Sayfadaki görseller
PDF
ePub

I

passa senza toccare lo stato di alcun signore vicino. È ben vero che la Gheldria ed il paese di Cleves si stringono molto tra la Brabanzia e l'Olanda, e specialmente lo stato di Gheldria, che non solamente si contiene tra la Mosa ed il Reno, ma passa ancora tra li rami del Remo. In questo stato di Gheldria l'imperatore, come erede testamentario dell'avo del duca presente, che esredò il figliuolo, pretende assai ragioni; per le quali e il duca Filippo e il duca Carlo, che fu suocero dell'imperatore Massimiliano3, tennero eziandio tutto il ducato fino alla morte loro. Ma morto il duca Carlo, rientrò poi il padre del duca presente esredato, ed esso in vita, e poi il figliuolo dopo lui, l'hanno posseduto fin'ora, ma sempre quasi in guerra con il re Filippo 4, e con l'imperatore presente; finchè si fece l'accordo in che sono ora, nel quale il duca detto, avendo perse alcune importanti terre sue, astretto infine, cesse il ducato in questo modo, che, mancando lui senza erede maschio, pervenisse all' imperatore e discendenti suoi; e fino da allora si fece che il popolo lo conobbe per ereditario signore giurandogli l'obbedienza. Per il che si spera da sua maestà di entrare, dopo morto lui, alla possession di esso; ma pur da molti si dubita che ciò non gli possa succedere senza guerra, pretendendovi il duca di Lorena per

Il Buono, di Borgogna.

211 Temerario, figlio del detto Filippo.

3 L'imperatore Massimiliano 1 sposò Maria di Borgogna unica figlia di Carlo il Temerario, per cui passò il dominio delle Fiandre alla casa d'Austria; prima nella persona dello stesso Massimiliano, poi in quella di Filippo suo figlio, detto il Bello, ereditiero del titolo di duca di Borgogna, e finalmente in Carlo V figlio di questo Filippo.

4

sopra detto Filippo il Bello duca di Borgogna, e re di Castiglia per le ragioni dette nella precedente Relazione.

essere figliuolo di una unica figliuola del detto duca di Gheldria, e stimandosi che esso avrà ancora per se il duca di Julich', e il duca di Sassonia, per essergli quello suocero ed il figliuolo di questo cognato*.

Oltre il detto stato di Gheldria, si tiene quasi per fermo che il conte di Frisia, che ha la parte più orientale di essa, sia per farsi vassallo dell'imperatore, per avere con tal protezione più sicuro lo stato suo contro il duca di Gheldria.

Nè mancano similmente di quelli che dicono che abbia a seguire il medesimo dello stato di Liegi che segui di Trajetto, che almeno dopo la morte del cardinale sia per averne detta maestà il dominio temporale. Le quali cose tutte se gli succedessero, faria sua maestà di detti stati uno stato amplissimo e così forte e potente, si per lo sito, come per la ricchezza di molte buone terre e moltitudine de' popoli attissimi alla guerra, che si potria forse comparare di forze a qualunque altro regno dei cristiani.

In tutti li detti stati vi sono bene ancora molti siguori che hanno terre e stati d'assai entrata, ma tutti però sono soggetti all' imperatore come duca di Borgogna e signore di questi paesi, benchè chi più e chi meno; e per ogni ora che si domanda da lui qualche servizio di denari alli sudditi di tutti questi, senza sminuirsi però punto le entrate dei loro signori, è pagato in proporzione di quello stato di cui sono pertinenti.

Non ha di tutti questi stati suoi molta entrata ordinaria, perchè e dal duca Carlo prima, e poi dal re

Lülich in tedesco, Julièrs in francese.

2 E fu il vero, come vedremo a suo luogo. 3 Vedi la nota a pag. 50.

Filippo, ed infine da esso imperatore sono state fatte di tempo in tempo molte alienazioni, si che dalli primi stati suoi non cava di entrata ordinaria più di ducati cento cinquanta mila, delli quali si spendono in giudici, notari, ed altri simili ministri per tutto il governo e reggimento di essi, circa ducati ottanta mila, sì che vengono a restar netti solo ducati settanta mila.

Dello stato di Trajetto nuovamente acquistato non cava ora cosa alcuna di entrata netta, anzi questo, per li presidj che pur convien tenervi, ed alcune fortezze che fa fabbricare, gli è piuttosto di spesa; ma fornite queste fortezze, si crede che s'allevierà della spesa di sorta che ne trarrà buona somma di denaro.

È ben vero che servendosi l'imperatore di questi stati suoi non meno di quello che faccia il re cristianissimo delli popoli e vassalli suoi di Francia, così di gente in tempo di guerra, come di denari in ogni tempo, estraordinariamente cava de' sussidj, che domanda di tempo in tempo, molti denari; e questa volta ha impetrato dalla Brabanzia e Fiandra principalmente, e poi dalli altri stati tutti un milione e cinquecento mila ducati, da essergli pagati in anni sei che verriano ad essere l'anno ducati dugento cinquanta mila.

Di questi tali sussidj che di tempo in tempo, secondo li bisogni, si domandano, si sogliono pagare tutte le genti d'arme ed arcieri che si tengono dall' imperatore in questi stati suoi, e fare ancora tutte le spese delle guerre che nascessero in questi paesi; siccome nelle guerre passate che hanno avute e dal duca di Gheldria e dal re cristianissimo nelli loro confini, hanno continuamente fatto di modo che questi stati, senza alcuna altra spesa dell'imperatore, hanno sofferto tutto il carico

della spesa soli. Di tal gente da guerra così pagata da questi stati l'imperatore non solamente si serve nelli bisogni delle guerre di Fiandra, e stati congiunti; ma non essendo questi molestati da guerra, se ne serve ancora nelli bisogni suoi di guerra d'ogn'altra parte di fuora, siccome hanno le signorie vostre veduto nelle guerre passate venir più volte in Italia queste genti d'arme e cavalli chiamati Borgognoni, tra quali sono state le compagnie di monsignor di Rocnx',che si diceva in Italia della Rosa, che fu già prigione in questa terra, e del marchese d'Aerschott 2. Medesimamente di tali denari ancora, quando vuole, si serve in altri luoghi, dove il bisogno maggiore l'astringe; il che parimente ha fatto nelle guerre passate d'Italia, che ha tolto e speso in esse li denari che si davano d'anno in anno delli sussidj per il pagamento di tal gente, che per ciò erano restate in credito delle paghe loro, qualche compagnia di due, qualcuna di tre ed anche di quattro anni: e tutte è convenuto questa volta saldare delli denari dell' ultimo sussidio. Per tali spese fatte nelle guerre si proprie, come in altre provincie, si dice dai Fiamminghi per certo, il che ho inteso io da monsignor di Chera specialmente, che fu uno delli tre oratori mandati a vostra serenità da Bologna, sua maestà aver tratto da questi stati suoi, da poi che andò in Spagna, una gran somma d'oro, la quale par forse difficile a credersi, perchè passa il numero di più di sei milioni.

Queste genti d'arme ed arcieri, che tengonsi ordi

Il testo dice Rus. Daremo in nota, quali li troviamo nel testo, i nomi più singolarmente svisati nei codici, non per altro che per renderne più facile la intelligenza a quelli che in altri manoscritti del tempo, o in trascurate edizioni si avvenissero nei medesimi.

2 Il testo dice Araset.

nariamente nella forma detta, sono di sei compagnie d'uomini d'arme con cento arcieri per una, al modo ed ordine medesimo delle genti francesi, servendo li uomini d'arme con tre cavalli per uno, e li arcieri con un cavallo solo per ciascheduno.

Li uomini d'arme hanno veramente di soldo ducati cento ventotto per uno l'anno, e li arcieri sessanta, che fanno in tutto di spesa l'anno ducati settantaquattro mila quattrocento. Li capitani di queste compagnie sono il conte di Bures', che è capitano generale di tutte, il conte di Nassau, monsignor di Fiennes, il marchese d'Aerschott, monsignor di Beaurain, ed il duca di Gheldria.

Ha detto capitano generale per la provvisione sua ducati tre mila l'anno, e li altri tutti per la loro ducati mille e cinquecento l'anno per uno, computando in queste le provvisioni dei capi delli arcieri, che sono posti e pagati ciascheduno dal capitano suo; sì che verria a montare la somma di tutte queste provvisioni a ducati dieci mila cinquecento l'anno.

Ha il duca di Gheldria, oltre questa provvisione, dall'imperatore d'annua pensione, per l'ultimo accordo sopra detto, ducati venti mila, che vengono a fare in somma tutte le sopra dette spese ducati cento quattro

mila novecento l'anno.

Al detto duca fu data la compagnia sua al medesimo tempo dell'accordo, la quale s'usa al servizio dell'imperatore come l'altre, ed è pagata continuamente meglio delle altre;e restando tutte le compagnie ad avere

Il testo dice Bura. Martino Du Bellay nel 1537 combattendo in Piccardia fu debitore della vita al figlio di Ini. (Mart. Du Bellay, L. VIII.)

« ÖncekiDevam »