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io non fa trascrivessi in quella forma appunto, che dal Conte Magalotti m' è stata data per autenticare con una così chiara testimonianza, quanto fin ora ho narrato. Ella è certo proprissima parla della lingua Inglese, nella quale è scritta la Lettera) per compiangere in essa la perdita dell' incomparabile Sen. da Filicaja, che ha si altamenie lodati diversi della nostra nazione, è più distintamente ha dato a me quell' unico ragionevole fondamento, che io poteva avere, per lusingarmi, che la mia memoria sia per vivere in quell' immortale componimento de' suoi versi. Io ho cost ben ponderate le sue poesie, e ho letto cost a fondo i veri sent menti del suo cuore, che io mi trovo in istato di pianger la sua perdita, come se io l'avessi trattato, e intimamente agni giorno, perchè non solamante vi raffiguro un sapere profondo, un ingegno, dove si perde la vista, una gran sublimità di p ensieri, e una somma sodezza di giudizio, ma vi discerno chiaramente la rettitudine, e l' integrità della sua mente, l'uomo ̈ dabbene, e l perfetto amico. Meritò certamente il Sen. da Filica a tutte le lodi, che gli furono date, così avanti, come dopo la sua morte; poichè egli fu un gran Letterato, un ottimo nobilissimo Cittadino, ed un perfetto Cristiano. Ha lasciato oltre le Poesie Toscane, che sono state stampate in Firenzè l' anno 1707. e poscia ristampace in

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molti luoghi segno evidente, ed infalli bile dell' applauso, e del coneetto, [che giustamente elle hanno avuto grandissimo) le Poesie Latine, e molti componimenti di sceltissime Prose, che appresso il Cav. Scipione suo figliuolo si conservano. Le Poesie Latine sono in grandissimo nume ro, e contengono Ode d'ogni sorta di metro, Elegie, ed Epigrammi. Alcune di que ste sono state poste alla stampa nel quar to Tomo della Raccolta de' Poeti illustri Italiani, che Latinamente hanno scritto: ed altre, sopra al Mugherino detto del cuore, sono uscite alla luce fralle Lettere, che l'inviato Enrico Neuton fece stampare in Lucca. Sono queste in particolar guisa prégevoli, così per la bellezza dello stile, e de' sentimenti, che leggiadri sono, e nobili, e propri, come ancora, perchè elle furono fatte sopra un fiore, a noi affatto ignoto, venuto dall' Indie, non ha molto, al Gran Duca, e che ne' suoi Giardini unicamente si ritrova; onde il Sen. da Filicaja fu il primo, che corresse il nuovo arringo di celebrar co' suoi versi questo rarissimo Gelsomino: e su questo Vergine tema: A bella cetra non sposato unquanco. Fralle Poesie Latine, che per ancora non sono alla stampa, molte ve ne hanno per istruire e per animare, ed accendere il Cav. Scipione suo figliuolo, ad incamminarsi con forte cuore per l' arduo, e faticoso sentie

to della virtù: altre son farte nel tempo, che egli era al governo di Volterra, nelle quali dell' antichità più riguardevoli di quella Città, e delle sue miniere, e de bagni, e degli edifizi ragiona, con tanta pro prietà, e con tanta vaghezza, che reca non poca maraviglia il vedere, con quan ta facilità di stile, e con qual purità, egli abbia descritto cose minutissime, e particola rissime, nel che ha fatto palese la padronanza assoluta, che egli aveva nell' idioma Latino, per la quale egli erain poter suo il dire ciò, che volea, e in quella guisa appunto, che egli aveva in animo di dirlo, senza che diffis cultà veruna si frapponesse, che il corso del suo pensiero frattenesse giammai. Oltre a queste, altre molte ve ne sono sopra le virtù morali, e Cristiane, e l'amor Divi no, nelle quali alla dolce armonia de' numerosi versi, si vede congiunto l'utile, ed il forte della profonda dottrina, e della Cristiana pietà. Finalmente in altre prende a lodare alcuni illustri personaggi, e vari amici: e fa in alcune accurate, e vaghe descrizioni, come si è quella infra le molte, dove egli mirabilmente descrive la Caccia delle passere, che si fa con una rete, che Diluvio s' appella, colla quale copia grandissima si prendono di quegli animali. Vi sono eziandio le Prose Toscane, che sono composte di buon numero di Lezioai, fatte in diverse occasioni nell' Acca

demia della Crusca, e d' orazioni sacre, e d' esortazioni, e di discorsi, fatti in quelle devote Compagnie, che egli diligente mente frequentava. Due di queste Orazioni, che una delle lodi di S. Antonio Abate, l'altra per la Decollazione di S. Gio: Batista, si vedranno fra poco alle stampe nel quinto Volume della prima Parte delle Prose Fiorentine, nelle quali la soavità della facondia, e la sodezza della dottrina si potranno agevolmente ammirare da chicchessia. In oltre vi son rimase copia grande di Lettere, sì Latine, che volgari scritte da lui a diversi amici, fra i quali principali erano l'Avvocato Benedetto Gori, chiaro per nobiltà, e per la cognizione delle buone lettere, ed il Conte Lorenzo Magalotti. Sono queste la maggior parte ripiene di lumi bellissimi intorno all' arte Poetica, comecchè sono scritte in occasione, che egli mandava a vedere le sue poesie Toscane a questi amici, che egli s' era scelti spezialmente fra gli altri per Giudici de' suoi componimenti: e intorno a ciò, che da essi gli era stato avvertito largamente favellava; ora approvando i lo-, ro sentimenti; ora rispondendo alle loro difficultà, e l'intenzion sua, e le sue ragioni manifestando, nelle quali ben siravvisa, quanta fosse in lui l'erudizione, e Ta scienza, e la pratica dell' Arte Poetica,

nella quale era egli eccellente, e matavi glioso. Dalle quali cose, che io ho fin' ora raccontate, io porto ferma opinione, che manifestamente apparisca, quanto egli fosse singolare in ogni, e qualunque genere di virtù, e quanto le virtù grandi, ed eroiche, che in esso risplendevano, fossero adornate, ed abbellite dail' affabilità,. dalla gentilezza, dalla mansuetudine, dalia cortesia, dimodo chè si possa con ragione affermare, che egli fu un vero esemplare di dottrina, di pietà, di prudenza, diļ giustizia, e di tutte quelle virtù, che un buono, savio, e virtuoso Cristiano Cavaliere debbono adornare.

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