protagonista dell'Odissea, Inf. XXVI, 52-56; XXVII, 1; Purg. XIX, 22; Par. XXVII, 83; v. Deidamia; Palladio; Teti; ecc. umana civiltà (tota humana civilitas, Mon. 1, 3; universalis civ. humani generis, 1, 2), l'umana società (cfr. civilitade, società, in genere, Conv. II, 5; Roma, principio comune per gli Italiani suae civilitatis, cioè della loro comunanza nazionale ', Epist. XV, 10; civilitas Florentina, in contrapposizione ironica con c. Romana, cioè dell'Impero universale, quasi 'un consorzio civile Fiorentino all'infuori del Romano '; civilitas Scytharum, Mon. III, 3, forse il modo di vivere e governarsi degli Sciti'); è necessaria conseguenza della natura dell'uomo, il quale è spontaneamente cive (Par. VIII, 116); Coav. iv, 4, 27; suo ultimo fine, v. Impero. umanità (humanitas), ciò che costituisce l'esser uomo ; il più alto grado della sua potenza è la potenza intellettiva, Mon. 1, 3, v. Impero ; Conv. III, 11. umano genere (solo in lat., humanum genus o g. h.; umana generazione, Conv. III, 7, 13; Iv, 4; 5, 12, 15), la sua più alta capacità, come specie, è di essere apprensivo' mediante l'intelletto possibile, Mon. I, 3, e il suo proprio ufficio di attuarne sempre tutta la potenza, I, 4, cfr. 11, ecc.; v. Impero ; è infermo nell'intelletto superiore e inferiore, come nell'appetito, Mon. I, 16; le sue due felicità, terrena e celeste, III, 16; humana universitas, opp. hominum, l'universalità degli uomini, Mon. 1, 3, 7. umido, Conv. IV, 23; v. combinatori, quattro. Ungheria (Ungaria), nell'anno del mistico viaggio di Dante vi regnava Andrea III (1290-1301), a cui dovrebbe alludere, Par. XIX, 142-3; era succeduto a Ladislao III (IV), ma vero erede si considerò, fin che visse, Carlo Martello († 1295), figlio della sorella di Ladislao, Par. VIII, 64-66; più tardi il figlio di lui, Carlo Roberto, o Caroberto, che dei diritti alla corona di Napoli era stato spogliato in favore dello zio Roberto, Par. IX, 2-3, ebbe però quella di Ungheria (1308-42). Ungari, v. jò. universale consenso (universus mortalium consensus, o adsensus omnium), Mon. III, 14; e universale convento, decreto di, Conv. Iv, 4; v. convento universale. universitas, humana, opp. hominum, l'universalità degli uomini, il genere umano, v. umano genere ; — Alborum, i rappresentanti dell'intero partito dei Bianchi (Fiorentini), Epist. III, tit. Universo, il complesso della creazione, Inf. v, 91; VII, 18; XI, 65; XII, 41; XXXII, 8; Par. 1, 2, 105; XXVII, 5; XXXI, 23; XXXIII, 87. Urania, la musa dell'Astronomia, Par. XXIX, 41. Urbano, Urbano I, de' più antichi papi, successore di Calisto I, nativo di Roma, martire, secondo la tradizione, Par. XXVII, 44. Urbiciani, 0 Orbicciani, v. Bonagglunta. Urbino, città delle Marche nell'Italia centrale, Inf. XXVII, 29-30. Urbisaglia, città delle Marche presso Macerata, distrutta dai Visigoti, ericordata poi solo da un piccolo borgo, Par. XVI, 73. Urbs, v. Roma. V, o U consonante, mutato in fin certi dialetti, V. E. I, 14. Vaio, colonna del, Par. XVI, 103. Val Camonica, o Valcamonica, vallata alpina a nord-est della Lombardia, attraversata dal fiume Oglio, Inf. XX, 65. Val di Magra, o Valdimacra, la valle del fiume Magra in Lunigiana, Inf. XXIV, 145, v. vapor di V.; Purg. VIII, 116. Val di Pado, la valle del Po, donde sarebbe venuta la moglie di Cacciaguida, che diede il nome agli Alighieri; ma è ignoto a quale parte della valle del Po D. alluda (dicono Ferrara, ma pura supposizione), Par. xv, 137. Valbona, Lizio da, v. Lizio. *Valdarno, la valle dell'Arno, Purg. XIV, 30, 41; v. Arno. Valdichiana, la valle della Chiana, in Toscana, tra Arezzo, Cortona, Montepulciano, Chiusi, zona malarica ai tempi di D., e perciò fornita d'ospizi per i pellegrini e anche indigeni, dipendenti dai frati d'Altopascio, Inf. XXIX, 47; v. Chiana. Valdigreve, la valle del fiume Greve in Toscana, Par. XVI, 66. Vallatrensis, della città di Velletri nel Lazio, Epist. III, tit. - Vallatrensis Episcopus, il cardinale Niccolò da Prato, v. Niccolò1. valle, fortunata, dove Scipione vinse Annibale, Zama in Numidia, Inf. XXXI, 115-7, cfr. Conv. IV, 5; Mon. II, 11, e v. Scipione1. Il Mediterraneo, o propriamente il golfo del Leone, tra l'Ebro e la Magra, Par. IX, 88-9. valle, la stessa cosa che selva, vedi, Inf. 1, 14, cfr. 61; xv, 50. Vangelista, v. Giovanni3. listi, v. Evangelisti. Vangelo, v. Evangelo. Vange Vanna, abbreviativo di Giovanna, v. Giovanna3. Vanni Fucci, v. Fucci, Vanni. vapor di Val di Magra, Inf. XXIV, 145; v. Moroello Malaspina. vapore, umido, acqueo, che stipa l'aere: nebbia, Inf. XXXI, 34-6; Purg. XVII, 1-6, cfr. Inf. XXIV, 149; Canz. LXIX, 17 sgg.; fummo, Purg. v, 113 (cfr. XVI, 5); e giunto nella zona fredda dell'aria si converte in acqua, cadendo, quando l'aria, la nuvola troppo ne abbonda, in pioggia, Purg. v, 109-10, 118-19, cfr. XXVIII, 122; XXX, 112-114 (vapore, piova, qui, in senso figur., cfr. XI, 6); vapor gelati, Par. XXVII, 67-69; vapori ombranti il sole, Purg. xxx, 25 sgg., cfr. Purg. XVII, 4-6; Conv. II, 16 (nebuletta mattutina); Mon. II, 1; dal sole dissipati, Par. v, 133 sgg., ofr. XII, 15; grossi vapor, per cui Marte rosseggia, Purg. II, 14, cfr. Conv. II, 14; forman l'alone, Par. XXVIII, 24; secco vapor, che s'infiamma, Purg. XXI, 52; onde i vapori accesi, stelle cadenti nell'agosto, e lampi, Purg. v, 37-39, cfr. Conv. II, 14; - vapore igneo (in Val di Magra), in lotta col vapore acqueo, spezza la nebbia e fulmina, Inf. XXIV, 145-50; vapori caldi, che la terra ha nel ventre e fan fumar le acque, Canz. LXIX, 53-55; vapore, il vento, vapore ventoso, nato dall'umidità della terra, Inf. XXXIII, 103-05, cfr. III, 133; Canz. LXIX, 14 sgg.; v. vento. Nessuna alterazione dovuta a vapori, o ad altro, fuorchè al moto dei cieli, accade nel monte del Purgatorio, oltre la Porta, Purg. XXI, 43-57; XXVII, 97-102; vapore, le fiamme cadenti nel cerchio dei violenti contro Dio e la Natura, Inf. XIV, 142; vapori del cuore sono gli spiriti umani, Conv. II, 14; v. spirito. V. esalazioni. Vario (Varo, Varro), Lucio Vario Rufo, poeta romano del periodo d'Augusto, ricordato da Orazio, Purg. XXII, 98. Varo, fiume della Francia meridionale sul confine italiano, Par. VI, 58. Varro, v. Vario. Vascones, i Guasconi, v. Guaschi. vascula, decem, dieci vaselli di latte, figurat. un dono di poesia latina, l'Egloga I medesima, mandata da Dante а Giovanni del Virgilio, Ecl. 1, 64; v. ovis. Vaticano, uno dei sette colli di Roma, ove sorgono i palazzi apostolici e la basilica di S. Pietro, Par. IX, 139. vecchi, due, veduti da Dante intorno al carro di Beatrice nel Paradiso terrestre, Purg. XXIX, 134-41; v. Luca; Paolo, San. [Vecchia, la, personaggio che rappre senta il tipo della mezzana, Fio. CXXXVII sgg.]. Vecchiezza, Libro della, Conv. II, 9; V. Senectute, De. vecchio, Catone, v. Catone. Vecchio, Del, o Vecchietti, antica e nobile famiglia di Firenze, Par. xv, 115. vecchio solo, veduto da Dante nella comitiva di Beatrice nel Paradiso terrestre, simbolo dell'Apocalisse, Purg. XXIX, 143-8. Vecchio Testamento, v. Testamento. vegetativa, potenza, v. potenza. Vegezio (Vegetius), Flavio Vegezio Renato, autore del trattato De Re Militari, Mon. II, 10. [Veglio, il Vecchio della Montagna, capo della setta religiosa e militare degli Assassini, stabilitasi verso la fine dell'11° secolo nelle montagne della Persia, e durata fino al 13°, Fio. II]. veglio, un gran, figura colossale che Dante immagina esistere dentro il monte Ida nell'isola di Creta, simboleggiando in essa il peccatore genere umano e traendone una poetica origine dei fiumi infernali, Inf. XIV, 103 sgg. velo, v. quattro sensi. Veltro, il, che deve cacciare la Lupa, cioè la cupidigia, dal mondo; simbolo di un futuro Imperatore nel cui avvento Dante sperava, e che più tardi credette di vedere incarnato nel Cinquecento diece e cinque, vedi, cioè probabilmente Arrigo VII, Inf. I, 101 sgg.; cfr. Purg. xx, 15. venagione, arte della, la caccia, in senso largo, compresa anche la pesca, Conv. Iv, 9. Venedico Caccianimico, Venetico Caccianimici, bolognese, che per denaro diede la propria sorella Ghisola nelle mani del Marchese d'Este, Inf. XVIII, 50 sgg.;- v. Ghisolabella. Venere, dea dell'Amore, figlia di Giove e di Dione, Purg. xxv, 132 ; XXVIII, 65; Conv. II, 6; cfr. Par. vIII, 1 sgg. (Ciprigna). Venus, la Venere, uno dei tre massimi intenti dell'uomo, v. salute. Il pianeta Venere, Conv. II, 2, 4, 14, 15; col nome di Citerea, Purg. XXVIII, 95; di Dione, Par. XXII, 144 (ma più probabilmente è un vocativo, come Maia, e, come questo la madre di Mercurio, così quello designa la madre di Venere). Varie perifrasi, Purg. I, 19; Par. VIII, 11-12. Dante nel pianeta Venere, Par. VIII-IX. Cielo di, o terzo cielo, Conv. II, canzone, cfr. Par. VIII, 37; Conv. II, 2, 4, 13, 14. Distanza di Venere da noi, e sua virtù, Conv. II, - 7. Epiciclo di, Par. VIII, 3; Conv. II, 4, 6. - [Veno, Venus, Venusso, veneziano, di Venezia, Inf. XXI, 7; venetianum vulgare, il dialetto veneziano, o più generalmente veneto, V. E. I, 14. [Veno, Venus, Venusso, v. Venere]. venti, simboleggia il movimento del l'alterazione, Conv. II, 15. ventiquattro seniori, simbolo dei 24 libri del Vecchio Testamento (compreso il Libro di Ruth e le Lamentazioni di Geremia), Purg. XXIX, 83-87, cfr. XXX, 7; XXXII, 22. vento di Soave, secondo, v. Arrigo"; terzo, v. Federigo2. vento, v. vapore, e cfr. Canz. LXIX, nascosto dentro la terra 14 sgg.; è cagione dei terremoti, Purg. XXI, 55-57; potestà del diavolo sui fenomeni meteorologici, Purg. v, 112-14; - v. schiavo, di Schiavonia, Inf. verace, esser v., oggetto sensibile, reale, Purg. XVIII, 22, cfr. xv, 116. Verbo (Verbum), il Verbo, Cristo, V. E. I, 1. Vercelli, città del Piemonte, XXVIII, 75; Epist. XI, 6. Verde, fiume dell'Italia meridionale, l'antico Liri, che ora da un certo punto si chiama Garigliano e sbocca nel golfo di Gaeta, Purg. III, 131; Par. vII, 63; v. Tronto inol tre, Ceperano. verecundia, v. vergogna. Vergine, v. Maria1. 6 vergogna, Conv. Iv, 19; virtù propria dell' adolescenza ', Conv. Iv, 24, 25, cfr. 23; comprende stupore, pudore e verecundia, Conv. IV, 25; v. passione1; [personaggio allegorico, Fio. XIX, XXIII, ecc.]. verità, una delle undici virtù aristoteliche, Conv. iv, 17. Contrapposto a figura, è il senso allegorico' contrapposto alla ⚫ finzione poetica o senso letterale, Conv. IV, 28. vero, v. quattro sensi. Verona, città del Veneto, sull'Adige, Inf. xv, 122; Purg. XVIII, 118; V. E. I, 15; Epist. XVII, tit.; A. T. § 24; veronese (veronenses), di Verona, Inf. xx, 68; A. T. § 24; il dialetto, V. E. 1, 9, 14. Veronica, la, l'immagine del Redentore impressa nel Sudario che si venera a Roma, Par. XXXI, 104; imagine benedetta, V. N. § 40. 4 - Verrucchio, forte castello dei Malate- - - trasparente e terso, come ri- via non vera, quella che è simbǝleg- Vicenza (Vicentia), città del Veneto, vicinanza (lat. vicinia), una commu- vicinia, v. vicinanza. Vico degli Strami, v. Strami, Vico degli. Victore, Ricardus de Sancto, v. Ric- vicus, borgo o simile; il suo fine, vigliacchi e loro punizione nell'In- Vigna, Pier della, v. Pier della Vigna. Inf. XXIII, 95; v. Fiorenza; -Villa Vincislao, Venceslao IV, re di Boemia, Viniziani, o Veneziani, v. Veneti. |