Sayfadaki görseller
PDF
ePub

nerato dall'uomo e dal sole, come dice nel secondo della fisica Aristotele. Sicchè allora ottime vive la generazione umana, quando secondo che permette la propria natura seguita le vestigia del cielo. E come il cielo tutto è regolato in tutte le sue parti, moti e motori da uno movimento unico del primo cielo e dall'unico motore, ch'è Iddio (come filosofando l'umana ragione evidentissimamente apprende); così la generazione umana allora ottime si conduce quando da uno motore con uno ordine di legge è regolata. Per questo al bene essere del mondo è necessaria la monarchia. E così intese Boezio quando disse: O quanto saresti felice, generazione umana, se quello amore che regge il cielo li tuoi animi reggesse.

Dovunque può essere litigio ivi debbe essere giudicio, altrimenti sarebbe la cosa imperfetta sanza la perfetta, onde possa avere perfezione, e questo è impossibile, conciossiachè Iddio e la natura nelle cose.necessarie non mancano. Ma tra due Principi, de'quali nessuno è all'altro soggetto, può essere contenzione o per colpa loro o per colpa de' sudditi; e per questo tra costoro debbe essere giudizio. E perchè l'altro non può giudicare dell' altro, essendo pari, bisogna che sia uno terzo di più ampla giurisdizione, che sopra amenduni questi signoreggi. Quello o sarà uno principe o saranno più: se sarà uno, noi abbiamo il proposito nostro; se saranno più, possono in

bebit sibi coaequalem extra ambitum suae jurisdictionis. Tunc iterum necessarius erit tertius alius; et sic aut crit processus in infinitum, quod esse non potest: aut oportebit devenire ad judicem prineum et summum: de cujus judicio cuncta litigia dirimantur, sive mediatae, sive immediate, et hic erit Monarcha, sive Imperator. Est igitur Monarchia necessaria mundo. Et hanc rationem videbat Philosophus, cum dicebat: Entia nolunt male disponi; malum autem, pluralitas principatuum: unus ergo princeps.

Praeterea, Mundus optime dispositus est cum justitia in eo potissima est; unde Virgilius commendare volens illud saeculum, quod suo tempore surgere videbatur, in suis Bucolicis cantabat: Jam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna. Virgo namque vocabatur Justitia, quam et Astraeam vocabant. Saturnia regna dicebantur optima tempora, quae et Aurea nuncupabant. Justitia potissima est solum sub Monarcha. Ergo ad optimam mundi dispositionem requiritur, esse Monarchiam, sive Imperium. Ad evidentiam subassumptae propositionis, sciendum, quod Justitia de se et in propria natura considerata, est quaedam rectitudo sive regula, obliquum hinc inde abjiciens: et sic non recipit majus et minus, quaemadmodum albedo in suo abstracto conside rata: Sunt enim hujusmodi formae quaedam compositioni contingentes et consistentes simplici et invariabili essentia, ut ma· gister sex principiorum recte ait. Recipiunt

sieme contendere, e però hanno bisogno d'ano terzo sopra loro giudicatore; e così o noi procederemo in infinito, la quale cosa essere non può, o noi perverremo a uno principe il quale o sanza mezzo, o co’mezzi le liti tutte decida. La Monarchia adunque è necessaria al mondo. Questa ragione significava Aristotele quando e' diceva: le cose non vogliono essere male disposte; la moltitudine de' prencipi è male. Adunque il principe debbe esse

re uno.

Oltre a questo, il mondo ottime è disposto quando in lui la giustizia è potentissima; e però Virgilio, volendo lodare il secolo suo, nella Bucolica disse: ora torna la Vergine, ora tornano i regni di Saturno. Chiamavasi la Vergine la Giustizia, la quale chiamavano ancora Astrea, cioè stellante. I regni di Saturno chiamavasi i regni ottimi, i quali chiamavano ancora i regni d'oro; e la giustizia è potentissima solo sotto uno monarca. Adunque alla ottima disposizione del mondo necessaria è la monarchia. È da notare che la giustizia in sè, e in propria natura considerata, è una certa rettitudine e regola che da ogni parte scaccia il torto; e così non riceve in sè più e meno, siccome la bianchezza nella sua astrazione con→ siderata, perchè queste forme avvengono al composto, e di sè sono una essenzia semplice e invariabile come dice il maestro de' sei principii. Niente di meno ricevono più e meno dal

tamen magis et minus hujus qualitatis ex parte subjectorum, quibus concernuntur, secundum quod magis et minus in subjectis de contrariis admiscetur. Ubi ergo minimum de contrario justitiae admiscetur, et quantum ad habitum, et quantum ad operationem, ibi justitia potissima est. Et vere tunc potest dici de illa, ut Philosophus inquit, neque Hesperus neque Lucifer się admirabilis est. Est enim tunc Phoebae similis, fratrem diametraliter intuenti, de purpureo matutinae serenitatis. Quantum ergo ad habitum, justitia contrarietatem habet quandoque in velle; nam ubi voluntas ab omni cupiditate sincera non est, etsi adsit justitia, non tamen omnino inest in fulgore suae puritatis: habet enim subjectum, licet minime, aliqualiter tamen sibi resistens. Propter quod bene repelluntur, qui judicem passionare conantur. Quantum vero ad operationem, Justitia contrarietatem habet in posse; nam cum justitia sit virtus ad alterum, sive potentia tribuendi cuique quod suum est, quomodo quis operabitur secundum illam? Ex quo patet quod quanto justus potentior, tanto in operatione sua justitia erit amplior. Ex hac itaque declaratione sic arguatur: Justitia potissima est in mundo, quando volentissimo et potentissimo subjecto inest: Hujusmodi solus Monarcha est: Ergo soli Monarchae insistens justitia, in mundo potissima est. Iste prosyllogismus currit per secundam figuram, cum negatione intrinseca; et est similis huic:

la parte de' suggetti secondo che più e meno de'contrarii in que'suggetti è mescolato. Adunque dove minima cosa di contrarietà si mescola con la giustizia, quanto allo abito e quanto alla operazione, la giustizia è potentissima; e puossi allora dire di lei come disse Aristotele: nè Espero nè Lucifero è sì ammirabile. Imperocchè ella è allora simile alla luna, che risguarda il fratello suo per diametro dalla purpurea e mattutina serenità. In quanto allo abito, la giustizia alcuna volta ha contrarietà nel volere; imperò ove la volontà da ogni cupidità non è sincera, benchè la giustizia vi sia, niente di meno la giustizia non è nello splendo. re della purità sua. Imperocchè ella ha il suggetto il quale a lei si contrappone; e però meritamente sono scacciati quelli che riducono il giudice a perturbazione d'animo. Ma quanto alla operazione, la giustizia ha contrarietà nel potere; imperocchè essendo la giustizia virtù a rispetto d'altri, chi sarà che adoperi secondo questa, se non ha potenzia di tribuire a ciascuno quello che gli si conviene? Di qui procede che quanto il giusto è più potente, tanto la giustizia nella operazione sua è più ampla; e di qui in questo modo s'arguisce: la giustizia è potentissima nel mondo, quando ella è in uno suggetto volentissimo e potentissimo, e tale è solo il monarca; adunque solo quando ella è nel monarca, la giustizia nel mondo è potentissima. Questo argumento corre per la seconda figura con la negazione intrinseca; ed è simile a questo: ogni B è A, so

« ÖncekiDevam »