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della prima riscontrano mirabilmente con altri della seconda, come, ad esempio, questi:

Levava gli occhi miei bagnati in pianto,
E vedea, che parean pioggia di manna,
Gli angeli che tornavan suso in cielo,
Ed una nuvoletta avean davanti,
Dopo la qual gridavan tutti: osanna.

Che mi par già veder lo cielo aprire,
E gli angeli di Dio quaggiù venire,
Per volerne portar l'anima santa

Di questa, in cui onor lassù si canta. 1

1 Il Carducci solleva qualche dubbio sull'autenticità della canzone, non senza, egli dice, appoggio ai codici (op. cit., pag. 188). Ma sui codici che attribuiscono ad altri rimatori questa canzone, ved. WITTE, Lirische Gedichte, I, XLV.

CAPITOLO XII

RIME ALLEGORICHE E RIME DOTTRINALI

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Come nell' Alighieri accadesse il passaggio dalle rime dell'amore ideale a quelle dell'amore allegorico, è da lui stesso spiegato nel Convito, 1 specialmente dicendo ch' egli cominciò « ad andare là ov'ella (Filosofia, Donna gentile) si dimostrava veracemente, cioè nelle scuole de' Religiosi e alle disputazioni de' Filosofanti; sicchè in picciol tempo, forse di trenta mesi, cominciai tanto a sentire della sua dolcezza, che 'l suo amore cacciava e distruggeva ogni altro pensiero ». Questi trenta mesi, che corrispondono agli alquanti di della Vita Nuova, costituiscono il periodo degli studii filosofici, propriamenti detti, di Dante, e quindi sono dentro quel tempo da

Tratt. 1, cap. xi.

2 Cap. 40. Questo prova che nel periodo della Vita Nuova anteriore alla Donna pietosa non si può vedere allegorizzato, sotto il nome di Beatrice, un concetto filosofico.

porre le sue rime allegoriche, cioè, approssimativamente, dal 12941 al 1297.2

Queste rime allegoriche fanno parte del nuovo stile? Noi crediamo di sì. È noto a tutti il passo della Divina Commedia,3 dove Buonagiunta da Lucca rivolge a Dante la domanda:

Ma di' s'io veggio qui colui che fuore

Trasse le nuove rime, cominciando:
Donne, ch'avete intelletto d'amore.

E Dante risponde:

.... i' mi son un che, quando

Amore spira, noto, ed a quel modo
Che detta dentro, vo significando.

1 Noi siamo disposti ad accettare la data approssimativa del 1294 per la canzone: Voi che intendendo il terzo ciel movete, dietro le prove recatene dal Witte (Lirische Gedichte, II, 63 e segg.) e dal Lubin (Intorno all'epoca della Vita Nuova). Ma avvertiamo però essere nostra ferma opinione, confortata dall'autorità dello Scartazzini, che sia impossibile assegnare un ordine cronologico a tutte le liriche di Dante. Ved. Dante Alighieri, seine Zeit, sein Leben und seine Werke, pag. 282. Si sottintende che noi crediamo posteriore alle poesie filosofiche il commento che costituisce il Convito. Non siamo però d'accordo col Wegele (op. cit., pag. 195) che esso commento sia nel Convito la cosa principale, e l'accessoria nella Vita Nuova. Per noi, tanto nell' una, quanto nell'altra opera, il commento e le rime stanno nella stessa relazione.

2 Infatti anche la seconda canzone del Convito: Amor che nella mente mi ragiona, è anteriore al 1300, perchè il Casella, morto in quell'anno, già la conosce (Purgat., 11). Ved. WEGELE, op. cit., pag. 195. Però ci sono delle eccezioni, come vedremo. Non intendiamo perchè il Carducci (op. cit., pag. 196) dica in un luogo che << l'applicar di Dante a studii di filosofia e il maturarsi dell'ingegno di lui a una nuova manifestazione sono da riporre fra il giugno del 1292 a tutto il 1294 »; e in un altro (pag. 198) che il periodo allegorico si contiene nella durata del nuovo amore episodico della Vita Nuova e termina un po' innanzi al 1300 ».

3 Purg., XXIV.

Al che il rimatore Lucchese, della scuola, come fu detto, di transizione, ossia della maniera Guittonesca, replica:

O frate, issa vegg' io.... il nodo
Che' Notaio e Guittone e me ritenne
Di qua dal dolce stil nuovo ch'i' odo.

In queste terzine noi abbiamo a grandi tratti la storia della poesia italiana del secolo XIII, ossia delle tre scuole principali, in cui essa si divide, la vecchia Sicula (il Notaro), la media (Guittone), la nuova (Dante). Ma che significano propriamente queste parole? In che consiste il dolce stil nuovo? Nello scrivere ciò che detta Amore. Amore però va preso qui nel più largo significato medievale della parola; va considerato, non come sentimento erotico, ma come principio informatore di nobiltà e di virtù, come fonte di ogni cosa buona e bella.1 Amore, ha detto Dante istesso << non è altro che unimento spirituale dell'anima e della cosa amata ». Se quindi la « cosa amata sia la scienza, Amore sarà lo studio. 3 Ecco come al canone dello stil nuovo obbediscono anche le rime filosofiche; quelle rime filosofiche che furono proprie di tutti i rimatori della nuova scuola. 4

1 V. PEREZ, Beatrice svelata, p. 64. Cfr. RENIER, op. cit.,
2 Convito, Tratt. I, cap. I.

3 Ivi, m, cap. xv.

4 Ved. in questo volume passim.

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