in palude, e quasi circondata da quella. Il vescovo tiene la sede ordinaria in Olmutz. Ha quattro stati di persone, come la Slesia, che entrano nelle diete, e si governano in ogni cosa come quella provincia, eccetto che non fanno difficultà di andare a giudicio del reggimento di Boemia. Non ha il re di questa provincial ancora altro che quello che gli danno nelle diete, secondo che fanno in Boemia. Sono in stima li quattro stati da cinque milioni, e danno da quattrocento mila tallari, e l'anno passato gli concessero, e fu la prima volta, il dazio della cervosa, come fecero anco le altre. Non hanuo medesimamente altra obbligazione che difendere la provincia, la quale ormai è in manifesto pericolo dei Turchi per confinare con la Ungaria. Non vi sono fortezze, che li possano trattenere, nè quelli della provincia possono resistergli, perchè sono pochi, e vogliono molto tempo ad unirsi, e non hanno fama di soldati, perchè da molti anni in quà non hanno fatto guerra con alcuno.

L'animo loro verso il re è come quello delle altre provincie per rispetto alla religione, e massime che in questa è un numero grandissimo di Anabattisti, che non sono nelle altre; e il re li perseguita, e vuole in ogni modo cacciarli, se bene ad istanza dei nobili, che se ne servono a lavorare le terre, va mettendo tempo in mezzo.

Della Lusazia poco mi occorre ragionare, per essere in tutte le cose simile a questa ed alla Slesia. È provincia lunga leghe ventisette e larga quindici. Confina da levante con la Slesia, da tramontana con la Sassonia da ponente con la Misnia e parte di Sassonia, da ostro con la Boemia. È divisa in Lusazia superiore ed inferiore. La città principale e dove si fa la dieta è Gorlitz nella superiore, città piccola, ma assai bella e bene accasata. È paese onestamente fertile di biave, ma nella guerra dell'anno passato ha patito gran danno; per il che se bene nella dieta promisero il dazio della cervosa, ora non lo pagano. Nel resto è tutto simile alla Slesia, e corre in appellazione al reggimento di Boemia: e questo basti quanto a questa provincia.

Mi resta di tutti li stati di sua maestà a ragionare solamente dell' Ungaria, il qual regno è stato sempre in grandissima considerazione, e per la grandezza e per il sito suo, che l'ha fatto essere antemurale e balovardo di tutto il resto de' cristiani; e veramente per molti anni ha fatto resistenza al Turco, massime fino dal tempo del re Mattia. Questo fu coronato re nel 1464, e fu uomo di molto valore, il quale seppe farsi obbedienti gli Ungaresi, e difendersi dal Turco, e con l'una cosa ottenne facilmente l'altra; perchè tenendo di continuo

Mattia Corvino, figlio del celebre Giovanni Unniade.

sei o sette mila fanti in tempo di pace, veniva a mantenere in fede ed obbedienza gli Ungaresi, che sono da sè persone finte, e poco obbedienti: e con l'obbedienza loro facendo che dessero quel più di cavalli e di gente che potevano secondo i bisogni (e con l'aiuto che gli dava ancora questo illustrissimo dominio) combattè più volte co' Turchi e li ruppe, e mentre che visse fu molto temuto da' Turchi e stimato da ognuno. Ma insieme con la morte sua, morì ancora, si può dire con verità, il valore dell' Ungaria, e la difesa di quel regno; perchè venuta quella corona in Ladislao di Polonia, uomo amico della quiete e buona persona, il quale se bene oltra il regno d'Ungaria aveva ancora quel di Boemia, non per questo

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seppe difendere da'Turchi, che ogni anno penetravano dentro al regno pigliando di molti castelli. Successe poi nel 1516 nel detto regno Lodovico figliuolo di Ladislao, assai simile al padre, sotto il quale, nel 1521, si perdè Belgrado, luogo di tanta importanza; poi, nel 1526 alli quattro di giugno, nel campo di Moach, esso re, venuto coll'esercito suo alle mani con quello del Turco, fu rotto e morto con gran numero de' suoi. D'allora in qua sempre le cose di quel regno son andate peggiorando, non manco per l'inimicizia turchesca che per discordia dei signori cristiani; perchè non avendo il re Lodovico lasciato figliuoli eredi, nacquero le discordie tra il re de'Romani e Giovanni vaivoda di Transilvania, che è come dire vicerè, il quale si pose in animo di farsi eleggere re d'Ungaria. E subito, partito il Turco, l'istesso anno del ventisei, venne di Transilvania ed entrò in Buda, e convocata la moltitudine, col favore del popolo, e di pochi baroni, fu eletto re, ed entrò in possesso delle terre, e luoghi del regno. Ma il re de' Romani, come quello

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