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III.

Il zaffir, che dal vostro viso raggia, Si fortemente gli occhi m' innamora Ch' eglin' si fanno miei signori all' ora, Ch' aspetto Amor, ch' alla morte m' ingaggia S'a tal sorte m' incontra, ch' io non aggia Mercè da voi, onde convien ch' io mora

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Lasso che nel cor vostro non dimora
Pietate che del mio martirio caggia;

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Voi sete pur gentile

accorta, e saggia

E adorna del più bel, che 'l mondo attraggia
Ma sol di voi quel poi m' uccide e accora,
Ch' io veggio esser d' ogni pietà fora;
Tal che sol guai convien che da voi traggia
Donna crudel, fera selvaggia.

Come

IV.

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Saper vorrei s Amor, che venne acceso E folle molto di novel colore

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Quando vidi Madonna intorno al core
Se innanzi a lei 'l menò legato e preso ;
Es' a mercè niente è stato inteso
Il fedel, dritto, e leal servidore
E se di sua sentenza sa il tenore
O se di pietà 'l priego l' ha difeso ;

Di ciò ch' io vo' saper, fort' è il ridotto
Ch ella tanto è leggiadra, alta e vezzosa,
Ch' innanzi a lei pietà non faria motto ;
S' Amor non m' assicura ch' ogni cosa
Lusinga, vince, e può far, sì è dotto
Una selvaggia fera esser pietosa .

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Sta nel piacer della mia Donna Amore Com in sol raggio e 'n ciel lucida stella Che nel muover degli occhi poggia al core Sì ch' ogni spirto si smarrisce in quella;

Soffrir non posson gli occhi lo splendore,
Ne il cor può trovar loco, sì è bella
Che 'l sbatte fuor, tal ch' ei sente dolore ;
Quivi si trova chi di lei favella :

Ridendo par, che s' allegri ogni loco,
Per via passando, angelico diporto,
Nobil negli atti, ed umil nei sembianti ;
Tutt' amorosa di sollazzo e gioco
E saggia di parlar, vita e conforto
Gioja e diletto a chi le sta davanti.

VI.

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Se 'l vostro cor del forte nome sente Non m' udirete mai chiamar mercede Anzi voi mi vedrete, per mia fede, Andar pensoso e lagrimar sovente ;

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In sin che Morte ch' a sì fatta gente
Suol apparir da poi che la si chiede

Non entrerà nel loco dov' ei siede
Fita no avrò, se non selvaggiamente
Così m' ha preso la betate vostra
Che se mi disdegnate morto sono,
Perchè Amor pur volermi uccider mostra ;
E dice spesso, se di voi ragiono

Poi ch' ella gli occhi tuoi vinse in la giostra
Gonvien tenghi da lei la vita in dono.

VII.

Occhi miei deh fuggite ogni persona,
E col pianto emendate il gran fallire
Ch' avete fatto; sì che di morire
Sete più degni, che di casa alcuna ;
S" Amor per cortesia non vi perdona
Consigliovi anzi piangendo finire,
Che voi vogliate lo mio cor tradire
Di ciò sovente l' Amor vi cagiona.
Deh, come mai apparirete avanti
A quella Donna da cui voi faceste,
Per dipartir, sì dolorosi pianti ?
Diravvi, poi che voi non mi vedeste
Occhi vani voi foste si costanti

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Che 'l cor ch' io aggio, sottrar mi voleste.

VIII.

Il mio cor, che ne' begli occhi si mise
Quando sguardava in voi molto valore
Fu tanto folle, che fuggendo Amore

Davanti alla saetta sua s'assise

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Ferrata del piacer, che lo divise Si che per segno li stava di fore E la temprò si forte quel Signore, Che dritto, quivi traendo l'ancise. Morto mi fu lo cor sì com' vo' odite Donna a quel punto, e non ve n'accorgeste;

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Così di voi la vertù non sentite :

Poscia pietate che di me si veste

Lov' ha mostrato onde fiera ne gite

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Nè mai di me mercede aver voleste

IX.

Voi, che per nuova vista di ferezza
Vi forzate di tormi quel desio,
Che nacque allor che l' ardimento mio
Fu privo di mirar vostra adornezza;

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Sapete, che 'l mio cor n' ha tal vaghezza Ch' ei volse ben da poi che lo sentio Morire innanzi ch' averlo in oblio ; Di tal virtute è vostra gentilezza: -Però Madonna " quando pur volete Torre e farmi obliar si gentil cosa Fovvi saper, che sol voi m' ancidete; Non già perchè di ciò siate dogliosa Ch' io veggio, che voi ben vi sforzerete D'esser sempre selvaggia e disdegnosa

X.

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Gli occhi vostri gentili e pien d' Amore Ferito m' hanno col dolce guardare, Sì ch' io sento ogni mio membro accordare A doler forte , per ch' ei non ha 'l core ; Che volentieri 'l farei servidore

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Di voi Donna, piacente oltre al pensare,
Agli atti e i bei sembianti, in cui traspare
Ciò che si scorge in voi con gran bellore :
Come potea d' umana natura,
Nascere al mondo figura sì bella
Com' voi, che pur maravigliar mi fate?
E dico nel mirar vostra beltate:

Questa non è terrena creatura

Dio la mandò dal ciel, tanto è novella!

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Tutto mi salva il dolce salutare Che vien da quella, ch'è somma salute In cui le grazie son tutte compiute; Con lei va Amor e con lei nato pare ; E fa rinnovellar la terra e 'l mare, E rallegrare il ciel la sua virtute Già mai non fur tai novità vedute; Quali per lei ci face Amor mostrare · Quando va fuori adorna, par che 'l mondo. Sia tutto pien di spiriti d'Amore

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Si che ogni gentil cor divien giocondo;

Ed il mio cor dimanda, ove m' ascondo ? Per tema di morir vol fuggire fore :

Ch' abbassi gli occhi, allor tosto rispondo .

XII.

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Se mi riputo di niente alquanto
lo ne ringrazio Amor, che sua mercede
Facendo cortesía m' onora tanto,
Che dentro del mio cor alberga e sede;
E se biasmo non è 'l verace vanto

Io dico che per grazia mi concede
Ch' io tragga del mio cor ciò ched io canto
Ond' io son presto morir per sua fede;

Ancor m' ha fatto Amor più ricco dono
Ch' a tal Donna m' ha dato in potestate,
Che la si vede 'l sole ov' ella appare ;
E vince quello di sua chiaritale
Ond' io, perchè sta in ogni terra 'l suono.
Di suo gran pregio non oso cantare.

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