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che già pretendeva essere re di Ungaria per eredità della regina sua moglie ', non facendo molto conto di Giovanni, attese a farsi eleggere e ad entrare in possesso del regno di Boemia, il che venendo a dar tempo al vaivoda di farsi eleggere re, costrinse poi questo a cercare per ogni via di mantenersi. Andò poi il re Ferdinando in Ungaria con l'esercito, e si fece coronare, e scacciò il re Giovanni di stato, impadronendosi di tutto il regno con la Transilvania insieme, e lo costrinse a fuggire in Polonia: dove esso re de'Romani mandandogli a dire che si partisse, altrimenti intimava la guerra a quel regno, il re Giovanni rispose al messaggiero: dirai al tuo re che non ha ben pensato; perocchè s'io non troverò il Levita che mi ajuti, ricercherò il Samaritano, come fece; che mandò al Turco, il quale volentieri si offerse di rimetterlo in stato.

Venne il Turco l'anno del ventinove, ed assediò Vienna per giorni trentatrè, e non la potendo pigliare, ebbe Buda, che gli diede il re Giovanni, essendo a lui restati molti altri luoghi. Questo piede prese il turco in Unga

ria

per favore del re Giovanni, che lo fece venire dell'altre volte ancora: e del trentadue venne per andare sotto Vienna di nuovo; ma inteso che l'imperatore vi era in persona con grossissimo esercito, ritornò indietro essendo giunto poco distante da Vienna, e ritornò accelerando molto il cammino, dubitando di non essere raggiunto dall'imperatore. Nè io sò trovare la causa perchè sua maestà non pensasse di spingersi innanzi, almeno dopo partito il Turco, per tentare di recuperare Buda; la quale sebbene è stimata in quelle parti fortezza

Sorella del defunto Lodovico, come abbiamo altrove veduto.

inespugnabile, è però manco che mediocre, per quanto m'afferma chi l'ha molto ben veduta e praticata. Ma l'imperatore ritornò addietro ancora lui, e l'esercito si disfece. E per quanto poi abbia ben otto volte ritentato di ricuperar e Buda ed altri luoghi dalle mani del re Giovanni e del Turco, mai ha potuto fare cose buone, per causa, com' io ho inteso biasimare, de' capitani suoi In fine, nel 1539, segui la pace fra questi re per mezzo dell'imperatore, con condizione che il re Giovanni fusse re mentre che viveva, ma che morendo senza eredi il tutto venisse al re de' Romani; e avendo figliuoli eredi, avessero questi solamente il patrimonio, che era di cento mila ducati di entrata, e la moglie, che aveva pigliata allora, figliuola di questo redi Polonia ',avesse tutta la somma dei danari della sua dote. Così si ritornò in pace sino alla morte de re Giovanni, che fù del 1540; ove dimandando il re alla regina ed a frate Giorgio governatore del figlio allora nato, che gli osservassero i patti rinunziandogli il regno, non si volsero accordare e mostrarono di venire alla guerra; onde il re, fatto esercito, mandò Rocchendolf capitano generale sotto Buda: ma per i molti ed enormi disordini, che fecero quei soldati, e specialmente per il capitano, non si prese. Ma vedendo anco il frate che non poteva conseguire da sè intera vittoria, chiamò il soccorso del Turco, che venne l'anno del 1542, ed ebbe la città di Buda, che gli fu consegnata e concessa in nome del figliuolo del re Giovanni, il quale fin oggi la possede: poi prese Cinque chiese (Funfkirchen), Strigonia (Gran), Albaregale (StuchVessemburg) ed altri luoghi l'anno 1543. E non ha fatto

Isabella figliuola di Sigismondo il grande e di Bona Sforza. 2 Di costui vedi più innanzi.

impresa con esercito grosso, ma bene per valore de' suoi, massime di Mehemet, che è stato molti anni bassà di Buda.

Il regno di Ungaria integro è molto grande, perchè confina da levante con la Bulgaria, e Valachia, da tramontana con la Moldavia, Podolia e Polonia, da ponente con la Moravia e Austria, e da ostro con la Servia, Bosnia e Schiavonia. È lungo da levante in ponente sedici giornate, largo da tramontana in ostro sette, ed è il più fertile paese che sia in Europa, e produce tutto buono; pane, vino, carne, frutti, salvaticini, erbe, e finalmente tutto quello che può desiderare un'uomo, oltra le miniere. Ha grandissime campagne, onde il vivere de' cavalli è a buonissimo mercato. Ha diversi fiumi, la maggior parte navigabili che lo bagnano: il Danubio, che è il principale, e corre tutto per il lungo da ponente in levante; la Drava, e la Sava, che sboccano dalla parte di ostro nel Danubio; il Tibisco similmente, che è grossissimo fiume della parte di tramontana, con altri che non sono nominati. Non ha molte città, rispetto al gran paese che è, nè grandi: la principale è Buda così detta da Budo fratello di Attila, che la fabbricò.

È diviso ora tutto questo regno in tre parti; l'una possiede il Turco, che è la maggiore, dalli confini suoi fino a Buda; l'altra possiede il re, fino in Austria; la terza possiede il figliuolo del re Giovanni, che è la Transilvania, che è ora la miglior parte di tutte: perchè, oltra che è fertilissima quanto ciascun'altra, è anco più ricca per avere miniere di ogni metallo, ed anco di argento e d'oro, e montagne di sale, del quale si cava grossa entrata ; oltra che questa provincia non ha mai patito, nè mai ha avuto Turchi dentro. Sono in ciascuna di queste tre parti baroni, nobili, e cittadini; ma

po

la maggior parte sono in Transilvania, la quale ha il tere di fare venti mila cavalli e buon numero di fanti: il re ne ha molti sotto di sè, ma male obbedienti, se bene ancora si dice che sua maestà farà sopra il suo più d'altri tanti. I manco baroni sono sotto il Turco, perchè egli non li vuole, e si sono fuggiti da quel luogo. La Transilvania è tutta governata da fra Giorgio, che è vescovo di Varadino, ed era prima consigliere del re Giovanni; il quale lo lasciò per testamento governatore del figliuolo e stato suo: è di natura crovato. La parte del re si governa ed è giudicata dall'arcivescovo di Strigonia; ma le città in particolare sono governate dai ministri del re, se bene sono poche, ma però alcune di molta importanza rispetto al solito, e che si fariano fortissime; ma la negligenza che usano è grandissima, non avendo mai applicato l'animo per forticarle pure una volta. Sono gli Ungari uomini di mala natura, fieri, ed hanno fama di mancatori di fede; hanno bisogno di un re che sempre gli tenga una spada addosso, il che non si facendo è causa di molti inconvenienti; perchè molti baroni, anche ne' luoghi che ora tiene il re vedendo le cose di quel regno andare ogni di peggiorando, si sono dati ad usurpare i beni di quel che può manco di loro; e molti hanno ancora tolti di quelli che s' aspettano a sua maestà. Generalmente tutti gli Ungari sono valorosi, e nella guerra di Sassonia, così quando erano soli, come poi con l'imperatore, si sono portati molto bene; e se l'imperatore vorrà andare in persona all'impresa di Ungaria, dicono gli Ungari che faranno cose grandi tutti insieme; tra i quali s' includono anco i preti, che sono padroni di molte entrate con obbligo de' cavalli, come l'arcivescovo di Strigonia, quale soleva avere da ses

santa mila ducati di entrata, con obbligo di tenere ottocento cavalli. Possiede poi anco sua maestà parte della Croazia, e tiene il capo d' Istria; luoghi importanti per essere confini de' Turchi. E questo voglio che basti aver detto circa li stati, e regni sottoposti al re de' Romani.

Potrei ben ragionare di quelle provincie là verso il Reno delle quali feci menzione di sopra, come il contado di Ferretto, la Sincovia, la Biscovia, e l'Alsazia; ma perchè sua maestà non vi va quasi mai, ed io non vi sono stato come in tutte le altre, basterà dire che sono sue, dategli dall' imperatore già alcuni anni per possederle in vita, in ricompensa, come alcuni dicono, delle spese che fece il re nella gente che mandò a favore del l'Imperio nell'anno della presa del re di Francia; ma poi già otto anni glie l'ha conferite per lui e suoi eredi. Sono provincie, si come si intende, non molto grandi, ma molto belle e fertili, e confinano con il contado di Tirolo da levante, e vanno verso il Reno e lago di Costanza. Ha il re un capitano in quelle; e tutto quello che s'appartiene a sua maestà è impegnato; e le appellazioni di quelle sentenze vanno al reggimento di Tirolo. Ha il re ancora parte del paese de'Grisoni, che pure ha impegnato. Ritiene poca obbedienza da quelle genti, le quali non restano di servir Francia; e dagli abitanti di questi cantoni sua maestà non vi è mai stata, nè vi manda mai. Quelli che sono lì in possesso dei luoghi impegnati mantengono al meglio che possono la giurisdizione loro: nè voglio sopra a queste provincie ragionare più a lungo.

Ma perchè il principal titolo di sua maestà è quello di re de' Romani, che non vuol dire altro che successore all'Imperio, nel qual reggimento si deve credere che abbia a succedere, per essere e più giovane e più sano dell'im

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