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cenziò le genti del duca Maurizio, poi quelle di Baviera, e finalmente anco il marchese di Marignano col capitano Battista di Lodrone; e lasciato tre bandiere. di fanti nel castello con duecento cavalli, oltra la persona e corte del principe Ferdinando', si partì per venire alla dieta convocata in Augusta, ove giungemmo alli venti di ottobre, nella quale, come la serenità vostra intese per lettere, si risolverono quei principi di concedere e rimettersi al concilio di Trento, di dare autorità a sua maestà cesarea di dettare il modo di vivere in Germania finchè il concilio avrà fine, di statuire la camera imperiale, e che per questo anno l'imperatore possa elegger li giudici. Le quali cose, che erano le principali e più importanti, essendo state terminate secondo il volere di sua maestà; ancorchè fra i principi, e massime protestanti, vi fusse qualche difficultà, pare a molti che l'imperatore possa dirsi assolutamente disporre delle cose di Germania, avendo massime ottenuto da poi quel mandato, che nessun Germano possa andare al servizio d'altro principe, sotto pena di morte: e però reputano sua maestà tanto più potente di prima quanto importa no le forze della provincia di Germania soggiogata da lui in questa guerra.

Ma perchè io non veggo le cose ancor ridotte a questi termini, dirò quel che io sento in questa materia, qual reputo di molta importanza. Ogni principe che fa guerra deve farla avendo l'onestà per sua principale, e l'utilità per sua ultima fine; nè quella si può reputare utile che non acquista stato o danari. Ora ognuno sa che sua maestà cesarea non ha acquistato per sè in

Suo secondogenito.

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tutta la Germania altro che Neuburg, che era del duca Ottoringo di Baviera, che è di poca importanza, e che, con tutte le pertinenze sue, non arriva a venticinque mila fiorini di entrata, che sono diciotto mila scudi. E quanto a danaro si sa che ha mantenuto l'esercito intiero un'anno continuo, cioè da luglio a luglio (perocchè nella fine del luglio del quarantasei quando sua maestà si partì di Ratisbona per andare incontro agl'inimici, aveva già in essere i Tedeschi del marchese di Marignano, e del signor Aliprando Madruccio; e quando ritornato poi della guerra di Sassonia, lasciato le bandiere in Ulma, e venuto in Augusta, licenziò tutti i Tedeschi, eccetto quelli del Madruccio, fu di luglio del quarantasette) nel qual tempo ha speso senza dubbio, a giudicio di ognuno dei suoi che lo possono sapere, almeno tre milioni d'oro (se bene altri dicono molto più) oltra la spesa che gli è convenuto fare, e fa tuttavia, per non si fidare disarmato in Alemagna, che non è poca; perchè ha cinque mila Spagnuoli, se bene non sono in essere più di quattro mila, dieci bandiere di Tedeschi in Augusta, come ho detto, sotto Madruccio, nove in Ulma, e i cavalli di Napoli e di Fiandra. E di guadagui poi, se se gli fa buon conto, si troverà che sua maestà cesarea non ha cavato di Germania, computati i danari delle terre e dei principi che se gli sono resi, più che un milione e cinquecento mila fiorini, che sono un milione di scudi. Di modo che si vede chiaramente che sin qui la guerra di Germania non ha apportato utilità all'imperatore nè di stati nè meno di danari, anzi in questo grandissimo danno, e per il passato, e per quello che tuttavia corre. Ma mi si potria dire da alcuni che egli ha acquistato maggiore obbe

dienza che prima: al che rispondo, che è vero che ora è più obbedito e temuto che non era innanzi a questa ch'egli

guerra; ma è da sapere ch' egli ha acquistato anco maggior odio; perchè innanzi se li principi e le terre di Germania non l'amavano perchè l'avevano sospetto per la sua grandezza e per l'animo suo volto al dominare, tanto meno l'amano ora quanto più è augumentato e rimasto superiore.

Il conte Palatino l'odia per sapere che da quando è diventato luterano' non è più amato dall'imperatore, e perchè non è fatto quel conto di lui che se ne faceva prima; che ora l'imperatore l'ha mandato più volte a negoziare da Granvela, e prima per qualsivoglia cosa Granvela andava da lui.

Il duca Maurizio sta di mal animo per la ritenzione del langravio suo suocero, che gli fu attribuita a tradimento; che se bene non ha colpa in questo quanto all'onore, pur non ostante gli pesa.

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Il marchese di Brandemburgh similmente, per questa medesima causa del langravio, che si condusse in corte sotto la fede dell' uno e dell'altro, e perchè l'imperatore denegò un vescovato per un suo figliuolo, che per certe cause gli pareva che non potesse essere denegato.

Lo era innanzi la guerra, egualmente che il duca Maurizio.

* Maurizio di Sassonia e l'elettore di Brandemburgo, per riguardi d'amicizia e di parentela, e non forse senza arcani fini politici, eransi adoperati presso l'imperatore per ottenere al langravio una sentenza meno dura di quello che fosse a temersi ; e fidato nelle loro assicurazioni, erasi questo vinto ribelle condotto in Hall ad implorare personalmente il perdono di Carlo. Ma ivi, contro le formali assicurazioni dei prefati due principi, fu dall'imperatore dichiarato e trattenuto suo prigioniero, senza determinazione di tempo.

Il duca di Baviera è stato sempre contrario all' imperatore, e tanto più ha avuta sempre sospetta la grandezza della casa d'Austria quanto che lo stato suo è tutto circondato da questa. Pure per causa della religione, e per timore che gli Smalcaldi non crescessero troppo in speranza di acquistare alcuna cosa, aiutò l'imperatore in questa guerra, e mise lo stato suo in tanto pericolo quanto si sa; il quale pati ancora non poco per le ruine che gli fecero dui eserciti che molti giorni vi stettero sopra. Nondimeno, finita poi la guerra, non ha avuto cosa alcuna dall'imperatore, nè pure il ducato di Neuburgh, se bene è poca cosa e in casa sua, e che gli viene per eredità, per non avere il padrone figliuoli, il che ha fatto che maggior odio abbia conceputo contro l'imperatore; oltre che questi volse da lui, e dall'arcivescovo di Salzburgh suo fratello, cento cinquanta mila fiorini per conto delle spese che faceva in Germania, e non ha rispetto alcuno al duca di Virtemberg suo cognato e nipote.

Il duca di Virtemberg è stato privo delle fortezze sue, ha dato danari, ed è ora chiamato in giudizio per levargli lo stato dalle mani'.

Il duca di Prussia è non solo inimico, ma posto in bando imperiale'.

Lo stato poi gli rimase; bensì fu obbligato a smantellare le sue fortezze, e a pagare trecento mila corone.

2 » La sentenza del bando imperiale, la più rigorosa immaginata dalla » giurisprudenza alemanna onde punire i traditori e i nemici della patria, >> privava i membri del corpo germanico, che ne venivano colpiti, d'ogni » privilegio da essi goduto: n'erano confiscati i beni, sciolti i sudditi dal » giuramento d'obbedienza, e legittimava ed autorizzava l'invasione dei » loro dominj. Occorreva, per statuto, l'intervento di una dieta dell'Im» pero, perchè ne potessero i membri essere assoggettati al bando; ma Car»lo V non curò talvolta questa formalità.» (Robertson L. VIII ).

Li duchi di Pomerania sono stati in questa guerra contro sua maestà, nè mai da poi sono ritornati in grazia, nè mai, che si sappia, hanno tentato di averla.

Dei duchi di Sassonia non occorre ragionare, perchè e il fratello di Giovanni Federico ed esso, essendo prigione e privo dello stato, si può credere che non averanno mai buon animo verso la casa d'Austria. Quanto al duca Augusto, egli segue in tutto Maurizio suo fratello.

Restano per l'imperatore il duca Enrico di Brunsvich, che fu prigione del langravio, uomo di poco valore con due figliuoli e dui germani tutti giovani, e senza barba; e il duca Ernesto, che è il solo che abbia fama di valoroso, ha sempre seguito la parte contraria all'imperatore, e fu preso insieme con Giovanni Federico di Sassonia.

Della casa di Braudemburg vi è per l'imperatore il marchese Alberto, che fu preso in Rochlitz, e il marchese Giovanni fratello dell' elettore, uomini da non farne molta stima, e che in una fortuna avversa seguirebbono chi vincesse.

Le città sono poi di mal animo verso l'imperatore, perchè sono state vinte da lui, e, dopo molte spese sostenute nella guerra, è bisognato loro dare danari, e molto più ancora perchè egli vi tiene soldati dentro per guardia, li quali fauno come vogliono, e tutto il dì fanno qualche ingiuria a quei cittadini; che quantunque non siano cose che meritino punizione, a loro che sono usati di vivere liberi pare assai: e bisognerà ancora che li paghino, perchè non è conveniente a credere che l'imperatore voglia da altri stati trarre questa spesa ordinaria che dallo stato di Germania. Tal che si può cre

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