vent une grâce qu'on ne soupçonneroit pas facilement dans le Dante, et au milieu de laquelle on surprendroit quelquefois l'énergie du peintre des tourmens de l'Enfer. Voici une de ses canzones où ces deux caractères seroient faciles à retrouver. DANTE ALIGHIERI A tutti li fedeli d'amore. A ciascun 'alma presa, e gentil core: Mio core in mano, e nelle braccia avea Cette canzone a dans ses premiers vers toute la fraîcheur des plus agréables productions de Pétrarque, et elle rappelle, dans les derniers, la force du poète qui a décrit le supplice d'Ugolin. Dans une autre canzone qui ne retrace que des scènes de volupté et d'amour, le Dante a su prendre un ton véritablement anacréontique. DANTE ALIGHIERI A Guido Cavalcanti. Guido, vorrei che tu, e Lappo, ed io E messi ad un vassel, ch' ad ogni vento : Non ci potesse dare impedimento E quivi ragionar sempre d'amore : Cette canzone, traduite en vers français, ne perdroit rien de sa grâce, et pourroit être attribuée à un de nos auteurs érotiques les plus tendres. En voici une autre qui est remplie de traits fins et délicats. Tre donne intorno al cor mi son venute E seggionsi di fore, Che dentro siede amore, Lo quale è in signoria della mia vita. Dico quel che è nel core Appena di parlar di lor s’aita. E cui vertute e nobiltà non vale. Secondo il lor parlar, furon dilette; Che sanno ben che dentro è quel ch' io dico. Dolesi l'una con parole molto; E 'n sulla man si posa Come succisa rosa ; Il nudo braccio di dolor colonna Sente lo raggio che cade dal volto, La faccia lagrimosa, Discinta e scalza, e sol di se par donna: La vide in parte, che 'l tacere è bello; Di lei e del dolor fece dimanda. O di pochi vivanda (Rispose in voce con sospiri mista) Son suora alla tua madre, e son drittura, Povera (vedi) a panni ed a cintura. Poichè fatta si fu palese e conta Doglia e vergogna prese Il mio signore, e chiese Chi fosser l'altre due ch 'eran con lei. Più nel dolor s'accese Dicendo: or non ti duol degli occhi miei? Di fonte nasce Nilo picciol fiume Ivi, dove 'l gran lume Toglie alla terra del vinco la fronda. Generai io costei, che m' è da lato E che s'asciuga con la treccia bionda : Mirando sè nella chiara fontana Generò questa che m' è più lontana. Fenno i sospiri amore un poco E poi con gli occhi molli Che prima furon folli Salutò le germane sconsolate. tardo : Canzone; a panni tuoi non ponga uom mano Per veder quel che bella donna chiude : Bastin le parti ignude; Lo dolce pomo a tutta gente niega, Per cui ciascun man piega, E s'egli avvien che tu mai alcun truovi Amico di virtù, ed ei ti priega, Fatti di color nuovi : Poi ti gli mostra, e 'l fior ch'è bel di fuori Fa desiar negli amorosi cuori. Le Tasse et l'Arioste, dans leurs plus |