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uomo di molta stima. Quarto ed ultimo, non avendo l'imperatore chi nominare che lo meritasse, nominò il marchese di Marignano, ancorchè egli avesse il carico di capitano dell'artiglieria: ma perchè il marchese non sa parlare tedesco, e i Tedeschi non vogliono ubbidire ad alcuno di nazione forastiera, un nepote del marchese, che è tedesco, giovane di sedici anni, ebbe il carico in nome dello zio. E pure si cominciava una guerra all'imperatore di tanta importanza.

Nella guerra di Sassonia vi è stato il duca Maurizio tenuto uomo animoso e bravo, ma precipitoso e di pochissima considerazione; sì che se non era il signor Pirro Colonna, e il conte Battista di Lodrone3, nella presa del marchese Alberto, quanto a lui, si perdeva l'esercito tutto del re, come mi ricordo di avere allora scritto a vostra serenità.

E se vorremo considerare gli altri principi di Germania che hanno avuto parte in questa guerra, e che sono stati amici all'imperatore, o neutrali, diremo che il marchese di Brandemburgh, elettore, ebbe già il carico di andare in Ungaria con l'esercito pagato dall' imperatore per tanto tempo; e dal partire da Vienna all'andare verso Pesth stette tanto, che prima che giungesse, venne il fine del tempo suo, perchè non aveva rispetto, senza alcuna causa, fermarsi in un castello e starvi otto di ad imbriacarsi. Il conte Palatino, che è vecchio, non ebbe carico mai se non che quello di difendere Vienna, e la difese avendo appresso di se Felz, il conte di Salm,

Vedi la nota seconda a pag. 309.

2 Vedi la nota prima a pag. 310.

3 Della famiglia dei Lodroni è discorso più innanzi, sul fine della Re

lazione.

e Roccandolf, che tutti sono morti. E se vogliamo ragionare del duca di Brunsvich, diremo che le operazioni ch'ei fece in Italia', quando venuto con così bell'esercito, ritornò presto indietro con tre cavalli soli per non sapere più oltre, e l'essersi ora così facilmente lasciato prendere dal langravio, sarà causa che non lo vorrà più alcuno avere per soldato.

Di quelli poi che sono stati contro l'imperatore, li solinominati erano il duca Gioan Federico e il langravio; che nel resto non vi era uomo che fusse stimato negli ordini più bassi. E anche quanto a loro due, se vogliamo giudicare le cose con l'esperienza in mano, vedremo che hanno fatto grandissime bravarie e tristissimo fine; avendosi il duca lasciato prendere così malamente, e, mentre ebbero l'esercito insieme, non avendo mai saputo fare operazione alcuna di valore nè di consiglio. Perchè non vennero pure a scaramuccia se non in ordinanza, e con grandissimo avvantaggio, e perdettero di molte belle occasioni, come quella d'impadronirsi nel principio di tutto il Tirolo senza un contrasto al mondo, e privare l'imperatore e il re di quello stato e di quei soldati, e non lasciar luogo aperto ove potessero passare gli Spagnuoli, e gl' Italiani che venivano; ed in somma questo tratto solo gli dava la guerra vinta: e questo è così chiaro, che e l'imperatore, e poi il re l'hanno detto, e ognuno lo confessa. Oltra di ciò, quando le due maestà erano in Ratisbona senza pure un fante, con le corti, e fra inimici da ogni banda (poichè quei di Ratisbona volevano peggio all' imperatore, che altri; che furono trovati poi più volte aver voluto tradirlo),

Nell' estate del 1528.

se essi Smalcaldi, come andorno verso il Tirolo, venivano verso Ratisbona, era necessario o che le maestà loro si lasciassero chiudere in quella città, il che credo non averebbono fatto mai, o vero che si mettessero in barca, per andare verso Vienna, o in qualche altro luogo simile, abbandonando l'impresa di Alemagna, senza che restasse, a giudicio di ognuno che sa, alcun rimedio più all' imperatore, e al re. Ma non lo fecero, anzi diedero tempo a sua maestà, che non aveva ancora il conte di Buren, di provvedersi. Così ancora, se come bombardorno l'esercito suo a Ingolstadt, avessero seguito a dar la battaglia al campo, che in parte non era fortificato, non è uomo che non confessi che conveniva di necessità a dette maestà restar vinte, e prese: oltra che, avendo tanto esercito quanto avevano, non dovevano lasciar passare monsignor di Buren, che era il membro principale delle forze dell' Imperio, avendo il Reno in mezzo. E quando poi deliberarono di ritirarsi, e il duca Giovanni Federico di partirsi per recuperare li stati suoi, commisero nuovo errore, e non dovevano farlo; perchè abbattendo l'imperatore, non aveva difficultà il duca di recuperare lo stato, o anche non abbattendolo, ma tenendo il campo per l'inverno solamente, Ulma, Augusta, e lo stato di Virtembergh non cedevano; ed essendovi mezzo dell' inverno l'imperatore non poteva accamparsi, nè battere le terre, e non aveva danari, e le genti sue erano mal condizionate, di modo che Dio sà quello che saria stato l'anno futuro.

Dovremo adunque giudicare buoni capitani questi che fanno di questi errori, e perdono non una ma tante occasioni di questa importanza, che ciascheduna di loro poteva senza dubbio dargli la guerra vinta? no certo.

Lascio poi star di dire molte altre cose, che si potrebbono addurre in questa materia; e della negligenza che usarono in non levare la polvere, che l'imperatore ebbe da Norimbergh, e l'artiglieria che venne da Vienna: ma vengo ad esperienze più chiare, che ci mostreranno quello che vagliano i capi, e i soldati privati insieme.

Tre fazioni sono state fatte nella guerra di Sassonia; la prima sotto Adorf, quando le genti del re de' Romani, Ungari, Tedeschi e Boemi, andorno a conquistare l'elettorato. Giunte vicino a Adorf, gli Ungari andavano innanzi per scoprire; e sapendo le genti del duca Giovanni Federico che i nemici si approssima vano, uscirono della terra otto bandiere di fanti e quattrocento cavalli armati e benissimo all'ordine, e stimati li migliori di Germa. nia; ma appena visto il nemico, facendosi spalla della terra, si misero a fuggire, avendo innanzi concluso di aspettare e di combattere con lui. Nondimeno l'antiguardia degli Ungari, che non erano più di trecento cavalli armati secondo il solito loro, li raggiunse; e perchè, cavalli e fanti, avevano nella fuga buttate le armi, quei trecento Ungari soli tagliorno a pezzi i due terzi di quei soldati con perpetua ignominia di quelle genti. E questa prova doveria parere ad ognuno tale, che si dovesse cominciare a credere, che non siano i Tedeschi tanto valorosi.

La seconda fazione fu quella del marchese Alberto di Brandemburgh, il quale si ritrovava in Rochlitz, castello cinto di mura, con quattro mila fanti dei migliori dell'imperatore, e due mila ottocento cavalli armati.Avendo il nemico vicino, non stà con guardia; non ha alcuno fra tanti soldati che la faccia; si lascia imbriacare dalla duchessa sorella del langravio; e la notte si trova gli ini

mici intorno, sì che vien preso con tutti i suoi, come bestie. Parerà questo valore di chi fece quella impresa; e se mi fusse detto se quei che la fecero furono Tedeschi, rispondo che sì: ma non fu però valore dei Tedeschi, ma il tradimento della donna, fondato sulla dappocaggine dei nemici. Oltra che si vedde poi quello che valsero ancor loro nella occasione, che trovandosi a sole sette leghe di dove era il re con tutti noi con dieci bandiere di fanti sole, e lui (l'elettore) tanto superiore in campagna, tamen non gli bastò mai l'animo di farsi innanzi; il che era causa, che il re fuggisse con molta vergogna e con perdita della reputazione. O se, lasciato il re, fusse andato in Boemia, era fatto re. E in ciascuno di quei due casi, i Boemi, che già erano mossi e assai apertamente ragionavano contra il re, l'averian fatto senza alcun rispetto; il che accresceva molte forze a lui, e le diminuiva al re. Adunque bisogna credere, che in loro non vi sia nè giudizio nè valore.

Vi è la terza, della rotta di Giovanni Federico (a Muhlberg); il quale con tutti i vantaggi del mondo fugge

e

disperde l'esercito suo in modo, che l'imperatore in tre di acquista diciassette bandiere. Ha il fiume Elba tra lui e l'imperatore; non è uomo di loro che non creda che il fiume si possa guazzare (che ha la maggior parte dello stato suo sopra quel fiume; e non solo in questi luoghi, ma in molti altri si è trovato poi che si guazza), pure cammina con le genti sue senza riguardo. L'imperatore non ha artiglieria: egli ha il bosco che l'aiuta e favorisce i suoi fanti, e cagiona gran danno ai cavalli dell' imperatore. Ha ancora la palude da una banda che l'assicura, e non di meno non combatte, anzi voltano tutti le spalle, e gettate le armi si mettono a fuggire:

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