Sayfadaki görseller
PDF
ePub

E però cominciando dal maggiore, col presente pontefice, con cui è di stretta amicizia e confederazione collegata, si tiene quanto più può congiunta, e in tutte le cose che con onestà e dignità sua gli è concesso di fare in sua giustificazione cerca sempre di compiacerlo; e per tal rispetto non solo ha tenuto sempre fermo l'esercito suo sotto Fiorenza, finchè ha costretto quella città 'ad accettare la casa de' Medici e introdur tutti li fuorusciti (siccome s'era forse obbligata nella convenzione di Barcellona), ma ha onorato il duca Alessandro suo nipote, e augumentato lui e la discendenza sua quant' ha potuto, dandogli la superiorità e potestà del governo che gli ha dato e nelle cittadi e in tutto lo stato suo. Parimente nel dimandare e procurare il concilio, ancorchè sia sempre stata ferma nella sua opinione che si dovesse convocar generale e presto, nondimeno in ciò è proceduta in ogni tempo con ogni riverenza e rispetto verso di lui, promettendogli con ogni efficacia possibile di tener sempre nella protezione sua e del serenissimo re dei Romani suo fratello la dignità e stato della Chiesa Romana, della persona sua propria, e di tutta la casa de' Medici, sì che in detto concilio non gli saria fatta dettrazione, ingiuria, nè offensione alcuna 3. È ben qualche fiata accaduto che non è stata senza gelosia che sua santità si alienasse o s'allargasse un poco da lei e si stringesse più al re cristianissimo, quando specialmente

Firenze capitolò il 12 agosto 1530.

2 La dichiarazione imperiale che la repubblica di Firenze fosse sottoposta alla famiglia dei Medici, cioè ad Alessandro primo duca, e, mancando lui o gli credi suoi, ai più prossimi di sua famiglia, fu spedita, nel corrente dello stesso anno 1530, di Fiandra, ove Carlo V erasi trasferito dopo l'incoronazione di Bologna.

3 Vedi la nota a pag. 69.

I

il cardinale d'Agramonte, monsignor di Tarbes, fu a Roma, si per la pratica stretta che si teneva del matrimonio della duchessina de' Medici nel duca d'Orliens secondogenito del detto re cristianissimo, come per li onori grandi fattili da sua santità, e somma intrinsichezza molto maggiore dell'ordinario tenuta con lui; parendogli di certo che tal congiunzione e strettura ricercata da esso re cristianissimo non potesse essere se non a perturbazione dello stato presente d'Italia. Nondimeno dissimulò nel principio per un tempo questa suspicione, laudando e dicendo che a lui non era ingrato questo matrimonio, e mostrando di non stimare tali pratiche in conto alcuno, nè altrimenti creder di quello che gli facea sempre intendere il pontefice, cioè che nessuna cosa concluderìa mai, che vedesse poter tendere ad una minima innovazione dello stato d'Italia, e a perturbare la quiete sua o la pace dei cristiani. Ma pure in fine dimostrò questa pratica non piacergli, anzi, per la parte del re almeno, averla sospetta; talchè il papa andò di poi più ritenuto in essa, di modo che non s'è concluso cosa alcuna .

Con il re cristianissimo tiene con le parole e con ogni atto esteriore strettissima amicizia, ed usa ogni termine d'amorevolezza e d'onore, che ad una congiunzione di parentela così stretta si convenga, per la quale ha sempre mostrato intenzione pronta di compiacerlo in tutte quelle cose che non avessero a rompere la pace e quiete presente delli stati cristiani, e specialmente d'Italia.

Caterina, unica figlia di Lorenzo duca d'Urbino, ultimo discendente legittimo del vecchio ramo dei Medici.

2 Ma poi, come è noto, si concluse con molta avvedutezza del pontefice nell'ottobre del 1533.

Dimostra sua maestà parlando che il detto re cristianissimo sia di un medesimo volere congiunto seco, nè essa diffidi punto di lui; ma nel secreto veramente poco se ne confida, perchè gli par pure di vedere che ad altro non pensi che alle cose d'Italia, vedendosi sempre trattar di questa, e sentendo dirsi espressamente da lui che sebbene aveva cesso in convenzione o patto le ragioni dello stato di Milano, non però aveva cesso nè poteva cedere ad altre ragioni che alle proprie sue, che gli competevano mentre viveva la prima moglie di cui era, ed in tal modo non avere potuto pregiudicare alle ragioni del delfino a cui solo, per la progenitura della madre, apparteneva, nè poter medesimamente ora fare che esso delfino non voglia e non dimandi, ancor ch'esso tacesse, lo stato suo '. E perchè oltre ciò gli di conoscere che sempre vada per ogni via tentando di muover pur qualche cosa, nè possa stare in alcun modo quieto nello stato presente, ogni suo movimento pare che gli muova suspicione.

par

Il re d'Inghilterra per causa della controversia del matrimonio di sua zia, non ha, come è noto, molto amico, nè di ciò pare però che faccia molto conto, anzi senza rispetto alcuno ha procurato sempre che la causa si proseguisse e si decidesse in Roma senza dilazione, e non si rimettesse in alcun modo in Inghilterra, come

Era questo uno specioso pretesto di Francesco I per togliersi, senza violare troppo apertamente la data fede, all'osservanza dell'articolo del trattato di Cambray nel quale pattuiva la rinunzia ad ogni diritto sullo stato di Milano, da lui fino allora preteso per la sua discendenza da Valentina. Dopo la pattuita rinunzia non potendo ajutarsi dei proprj diritti, emetteva a vantaggio del figlio quelli della prima sua moglie, Claudia figlia di Luigi XII, discendente per conseguenza essa pure, e per via più diretta, dalla medesima Valentina.

estremamente desiderava, e con prieghi, istanze e minaccie sollecitava esso re che si facesse; e sempre ha detto che non temeva punto che detto re ardisse di far mai cosa alcuna di fatto contro la regina, quasi volendo inferire che averia modo di farlo pentire '.

Come si stia con li serenissimi re di Portogallo e di Polonia forse non sarìa da dir molto, essendo a quello cognato, ed a questo pure amico assai, e non venendo molto nè l' uno nè l'altro in considerazione in alcuna guerra che nelle parti d'Italia e di Francia si faccia. Pur questo poco non è fuor di proposito sapere, che io ho per più vie compreso, sua maestà avere il re di Polonia, nella controversia che ha il re de'Romani pel regno d'Ungheria, un poco sospetto; e perchè gli pare che in questa penda alla parte del re Giovanni, non dimostra molta confidenza di lui: il che ha fatto, come alle volte m'ha detto l'ambasciatore suo, che detto re di Polonia è andato sempre nella pratica dell'accordo con

■ Fino dall'anno 1527 Enrico VIII, sia per lo scrupolo religioso di avere sposata la vedova del suo defunto fratello Arturo, sia pel timore, abbastanza allora fondato, di aversi a trovar privo di prole maschile, sia per l'ar dente amore del quale erasi acceso per Anna Bolena damigella della regina, promosse in corte di Roma il divorzio con Caterina d'Aragona sua moglie, zia materna di Carlo V, come abbiamo detto a suo luogo. Clemente VII parve dapprima accedere alla domanda; ma nel convegno di Bologna legatosi più strettamente a Carlo V, che difendeva con gran calore la causa della zia, cominciò a mostrarsi più freddo alle insistenze del re d'Inghilterra, quindi a pronunziarsi apertamente contrario. In tale stato erano le cose uel momento a cui si riferisce il discorso dell'ambasciatore. Ma Enrico finalmente, intollerante d'ogni ulteriore ritardo, consultate intorno il caso suo le università di Francia e d'Italia, fece, il 23 maggio 1533, aunullare il matrimonio da Tommaso Cranmer arcivescovo di Cantorberì, e cinque gior. ni dopo consacrare la sua unione con Anna Bolena. Il qual fatto fu occasione che l'Inghilterra si distaccasse dalla comunione dei Cattolici.

a Di ciò parleremo più opportunamente fra poco.

grandissimo rispetto, nè ha mai ardito dire apertamente la sua opinione, ancorchè da lui ambe le parti richiedessero che proponesse il modo che gli paresse migliore. E per più d'una via certa ancora ho saputo sua maestà tenersi in secreto molte offese dal re di Portogallo, sapendo ch' ei fece gettare a fondo alcune sue caravelle che mandava alle isole Molucche, e tenne gli uomini suoi prigioni; ma ben dissimula questo con ogni arte possibile, e benchè di questi prigioni alcuni fuggiti venissero a ritrovarla, e manifestarle tutto il caso, nondimeno, fatto loro donare alcuni denari, li mandò a casa con espresso comandamento che tacessero, e finge, come detto re si persuade che debba credere, che le sue navi si sommergessero per fortuna di mare. Per il che da qualcuno de' suoi m'è stato alle volte fatto cenno che l'amicizia non possa durare, e avendo specialmente in animo l'imperatore di attendere, come sia in Spagna, con diligenza a tal navigazione, convenga un giorno seguir rotta tra loro; il che siccome mi pare importante, così credo che sia da tenere sotto silenzio.

Della sublimità vostra e dell'illustrissimo signor duca di Milano si confida sommamente; li quali si persuade che non abbino punto a mancargli mai in alcun caso di quanto sono obbligati per la capitolazione fatta, nè rimuoversi mai dall' amicizia sua; non tanto per essere stato sempre detto duca e tutti li suoi naturalmente inclinati all' Impero di cui si domandano vassalli, ed aver sempre questa eccellentissima repubblica, per costume suo, scrvato la fede a ciascun principe con cui sia stata congiunta d'amicizia e confederazione, quanto perchè gli pare che essendo questa tal congiunzione all' uno e all'altro di sommo benefizio, per essere il precipuo fon

« ÖncekiDevam »