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loro in quei pochi soli i quali erano non nelle parole solo diversi, ma nel senso delli articoli contrarj, volle che tra pochi eletti dall'una e dall'altra parte fosse conferito insieme, per vedere se si potessero pur ritrarre dall' errore quelli massimamente che non di cerimonie ed astinenze de' cibi, ma d'altro più importante sparlassero. Il che non si potendo ottenere, offerì infine per decisione di tutto un concilio con tal condizione solamente, che vivendo pure a modo loro fino alla celebrazione di quello, si astenessero almeno dal torre li beni ed entrate delle chiese, e cessassero di più far predicare queste nuove opinioni loro, e d' astringere li monaci e monache, che ancora vivevano nella religione, ad uscire delli monasteri, e maritarsi, e lasciare i riti e modi del vivere e creder cattolici al dispetto loro. E per indurli a consentire a si buono effetto usò con loro il mezzo di molti principi congiunti di parentela e confidenti loro; ed esso medesimo prima con parole dolci ed umane esortandoli, come se fratello o padre stato li fosse, poi, queste non giovando, con gravi e minacciose, come ad imperatore cristianissimo si conveniva, tentò di ridurli a questa conclusione. Ma finalmente quando li vide più duri ed ostinati fece in ciò fare la determinazione della dieta, nella quale s'ordina quanto da ciascheduno s'abbia da osservare in tal materia ', intimandosi di proceder contra li inobbedienti con la pena del bando imperiale. Nè alcuna cosa però ha giovato mai con alcuno di questi, li

« Condannavasi la più parte delle tesi sostenute dai Protestanti, vic<< tavasi ad ognuno il proteggere, o tollerare chi le insegnava, ingiunge« vasi una stretta osservanza dei riti stabiliti, e proibivasi qualunque ul«teriore innovazione sotto pene severe. » (Robertson, vita di Carlo V, Lib. 5.0)

quali benchè hanno dimostrato di fare pur qualche stima della pena del bando imperiale (e però più volte hanno supplicato all' imperatore che fosse contento di sospender la pubblicazione di esso fino alla celebrazione del concilio, sebbene l'imperatore, senza però fare alto alcuno contrario, non ha mai detto di volerla sospendere) nondimeno sono stati sempre ostinatissimi nelle opinioni loro, ed alcune terre di poi si sono scoperte luterane, ed altre luterane son declinate a setta ed eresia ancor peggiore. Il che veduto, sua maestà, per far l'ultima esperienza, deliberò di tenere la seconda dieta, la quale chiamò prima in Spira, dove parendo a molti dei principi il luogo, per la distanza delle loro terre, incomodo, ed essendo ancora alcuni dei cattolici non molto inclinati a consentire alla elezione fatta del serenissimo re dei Romani', della quale si aveva ancor nella dieta a far qualche menzione, e li luterani quasi tutti nè a questa nè ad alcuna buona composizione delle cose della religione essendo disposti, non si potè ridurre. In tal contenzione passò così il tempo, che si convenne poi per la detta maestà ordinarla ad altro tempo e in altro luogo; e cominciando a riscaldarsi le voci degli apparati turcheschi, ed essendo Ratisbona in mezzo l'Alemagna sul Danubio, non molto lontana da Vienna, volle, si per la comodità dei principi come dell' espedizione dei bisogni della guerra, eleggere quella città. Nella quale giunta alli ventotto di febraro, e ritrovatovi il serenissimo re suo fratello, ed altri pochi principi, dopo aspettato per qualche giorno la venuta d'alcuni altri, diede principio alla dieta; ed intanto essendosi ridotta un'altra dieta

Il di 5 gennajo 1531 in una dieta elettorale convocata espressamente in Colonia.

di luterani in Smalcalda ', ivi mandò l'illustrissimo' conte Palatino, ed il reverendissimo Magunzio elettori in nome suo per dispor l'animo di quei principi e terre luterane a qualche onesta conclusione.

Ed in tale stato lasciai nel partir mio dalla corte le cose, che, parendo pure li luterani fermi di voler credere e vivere a loro modo finchè per il concilio si facesse altra determinazione, nè altramente voler consentire ad alcuna contribuzione di gente, si credeva che per il pericolo imminente della guerra che si vedeva grandissimo, stando pur vive queste controversie, si accorderebbe ai luterani la sospensione del bando imperiale fatto contra di loro, e la permissione di stare in tal loro opinione sinchè per un nuovo concilio si stabilisca sopra tutte le loro dottrine ciò che si debba tenere, e come vivere da tutti i cristiani.

Ha sua maestà domandato sempre con somma istanza questo concilio generale, parendo questo, come è quasi giudicato da tutti, non solamente il più sicuro, ma l'unico rimedio a questo morbo; sì che senza esso niun altro possa giovare, se dalla divina provvidenza, cujus causa agitur, forse non si trovasse.

Ha procurato col re cristianissimo, e con li altri principi e stati cristiani ad esortarli tutti a venire al consenso di questo prontamente e volentieri, e benchè molti le siano stati contrarj, tra li quali alcuno specialmente che dimostrava come facendosi questo generale, poteva facilmente portar qualche danno anzi pregiudizio

Il testo dice Svinfort (Schweinfurt) in Franconia, ma è errore evidente.

› Che finalmente ottenne, e fu il Concilio di Trento.

non piccolo alla corona di Spagna, nondimeno in questo voler suo è stata sempre sua maestà costantissima, nè alcuno di questi contrarj, che l'impedissero in tutto o vi ponessero pure qualche dilazione, ha voluto ammettere mai; anzi ha fatto intendere sempre questa essere sua ferma opinione, che per niuna causa si dovesse in alcun modo omettere così necessario rimedio di tanto male, dicendo che se non gli era con tal espediente provvisione soccorso, lo vedeva andar di male in peggio, e di dì in di farsi maggiore, sì che era molto da temere che così sprezzandosi potesse per avventura procedere con tal forza, che quando poi si volesse nè questo nè quello nè alcun altro rimedio che umano solo fosse saria poi bastante a superarlo. Questo ha fatto intender sempre essere il fermo volere ed opinion sua; ma pure, perchè forse non tutti in così giusto e santo desiderio come dovriano gli corrispondono, non pare che in ciò si abbia fatta conclusione ferma '.

Non ha voluto muover armi contro questi eretici, ancora che a ciò fare fosse spinta da alcuno, e per alcuno si giudicasse non altrimenti poter ridurli alla via dritta, per molte e, come a me pare, prudentissime ragioni, le quali da alcuno de' suoi ho, di ciò discorrendo, qualche fiata intese. Imperocchè oltre che l'esito delle suole essere sempre dubbio e pericoloso, conosceva manifestamente sua maestà ch'essa per sè sola non saria stata bastante ad una tanta impresa; e però bisognava che o li altri principi cristiani, o almeno li principi cat

guerre

Non so se il Tiepolo non alluda in questo luogo alla lunga ripugnanza del pontefice Clemente VII ad appagare l'imperatore in questo desiderio del concilio; ripugnanza appostagli a vedute personali ed interessate dal Guicciardini nel libro 20, dal Giovio nel 30 e 31, e in generale da tutti gli storici.

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tolici di Germania concorressero unitamente con tutte le forze loro in una tal spedizione. Ora delli altri principi e stati cristiani niuno vedeva implicarsi in tal guerra volentieri, anzi di alcuno si dubitava che avria piuttosto prestato favore, se non palese almeno occulto, per l'odio e gelosia di troppa grandezza, alli nemici suoi. Li principi di Germania tentati più volte da lei, apertamente negavano l'aiuto loro, o freddamente rispondevano si che comprendeva non potersi promettere opera alcuna buona di loro: e tutti la esortavano a procedere con destrezza, ed usare ogn'altra via piuttosto che quella dell'armi, o perchè pure così sentissero essere il meglio, o ancora perchè avessero sospetta la grandezza di questi due fratelli, nè la vedessero volentieri farsi maggiore e specialmente con l'aiuto proprio loro.

Dubitava poi dell'incostanza ed infedeltà dei popoli, vedendoli tutti facilmente inclinare a queste eresie, per la molta licenza che concedono al viver loro; per la qual cosa, ancorchè tutti li principi cattolici fossero uniti in tale impresa con lei, dove li luterani avriano sempre nella guerra ľ opera dei loro popoli prontissima e fidatissima, li cattolici all' incontro non avriano i loro nè pronti, nè fedeli. Infine la faceva più riguardarsi il rispetto del Turco, che gli pareva di molto maggiore peso delli altri tutti, vedendo il nemico prontissimo, armato e vicino, che ad altro non aspira che alla distruzione del nome cristiano. E ragionevolmente temendo che se non avea dubitato di venire in Germania', non divisa ancora ma in pace, ad oppugnare le

Nel 1529 Solimano II invase gli stati dell'Impero, e il 26 settembre cinse Vienna d'assedio. Un generoso moto di tutti i popoli di Germania respinse ne' suoi confini l'assalitore.

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