Lo suo mortal voler, fa che ne porte XI. . Ahi faulx ris per qe trai haves Miserum ejus cor, qui præsiolatur: Atque fortuna ruinosa datur A colui, ch' aspettando il tempo perde; Conqueror cor suave de te primo Ch' io son punito, ed aggio colpa nulla; Ella sa ben che se 'l mio cor si crulla Il faulx cor grans pen en porteret. Ben avrà questa Donna il cuor di ghiaccio, E tan daspres, qe per ma fed e sors, Ben sai l'amors ( seu ie non hai socors) Sella non fai qe per son sen verai . Mas eu men dopt, si gran dolor en hai : Si saccia per lo mondo; ogn' uomo il senta : XII. Così nel mio parlar voglio esser aspro, Maggior durezza, e più natura cruda Talchè per lui o perch' ella si arretra Saetta che giammai la colga ignuda: Ed ella ancide, e non val ch' uom si chiuda Nè si dilunghi da' colpi mortali ; Che come avessero ali Giungono altrui, e spezzan ciascuna arme : Perch' io non sò da lei, nè posso aitarme. Non trovo scudo ch' ella non mi spezzi, Così della mia mente tien la cima: Cotanto del mio mal par, che si prezzi E tal, che nol potrebbe adeguar rima: Ahi angosciosa Che sordamente la mia vita scemi ; Rodermi così il core a scorza a scorza : Che più mi trema il cor, qualora io penso Di lei in parte, ove altri gli occhi induca Per tema non traluca Lo mio penser di fuor, sì che si scopra ; Colli denti d' Amor già si manduca Ciò che nel pensier bruca La mia vertù, sì che n' allenta l' opra: Mercè chiamando ed umilmente il priego: Che disteso e riverso Mi tiene in terra d' ogni guizzo stanco : El sangue, che è per le vene disperso, Fuggendo, corre verso Lo cor, che 'l chiama ; ond io rimango bianco. Egli mi fiere sotto il braccio manco Si forte, che 'l dolor nel cor rimbalza : Un' altra volia morie m' avrà chiuso Così vedess' io lui fender per mezzo La morte ov' io per sua bellezza corro : Ohimè perchè non latra , e latra : Per me, com' io per lei nel caldo borro ? E fare'l volentier; siccome quelli Ch' Amor per consumarmi increspa, e dora S' io avessi le bionde treccie prese, Pigliandole anzi terza Con esse passarei vespro, e le squille : Io mi vendicherei di più di mille : E' suoi begli occhi onde escon le faville Per vendicar lo fuggir, che mi face; E poi le renderei con amor pace. Canzon vattene dritto a quella Donna Che m' ha ferito il core, e che m' invola Quello, ond' io ho più gola; E dálle per lo cor d'una saetta : Che bello onor s' acquista in far vendetta. XIII. Amor, che muovi tua vertù dal cielo Che là si apprende più lo suo valore Tu scacci la viltate altrui del core; Da te convien che ciascun ben si mova, Quanto avemo in potenza di ben fare; Nè dar diletto di color, nè d' arte Poichè l'anima mia fu fatta ancella Onde ha vita un pensier, che mi conduce Con sua dolce favella, A rimirar ciascuna cosa bella Con più diletto, quanto è più piacente Per questo mio guardar m' è nella mente Una giovene entrata, che m' ha preso ; Ed hammi in foco_acceso Come acqua per chiarezza foco accende : Saliron tutti su negli occhi suoi . K |