68 Ancora all'Orse più stretto rotare, Se non uscisse fuor del cammin vecchio. Come ciò sia, se il vuoi poter pensare, Dentro raccolto, imagina Sidn Con questo monte in su la terra stare Sì, che amendue hanno un solo orizzòn, 70 E diversi emisperi; onde la strada, Che mal non seppe carreggiar Fetòn, Vedrai come a costui convien che vada 73 Dall'un, quando a colui dall'altro fianco, Se lo intelletto tuo ben chiaro bada.' 'Certo, maestro mio,' diss'io, 'unquan[co, 76 Non vid' io chiaro sì, com'io discerno, Là dove mio ingegno parea manco, Che il mezzo cerchio del moto superno, 79 Che si chiama Equatore in alcun'arte, E che sempre riman tra il sole e il verno, Per la ragion che di', quinci si parte 82 Verso settentrion, quando gli Ebrei Vedevan lui verso la calda parte. Ma, se a te piace, volentier saprei Quanto avemo ad andar; chè il poggio [sale 85 Più che salir non posson gli occhi miei.' Ed elli a me: 'Questa montagna è tale, 88 Che sempre al cominciar di sotto è [grave; E quanto uom più va su, o men fa male. 91 91 97 Forse Però, quand'ella ti parrà soave Dicendo: Hai ben veduto come il sole Di te omai; ma dimmi: perchè assiso 124 Quiritta se'? Attendi tu iscorta, E pur lo modo usato t'hai ripriso?' Ed elli: O frate, andare in su che por[ta? 127 Chè non mi lascerebbe ire a' martiri L'uccel di Dio che siede in su la porta. Prima convien che tanto il ciel m'aggiri Di fuor da essa, quanto fece in vita, 131 Perch'io indugiai al fine i buon sospiri, Se orazione in prima non m'aita, 133 Che surga su di cor che in grazia viva: L'altra che val, che in ciel non è udita?' E già il poeta innanzi mi saliva, 136 E dicea: Vienne omai! Vedi ch'è tocco Meridian dal sole, e dalla riva Cuopre la notte già col piè Morrocco.' 139 CANTO V. Io era già da quell'ombre partito, 22 76 Che, dietro a' piedi di sì fatta guida, Di mondo in mondo cercar mi si face.' Ed uno incominciò: Ciascun si fida 64 Del beneficio tuo sanza giurarlo, Pur che 'l voler nonpossa non ricida. Ond' io, che solo innanzi agli altri parlo, 67 Ti priego, se mai vedi quel paese Che siede tra Romagna e quel di Carlo, Che tu mi sie de' tuoi prieghi cortese 70 In Fano, sì che ben per me s'adori, Pur ch'io possa purgar le gravi offese. Quindi fu' io; ma li profondi fori, 73 Onde uscì il sangue in sul qual io sedea, Fatti mi furo in grembo agli Antenori, Là dov' io più sicuro esser credea: Quel da Esti il fe' far, che m'avea in ira Assai più là che dritto non volea. Ma s'io fossi fuggito inver la Mira, 79 Quando fui sopraggiunto ad Oriaco, Ancor sarei di là, ove si spira. Corsi al palude, e le cannucce e il braco 82 M'impigliar sì, ch' io caddi; e lì vid' io Delle mie vene farsi in terra laco. Poi disse un altro: Deh, se quel disio 85 Si compia che ti tragge all'alto monte, Con buona pietate aiuta il mio! Io fui di Montefeltro, io son Bonconte: 88 Giovanna o altri non ha di me cura; Per ch'io vo tra costor con bassa fronte.' Ed io a lui: Qual forza, o qual ventura Ti traviò si fuor di Campaldino, Che non si seppe mai tua sepoltura?' Oh! rispuos'egli: 'A più del Casenti [no 94 Traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano, Che sovra l' Ermo nasce in Apennino. 92 106 109 Tu te ne porti di costui l'eterno Per la virtù che sua natura diede. Trovò l'Archian rubesto; e quel sospinse Nell'Arno, e sciolse al mio petto la croce Ch' io fei di me, quando il dolor mi vin[se: 127 Voltommi per le ripe e per lo fondo; Poi di sua preda mi coperse e cinse.' 'Deh, quando tu sarai tornato al mondo, E riposato della lunga via,' Seguitò il terzo spirito al secondo, 'Ricorditi di me, che son la Pia! Siena mi fe'; disfecemi Maremma : Salsi colui che innanellata, pria Disposando, m'avea con la sua gemma.' 136 CANTO VI. Quando si parte il giuoco della zara, Colui che perde, si riman dolente, Ripetendo le volte, e tristo impara : 131 133 4 Con l'altro se ne va tutta la gente; A cui porge la man, più non fa pressa; 10 Quell'ombre, che pregar pur ch'altri prieSi che s'avacci lor divenir sante, [ghi, Io cominciai: E' par che tu mi nieghi, 28 O luce mia, espresso in alcun testo, Che decreto del cielo orazion pieghi; E questa gente priega pur di questo: 31 Sarebbe dunque loro spene vana, 43 Non ti fermar, se quella nol ti dice, Che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto; Non so se intendi; io dico di Beatrice: 46 Tu la vedrai di sopra, in su la vetta Di questo monte, ridere e felice.' Ed io Signore, andiamo a maggior fretta, Chè già non m'affatico come dianzi! 50 E vedi omai che il poggio l'ombra getta.' Noi anderem con questo giorno innan[zi,' 52 Rispuose, quanto più potremo omai; Ma il fatto è d'altra forma che non stanzi. Ma lasciavane gir, solo sguardando A guisa di leon quando si posa. Pur Virgilio si trasse a lei, pregando 67 Che ne mostrasse la miglior salita; E quella non rispuose al suo dimando, Ma di nostro paese e della vita 70 C'inchiese; e il dolce duca incominciava: 'Mantova...', e l'ombra, tutta in sè ro[mita, Surse ver lui del loco ove pria stava, 73 Dicendo: 'O Mantovano, i' son Sordello Della tua terra!; 'e l'un l'altro ab[bracciava. Le tue marine, e poi ti guarda in seno, S'alcuna parte in te di pace gode! Che val, perchè ti racconciasse il freno 88 Giustiniano, se la sella è vota? Sanz'esso fora la vergogna meno. Ahi, gente che dovresti esser devota, 91 E lasciar seder Cesare in la sella, Se bene intendi ciò che Dio ti nota, Guarda come esta fiera è fatta fella, 94 Per non esser corretta dagli sproni, Poi che ponesti mano alla predella! O Alberto Tedesco, che abbandoni Costei ch'è fatta indomita e selvaggia, E dovresti inforcar li suoi arcioni, Giusto giudicio dalle stelle caggia 100 Sopra il tuo sangue, e sia nuovo ed [aperto, 97 Tal che il tuo successor temenza n'aggia! Chè avete tu e il tuo padre sofferto, 103 Per cupidigia di costà distretti, Che il giardin dello imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, 118 124 Son di tiranni, ed un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene. Fiorenza mia, ben puoi esser contenta 127 Di questa digression che non ti tocca, Mercè del popol tuo che si argomenta! Molti han giustizia in cuor, ma tardi scocca, Per non venir sanza consiglio all'arco; Ma il popol tuo l'ha in sommo della [bocca ! Molti rifiutan lo comune incarco; 133 Ma il popol tuo sollicito risponde Sanza chiamare, e grida: Io mi sob[barco !' Or ti fa lieta, chè tu hai ben onde: 136 Tu ricca, tu con pace, tu con senno' S' io dico ver, l'effetto nol nasconde. Atene e Lacedemona, che fenno 139 L'antiche leggi, e furon sì civili, Fecero al viver bene un picciol cenno Verso di te, che fai tanto sottili Provvedimenti, ch'a mezzo novembre Non giugne quel che tu d'ottobre fili! Quante volte, del tempo che rimembre, Legge, moneta, officio e costume 146 Hai tu mutato, e rinnovato membre! E se ben ti ricordi e vedi lume, 148 Vedrai te simigliante a quella inferma, Che non può trovar posa in su le piume, Ma con dar volta suo dolore scherma. 151 142 CANTO VII. Poscia che l'accoglienze oneste e liete [siete?' 10 'Anzi che a questo monte fosser volte 4 14 55 Che la notturna tenebra, ad ir suso: Quella col non poder la voglia intriga. Ben si poria con lei tornare in giuso 58 E passeggiar la costa intorno errando, Mentre che l'orizzonte il dì tien chiuso.' Allora il mio signor, quasi ammirando, 61 'Menane,' disse, adunque là 've dici Che aver si può diletto dimorando.' Poco allungiati c'eravam di lici, 64 Quand' io m' accorsi che il monte era [scemo, A guisa che i vallon li sceman quici. 'Colà,' disse quell'ombra, 'n' anderemo, Dove la costa face di sè grembo; E là il novo giorno attenderemo.' [bo, 70 Tra erto e piano era un sentiero schemChe ne condusse in fianco della lacca, Là ove più che a mezzo muore il lembo. Oro ed argento fine, cocco e biacca, 73 Indico legno lucido e sereno, 68 79 Fresco smeraldo in l'ora che si fiacca, Dall'erba e dalli fior, dentro a quel seno Posti, ciascun saria di color vinto 77 Come dal suo maggior è vinto il meno. Non avea pur natura ivi dipinto, Ma di soavità di mille odori Vi facea uno incognito e 'ndistinto. 'Salve, Regina,' in sul verde e in su' fiori, Quindi seder cantando anime vidi, 83 Che per la valle non parean di fori. 'Prima che il poco sole omai s' annidi,' Cominciò il Mantovan che ci avea vol |