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sospiri, e forse anche l'altro Poichè sguardando, furono da Dante scritti in forza appunto della novella passione, che per cotesta femmina parea incominciasse a signoreggiarlo. Ma come egli aveasi per l'innanzi prefisso di serbar sua fede a Beatrice benchè morta, anzi di volerne creare un simbolo, quello cioè della Sapienza, e ad esso volgere il suo novello amore di sensuale cambiato in intellettuale, così il terreno pensiero, il quale aveagli per alquanti giorni parlato di quella pietosa femmina (pensiero, egli dice, gentile, in quanto di gentil donna ragionava), cominciò ben presto ad essere da lui tenuto vilissimo. Per tal modo più là non andò quel principio di sensuale appetito (20).

Ma che pur in seguito Dante si tenesse ognor saldo contro i colpi d'Amore, è cosa ch' io non posso affermare, e ch' io per lo contrario, a differenza di molti ch'han parlato degli Amori di Dante (21), debbo dimostrare non vera, costrettovi dalla forza della verità. Infatti non sapremmo veder nulla d' improbabile e di straordinario in questo; che un uomo, il quale dalla sua prima gioventù avea provate la fiamme amorose, un uomo d'alta ed ardente fantasia, un poeta infine, privo per morte del caro oggetto de' suoi primíeri sospiri, e lontano per l'esilio dalla sua sposa (che peraltro non riempì giammai il vuoto lasciatogli nel cuore dalla partita di Beatrice) abbia potuto provare nella sua virilità un'inclinazione amorosa, un naturale affetto per una qualche femmina, di bellezza e di be' pregi adornata. Nella qual cosa sarebbe più facilmente da scusarsi l'Alighieri che il Petrarca, il quale, mentre ne'suoi versi profondeva tanta purità di sentimenti e tanto entusiasmo di virtù, mentre descriveva la sua fiamma per Laura come unica ed esclusiva, facendosi credere un martire sublime dell' amor platonico, teneva, vivente Laura, e nella stessa città d'Avignone, commercio con altra donna, dalla quale è noto aver egli avuto due figli naturali.

Se Dante infatti, estinta Beatrice, non avesse amate altre donne, come mai avrebbe potuto meritarsi i rimproveri di quella, quand' egli finge incontrarla nel suo viaggio al cielo? Nel Purgatorio, Canto XXX, dopo aver raccontato, come quivi gli apparve Donna chiusa in candido velo, e sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva, vale a dir Beatrice, prosegue dicendo:,, Ed il mio spirito, ch' era

(20) Anche nel Convito Trat. II, Cap. II, fa Dante alcune parole intorno di questo novello amore, ch'egli dice peraltro di aver potuto vincer ben presto, perchè Beatrice tenea tuttora la rocca della sua mente. (21) Fra gli altri il Filelfo, il Biscioni, il Missirini.

,,stato già tanto tempo, dacchè alla presenza di lei non rimaneasi tremante e abbattuto; senza avere dagli occhi conoscenza alcuna (poichè Beatrice era velata),

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D'antico amor sentì la gran potenza.

Tosto che fui percosso da quell' alta virtù, la quale aveami trafitto „, Prima ch' io fuor di puerizia fossi (22),

volsimi a sinistra per dire a Virgilio, il quale io credeva tuttor l » presente: Men che dramma di sangue m'è rimasa, la quale non ,, tremi;

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Conosco i segni dell' antica fiamma. „

Quindi Beatrice prende la parola, così rimproverandolo:,, oh! ,, Dante, poichè Virgilio se n' andò, non piangere ancora, chè piangere ti converrà ben tosto per più importante cagione. Per dono di natura, per l'influsso benigno de' cieli, e per larghezza delle gra,, zie divine tu eri nella tua età giovenile in così buona disposizion naturale, che ogni tuo abito, se si fosse applicato al bene, avrebbe fatto in te prova mirabile.

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Ma tanto più maligno e più silvestro

Si fa'l terren col mal seme e non collo,

Quant' egli ha più di buon vigor terrestro.

Ti sostenni alcun tempo colle attrattive del mio volto; e coll' innocente potere degli occhi miei giovinetti ti condussi per la retta via. Ma

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Quando di carne a spirto era salita,

io cominciai ad esserti meno cara e meno gradita, e tu a me ti to,,gliesti, dandoti in preda ad altri amori, e volgendo i tuoi passi ,, per via non vera,

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Immagini di ben seguendo false,

Che nulla promission rendono intera.

Non mi valse il richiamarti al diritto sentiero colle ispirazioni e coi ,, sogni: tanto ti abbandonasti al tuo acciecamento, che per ritrartene mi fu d'uopo mostrarti i castighi delle perdute genti. „,

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Nè qui alle rampogne Beatrice fa fine, perciocchè ella prosegue, così dicendo (Canto XXXI):,, Ma dimmi, dimmi, se questo, di che io ti rimprovero, sia vero: tanta accusa conviene esser congiunta alla tua confessione,, . Dante confuso e pauroso, a bassa voce risponde di sì: quindi dopo la tratta d'un amaro sospiro, esclama piangendo: Le presenti cose

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Col falso lor piacer volser miei pássi

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Tosto che il vostro viso si nascose Ed ella:,, Ancor che tu tacessi o negassi ciò che ora confessi, la tua , colpa non fora meno nota, poichè sallasi tal Giudice d'infinita sa„pienza, cui tutto il passato e il futuro è sempre presente. Tuttavia, ,, perchè porti meglio vergogna del tuo errore, e perchè, udendo al,, tra volta le Sirene ti dimostri più forte, calma il dolore, cagione ,, del tuo pianto ed ascolta: così udirai come in parte contraria do,,vea condurti l'imagine del mio terreno velo or sepolto.

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Mai non l'appresentò natura ed arte

Piacer (23), quanto le belle membra, in ch'io

Rinchiusa fui, e ch'or son terra sparte.

,, E se questa grande terrena bellezza ti venne per la mia morte a , mancare, qual'altra cosa mortale dovea poi occupare i tuoi desiderj? Istrutto dal primo esempio tu dovevi inalzarti al di sopra de», gli oggetti terreni, e me seguir sempre, me, che più non era fallace ,, e manchevole. Non doveano farti abbassare il volo e farti provare ,, colpi novelli o giovani donne o altre vanità parimenti caduche: ,, L'inesperto augelletto può cadere in un second», in un terzo lac,, cio, ma l'augello, le cui penne invecchiarono, non paventa più uè „, reti nè dardi,,.

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Ecco pertanto una sincera confessione dell'Alighieri, per la quale si accusa di essersi talvolta (dopochè Beatrice era di carne diventata spirito) lasciato vincere dalla passione d'Amore. L'Alighieri non scese mai a velare coll'ipocrisia i propri difetti, i quali non furon d'altronde quelli d'un effeminato e di un libertino: chè s'ei non fu nemico del bel sesso, e s'ei talvolta sospirò per alcuna femmina, fece peraltro Come la fronda che flette la cima

Nel transito del vento, e poi si leva

Per la propria virtù che la sublima (24).

La riportata confessione è dunque conforme al carattere franco e schietto di lui; ed il Poeta in tanto più volentieri mossesi a farla in quanto che, come egli dice,

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Quando scoppia dalla propria gota (25)

L'accusa del peccato, in l'alta corte

Rivolge sè contra'l taglio la ruota (26).

(23) Piacer cioè bellezza.

(24) Parad. XXVI, 85.

(25) Figuratamente per bocca.

(26) Vale a dire: si spuntano le armi in mano alla divina giustizia.

Eppure alcuni pretendono che egli null' altro volesse in quella confessione ammettere, se non che di essere stato affascinato dall'amore degli studj profani, ovvero dalla vanità e ambizione degli impieghi e degli onori. Ma come potranno a cotal senso condursi quei versi, in fra gli altri, coi quali Beatrice così rimprovera a Dante i suoi trascorsi?

si

Tuttavia perchè me' vergogna porli

Del tuo errore, e perchè altra volla
Udendo le Sirene sie più forte,

Pon giù il seme del piangere ed ascolta;

Ben ti dovevi per lo primo strale
Delle cose fallaci levar suso
Diretr'a me che non era più tale.

Non ti dovea gravar le penne in giuso
Ad aspettar più colpi o pargoletta

Od altra vanità con sì brev' uso.

Ed in conseguenza quale strana interpretrazione dovrà darsi alle fraPerchè altra volta udendo le Sirene tu sia più forte – Ben ti dovevi per lo primo strale levar su dalle cose fallaci Non ti dovea far provare più colpi giovine donna?

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Gli amori di Dante per varie femmine, come per la giovinetta Gentucca lucchese, per quella conosciuta sotto il nome di Montanina, e detta dal Corbinelli di Casentino, per un'altra da Anton Maria Amadi chiamata Madonna Pietra della nobil famiglia Padovana degli Scrovigni, per la Bolognese e per altre, pensa il Dionisi (27) esser tutte apparenze e sciocchezze, dette senza fondamento da chi non conosceva il subietto delle Rime amorose dell' onestissimo Autore, nè la fatica da lui intrapresa nel Convito per ischermirsi da somiglianti calunnie. Io sostengo peraltro, che l'opinione sugli amori per la Lucchese e per la ignota femmina Casentinese non sia punto priva di fondamento, sì per quello che abbiamo or ora osservato in proposito de' trascorsi, che Beatrice all' Alighieri rimprovera, sì per quello che anderemo osservando fra poco.

Gli altri amori poi, quelli cioè per la Padovana e per la Bolognese, sostengo per lo contrario essere stati falsamente ed erroneamente supposti; e qui mi sto col Dionisi. Dalle parole d'Anton Maria Amadi furono alcuni biografi indotti a credere, che la Canzone Amor tu vedi ben, che questa donna,

(27) Aneddoto II, pag. 111.

fosse stata scritta da Dante per Madonria Pietra della nobil famiglia Padovana degli Scrovigni. Di tale credenza sembrano esser pure il Pelli e l' Arrivabene. Ma il Dionisi, che esaminando a fondo la cosa erasi dato pensiero di rintracciare se dato alcuno probabile potesse nell'asserzion dell' Amadi sussistere, dovè dir sogghignando, che quella Pietra non era delle nostre petraje. Vero è che dall' Amadi si dice, esser la Canzone stata composta per la Scrovigni: ma ciò si dice incidentemente senza citare i fatti su cui basar l'asserzione, senza dare una prova almeno di probabilità, e gittando la parola a caso, come quella di cui far si dovesse veruno o ben picciolo conto. Illustrando egli una sua Canzone morale, e dichiarando il senso di una voce da se stesso adoprata dice così (28):,, E da donno deriva donna, ,, che altrettanto monta che Signora, come appo il Petrarca ec., ed ,, appo colui, il qual tutto seppe, cioè Dante, in quella Canzone, la , quale egli nella sua Vita nuova, amando Madonna Pietra della , nobile famiglia de' Scrovigni Padovana, compose, che incomincia „Amor, tu redi ben ec., dove dice

,, Che suol dell' altre belle farsi donna..

,, E l'aer sempre in elemento freddo

,, Vi si converte sì che l'acqua è donna

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Ora ciascheduno potrà vedere quanto piccolo fondamento sia da fare sopra sì poche e inconcludenti parole dell'Amadi, alle quali non altro può dare un qualche leggerissimo grado di probabilità se non il vocabolo Pietra, che nella citata Canzone più volte riscontrasi. Ma questo istesso vocabolo, non che nella presente Canzone non riscontrasi pure in quella l' son venuto, nell'altra Così nel mio parlar, e nelle tre Sestine? Che forse dovrà dedursene che tutti questi e sei componimenti siano stati da Dante scritti per la Scrovigni? Nissuno degli antichi biografi dell'Alighieri parla di questa femmina Padovana; nissuno fa cenno di simile innamoramento: anzi l'istesso Amadi colle sue parole medesime ne porge le armi per combattere la sua azzardata asserzione e per rilevarne l'assurdità. Egli dice che Dante nella sua Vita nuova, amando Madonna Pietra degli Scrovigni, scrisse la Canzone Amor lu vedi ben. Ma se per Vita nuova intende l'Amadi indicare il libretto di Dante che ha questo titolo, cade tosto di per se stessa la di lui assertiva, perciocchè in quello non riscontrasi la Canzone accennata, nè vedesi punto fatto

(28) Annotazioni sopra una Canzone morale, in 4. Padova 1565, pag. 84.

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