Storia del sonetto italiano

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G. Principato, 1896 - 115 sayfa
 

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Sayfa 104 - Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita mortale, Quando beltà splendea Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, E tu, lieta e pensosa, il limitare Di gioventù salivi? Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Sayfa 85 - Chiare, fresche e dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse co l'angelico seno; aere sacro sereno ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: date udìenzia insieme a le dolenti mie parole estreme.
Sayfa 37 - ... tuoi gentili anni caduto. La madre or sol, suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto: ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi, e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta, e prego anch'io nel tuo porto quiete.
Sayfa 104 - Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi Così menare il giorno.
Sayfa 105 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 107 - II terror dell' inimico , II promesso Vincitor. Ai mirabili Veggenti , Che narrarono il futuro , Come il padre ai figli intenti Narra i casi che già furo , Si mostrò quel sommo Sole , Che parlando in lor parole , Alla terra Iddio giurò : Quando Aggeo , quando Isaia Mallevaro al mondo intero Che il Bramato un dì verria ; Quando assorto in suo pensiero Lesse i giorni numerati , E degli anni ancor non nati Daniel si ricordò. Era l' alba , e , molli il viso , Maddalena e l...
Sayfa 102 - Io quando il monumento 155 vidi ove posa il corpo di quel grande che temprando lo scettro a' regnatori gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela di che lagrime grondi e di che sangue; e l'arca di colui che nuovo Olimpo 160 alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide sotto l'etereo padiglion rotarsi più mondi, e il Sole irradiarli immoto, onde all'Anglo che tanta ala vi stese sgombrò primo le vie del firmamento: 165 — Te beata, gridai, per le felici aure pregne di vita, e pe' lavacri che da' suoi...
Sayfa 110 - NELL'ANNUALE DELLA FONDAZIONE DI ROMA Te redimito di fior purpurei april te vide su '1 colle emergere dal solco di Romolo torva riguardante su i selvaggi piani : te dopo tanta forza di secoli aprile irraggia, sublime, massima, e il sole e l'Italia saluta te, Flora di nostra gente, o Roma.
Sayfa 83 - Donna mia, Che per sua cortesia Ti farà molto onore . Tu porterai novelle di sospiri Piene di doglia, e di molta paura: Ma guarda, che persona non ti miri, Che sia...
Sayfa 59 - Sol, gli occhi al pianto, e, nato a pena, va prigionier fra le tenaci fasce. Fanciullo, poi che non più latte il pasce, sotto rigida sferza i giorni mena; indi, in età più ferma e più serena, tra Fortuna ed Amor more e rinasce. Quante poscia sostien, tristo e mendico, fatiche e morti, infin che curvo e lasso appoggia a debil legno il fianco antico?

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