Sayfadaki görseller
PDF
ePub

narrava aver voluto circondare il suo affetto ; quel dubbio continuo che traspare dalle sue pagine, se la pudica fanciulla corrispondesse o no all'amor suo, dovevano contribuire a rendere credibile la giovanile inclinazione dell' Alighieri per la sua vicina. E, ad ogni modo, poichè una Beatrice pareva necessaria a trovarsi, la più facile era la Portinari.

Resterebbe, è vero, la data del 1290, che troviamo nel Boccaccio, e che coincide con quella della Vita Nuova. Ma chi dice a noi che appunto dalla Vita Nuova non l'abbia il Boccaccio desunta? Perchè, si badi bene, più volte egli ricorda l'opera di Dante, mostrando chiaramente d'averla letta. E non si opponga, di grazia, che se la Beatrice Portinari non fosse morta nel 1290, si sarebbe notata la contradizione tra l'anno vero della morte di lei e quello assegnatole dall' Alighieri, e non si sarebbe quindi formata la leggenda della figliuola di Folco. Bisogna riportarsi ai tempi, bisogna che teniamo bene in mente come per i contemporanei di Dante, Dante non era quello che è oggi per noi. Noi oggi cerchiamo ogni minima particolarità della sua vita e delle sue opere; noi indaghiamo, confrontiamo, argomentiamo. Ma è naturale che così non si facesse nei primi anni del secolo XIV. Una Portinari, maritata ad un oscuro cavaliere de' Bardi, era morta giovane, supponiamo, dall' 80 al 90. Chi si ricordava più dell'anno preciso, dodici, quin

dici, venti anni dopo? Forse qualche vecchio delle due famiglie. Ma ad essi che doveva importare di ciò? Sapevano essi neppure che si pretendeva di identificare la loro Beatrice colla fanciulla cantata nelle liriche del giovane poeta? E sapendolo, non potevano esserne lusingati? 1

Adagio, si oppugna ancora. Non c'è il Boccaccio solo; ci sono altri scrittori che nominano la Portinari. Ma anche questo è un argomento molto fragile. Benvenuto da Imola copia il Boccaccio nel racconto della festa del maggio, e dell'incontro dei due fanciulli. 2 Filippo Villani non nomina la Portinari, ma dice semplicemente:

1 Del resto ci vuol poco a capire che le date del Boccaccio non sono esatte. Se Dante scrisse la Vita Nuova quasi nel suo ventesimo sesto anno, vorrà dire che egli non aveva ancora 26 anni. Supponiamo che ne avesse 25, tanto più che appunto i 25 anni sono per lui il principio della gioventù (Convito, cap. 24). Ma quando Dante aveva 25 anni eravamo al 1290. Come dunque poteva esser passato un anno dalla morte di Beatrice, se questa precisamente nel 1290 mori? Cfr. BISCIONI, Prefazione alle prose di Dante ecc., invano confutato biliosamente dal signor Fraticelli, Dissert. sulla Vita Nuova. Al Boccaccio si potrebbe ancora domandare come sia possibile che Dante scrivesse la Vita Nuova quasi nel suo ventesimo sesto anno, se parla della Donna pietosa, che nel Convito (II, 11) dice apparsa a lui due anni dopo la morte di Beatrice; e se nella Vita Nuova (cap. XLI) parla di un fatto accaduto nel 1300.

2 « .... volo te scire, quod, cum quidam Fulcus Portinarius, honorabilis civis Florentiae, de more faceret celebre convivium kalendis maii, convocatis vicinis cum dominabus eorum, Dantes tunc puerulus novem annorum, secutus patrem suum Aldigherium, qui erat unus de numero convivarum, vidit casu inter alias puellas puellulam filiam praefati Fulci, cui nomen erat Beatrix, aetatis vIII annorum, mirae pulchritudinis, sed majoris honestatis; quae subito intravit cor ejus ita quod nunquam postea recessit ab eo, donec illa vixit...».

<< Is, dum juvenis adhuc dulci usu patriae frueretur, Beatricis, cui morositate florentinae facetiae Bice dicebatur, amore castissimo, qui in ipso pueritiae limine coeperat, ardentissime teneretur, in ejus honorem multas composuit cantilenas etc. ». Il Manetti copia anche' esso il Boccaccio; e così questi resta indubbiamente la fonte unica della supposta identità tra la Beatrice poetica e la Beatrice storica.

Ed ora passiamo a vedere come sia dipinta nella Vita Nuova la Beatrice poetica. Sarà questa, crediamo, la dimostrazione migliore che tra essa e la Beatrice storica non c'è legame alcuno.

CAPITOLO IX

LA BEATRICE DELLA VITA NUOVA

185

1

Risolleviamo qui, prima di tutto, una vecchia questione: Beatrice era veramente il nome della donna amata da Dante? Quelle parole, già tante e tante volte citate: « la quale fu chiamata da molti Beatrice, i quali non sapeano che si chiamare », esprimerebbero, secondo l'opinione più generalmente accettata, che coloro, i quali non sapevano il vero nome di lei, la chiamavano beatrice, perchè ella beatificava colla propria vista. Ma io domando, perchè Dante si sarebbe qui, al principio del suo libro, nel luogo solenne, dove nomina per la prima volta la donna dell' amor suo, perchè si sarebbe curato di farci sapere come la chiamavano gli altri? Ed egli stesso poi sapeva come chiamarla, se agli occhi suoi questa fanciulla appariva per la prima volta? In quello

1 Cap. 2. Intorno alle varie interpetrazioni date ad esse ved. Vita Nuova ediz. D'ANCONA, pag. 61. Ved. pure Rivista di Filologia Romanza, I, 46; TODESCHINI, Scritti su Dante, II, 8; Muzzi, lettera al Torri, nella Vita Nuova, ediz. Torri, Livorno, 1843.

stesso verbo apparire non ci è forse qualche cosa di subitaneo, d'improvviso, di nuovo, che accenna come egli medesimo, l'estatico fanciullo, non sapesse il nome della celeste creatura che passava davanti ai suoi occhi come una visione di paradiso? Se la Vita Nuova fosse un libro scritto sotto la immediata influenza della passione, non si sarebbe in diritto di chieder conto minuto di ogni sua frase e di ogni sua parola; ma essa è invece un libro dettato, quando già Beatrice era morta, e noi possiamo esser certi che tutto è in essa profondamente meditato, e meditato alla maniera Dantesca. Inoltre, nel seguito della Vita Nuova non c'è parola che accenni alla beatificazione prodotta dalla donna sugli altri, almeno finchè la donna non comincia a indiarsi. 1 Una ragione, dunque, conviene che ci sia del perchè Dante pone quelle sue parole in luogo ed in forma così notabile. Contentarsi superficialmente di credere ch'egli abbia voluto dire che coloro, i quali non sapevano il nome di Beatrice, pur la chiamavano col nome vero che ella aveva, perchè ella era beatrice di nome e di fatto, non ci pare possibile. È quindi necessario per noi di includere tra quei molti anche Dante istesso. Ma perchè, nuova difficoltà, parlerebbe egli di molti e non di sè solo? A noi pare di scorgere una

1 Cioè nel penultimo capitolo della seconda parte, quando già siamo vicinissimi alla morte.

« ÖncekiDevam »