Se lamentar augelli, o verdi fronde Là 'v'io seggio d'amor pensoso, e scriva Lei che 'l ciel ne mostrò, terra nasconde; Veggio, ed odo, ed intendo, ch' ancor viva Di sì lontano a' sospir miei risponde . Deh perchè innanzi tempo ti consume? Mi dice con pietate: a che pur versi Dagli occhi tristi un doloroso fiume? Di me non pianger tu, che miei dì fersi Morendo eterni; e nell'eterno lume, Quando mostrai di chiuder gli occhi, apersi. Mai non fu' in parte ove sì chiar' vedessi Quel che veder vorrei, poi ch' io nol vidi; Nè dove in tanta libertà mi stessi, Nè 'mpiessi 'l ciel di sì amorosi stridi: Nè giammai vidi valle aver sì spessi Luoghi da sospirar riposti e fidi; Nè credo già che Amor in Cipro avessi, O in altra riva, sì soavi nidi . L'acque parlan d'amor, e l'ôra, e irami, E gli augelletti, e i pesci, e i fiori, e l'erba, Tutti insieme pregando ch'i' sempr' ami. Ma tu, ben nata, che dal ciel mi chiami, Per la memoria di tua morte acerba Preghi, ch'i' sprezzi'l mondo e suoi dolci ami. Datemi pace, o duri miei pensieri! Non basta ben, ch' Amor, Fortuna, e Morte Mi fanno guerra intorno, e in su le porte, Senza trovarmi dentro altri guerrieri? E tu, mio core, ancor se' pur, qual eri, Disleal a me sol, che fere scorte Vai ricettando, e sei fatto consorte De' miei nemici sì pronti e leggieri. In te i secreti suoi messaggi Amore, In te spiega Fortuna ogni sua pompa, E Morte la memoria di quel colpo, Che l'avanzo di me convien che rompa : In te i vaghi pensier s'arman d'errore, Perchè d'ogni mio mal te solo incolpo. Discolorato hai, Morte, il più bel volto Che mai si vide, e i più begli occhi spenti; Spirto più acceso di virtuti ardenti Del più leggiadro e più bel nodo hai sciolto: In un momento ogni mio ben m'hai tolto; Ben torna a consolar tanto dolore E se com' ella parla, e come luce, Si breve è'l tempo e'l pensier sì veloce, Che mi rendon Madonna così morta, Che al gran dolor la medicina è corta; Pur, mentr' io veggio lei, nulla mi noce. Amor, che m'ha legato e tiemmi in croce Trema, quando la vede in sù la porta Dell' alma, ove m'ancide ancor sì scorta, Sì dolce in vista, e sì soave in voce . Come donna in suo albergo, altera vene Scacciando dell'oscuro e grave core Con la fronte serena i pensier tristi ̧ L'alma, che tanta luce non sostene, Sospira e dice; O benedette l'ore Del dì che questa via con gli occhi apristi |