Sayfadaki görseller
PDF
ePub

RELAZIONE

DI

G. FRANCESCO MOROSINI

1581.

(Da apografo del Secolo XVII nella Libreria di San Marco,
Classe VII dell' Appendice ai Codd. ist., Cod. 636.)

AVVERTIMENTO

Successore di Alberto Badoero fu nominato, con decreto del 7 febbrajo 4578, Gioan Francesco Morosini, il quale tornò dalla sua legazione nella state del 1581, come apparisce dal contesto delle cose da lui narrate, e dalle posteriori a quell'epoca da lui taciute. Dice egli in fatti d'essere andato a congedarsi nel fine della sua legazione dal re in Lisbona, dove appunto nel giugno del detto anno Filippo II fece atto di presenza, dopo compiuta la conquista del Portogallo; nè, parlando dei principi della famiglia reale, fa menzione dell' imperatrice Maria, vedova di Massimiliano II, recatasi a vivere in Spagna presso il re suo fratello in principio d'ottobre del 1584. Talchè, non solo ci sembra inammissibile la data del 1582, che la Relazione porta veramente nel codice sopracitato, ma quella stessa del 6 decembre 1584, che si trova nell'apografo del quale il conte Greppi si è valso per gli estratti da noi citati nell' avvertimento alla precedente relazione del Priuli, è forse la data della esibizione in archivio anziché quella della lettura. Nel che eziandio ci conferma quanto è detto dell'età del re. Avvegnacchè scrivendo il Morosini che il re nacque del 1527 a' 24 di maggio, di maniera che ha di già finiti 54 anni; se l'epoca di questa relazione si avvicinasse più al maggio dell' 82 che a quello dell' 81, come importerebbe RELAZIONI VENETE.

36

la data del 6 decembre, avrebbe detto assai più congruamente: di maniera che ha di già quasi 55 anni; e ciò tanto più ch'egli ne vuol dedurre che in un principe di casa d'Austria si può questa tenere per età senile.

Questa relazione abbracciando, come abbiam detto, l'epoca della conquista del Portogallo, si distende quanto conviene intorno quel fatto, il quale aggiunge importanza a questo documento scritto con tanto acume e tanta disinvoltura, che ci è parso di non doverne resecare pur quelle parti introduttive e finali, che per solito stimiam superfluo di riprodurre. Accaddero in tempo di questa legazione i seguenti fatti:

Battaglia di Alcazarquivir nel Marocco, nella quale muore il re Sebastiano di Portogallo (4 agosto 1578), cui succede il vecchio cardinale Enrico suo zio;

Morte di don Giovanni d'Austria nelle Fiandre (25 settembre 78), il comando delle quali viene assunto da Alessandro Farnese ; Unione d'Utrecht (23 gennaio 1579), per la quale le sette provincie settentrionali dei Paesi Bassi, Olanda, Zelanda, Gheldria, Utrecht, Frisia, Overissel e Groninga, si costituiscono in governo separato, che prese poi nome di repubblica delle provincie unite. Le dieci provincie del sud sono contenute nell'obbedienza da Alessandro Farnese;

Si pubblica il matrimonio del granduca Francesco I con Bianca Cappello (30 giugno 79) contratto già secretamente da un anno; Morte del re don Enrico di Portogallo (30 gennaio 1580). Il duca d'Alba conquista il regno per Filippo II, il quale ne è proclamato re il 2 settembre;

La Spagna mette a prezzo la vita del principe d'Oranges (15 marzo 80);

Morte di Emmanuel Filiberto duca di Savoja (30 agosto 80), e successione di suo figlio Carlo Emmanuele;

Morte di Anna d'Austria, ultima moglie di Filippo II (26 otto-
bre 80);

Guerra di religione, detta degli amorosi, in Linguadoca (4580);
Entrata di Filippo II in Lisbona (giugno 1581).

La grandezza del re di Spagna, serenissimo Principe, II. ed EE. SS., per i molti stati che possiede, la ricchezza e le forze sue, e l'interesse che questa serenissima Repubblica può aver seco lui, così per i confini dello stato di Milano, come per diversi altri rispetti, sono cose di così grande importanza, che venendo io al presente di ambasciatore della Serenità Vostra da quella corte, e dovendo, secondo il buon instituto di questo governo, riferire quello che nel tempo della mia legazione ho avvertito, e mi par degno dell' intelligenza di questo eccellentissimo Senato, non credo che mi faccia bisogno procurar d'eccitare con artificio di parole l'attenzione della Serenità Vostra, nè meno delle VV. SS. II., poichè gli accidenti occorsi nel tempo della mia legazione, e la materia istessa, benissimo conosciuta dalla loro singolar prudenza, è tale che non solo deve renderle attente, ma ancora desiderosissime d' intendere. Ed io per soddisfar all'obbligo mio, e a quello che mi par di conoscere del desiderio loro, prometto di procurare, per levar loro ogni sorte di tedio, d'esser quanto più breve sarà possibile in materia così grave e di tanta importanza, troncando tutte le cose superflue, ed attendendo solamente a quello che mi parerà più necessario perchè restino ben informate dello stato presente di quella maestà, e affinchè con questa informazione possano far più fondato giudizio del modo che si dovria tenere per ben governarsi in quei particolari che concernano interesse con quella corona; che è, per quello ch' io credo, il principal fine

per il quale da' nostri sapientissimi progenitori furono introdotte queste relazioni. E se ben mancherà in me quella facondia e quegli ornamenti di parole che ricercheria una tale azione, supplirà nondimeno la benignità della Serenità Vostra, e delle VV. II. SS., insieme con la purità e sincerità con la quale mi prometto di trattar questa importantissima materia, specialmente quando io sia in ciò favorito dalla grazia del Signore Dio, e dalla molta benignità della Serenità Vostra.

Della nobiltà del presente re di Spagna non mi par necessario parlare, essendo notissimo ch' egli discende dall'imperial casa d'Austria ( nella quale ha di già per spazio di più di trecento anni continuato l'imperio), e che fu figlio dell'imperator Carlo V stimato da tutti per uno dei più valorosi che da molti anni in qua abbiano tenuta quella dignità. Ma venendo a parlare di lui come successore della fortuna e della grandezza dei re di Spagna e della casa di Borgogna dico che si può stimare per il maggiore e più potente re della Cristianità, e che secondo l'opinione di molti possieda maggior presa di paese che qualsivoglia altro principe del mondo.

Possiede il re Cattolico molti stati e molti regni separatissimi l'uno dall' altro, e differenti fra loro di leggi, di costumi e di lingua; però il principal membro è la Spagna, nella quale si contano tredici regni, compreso quello di Portogallo acquistato l'anno passato per forza d'armi. In Italia possiede tre altri regni, che sono Napoli, Sicilia e Sardegna, il ducato di Milano, e alcune fortezze nella Toscana, che dipendono dal regno di Napoli, e sono Porto Ercole, Orbetello e Piombino, siccome anco dalla Sicilia dipendono le isole adjacenti. In Barberia possiede Orano, Marsalquivir, il Pignone, e Melilla, e ora anco le fortezze dipendenti dal regno di Portogallo, che sono Ceuta, Tanger, Arzilla, e Mazagan. Fuor dello stretto le isole Canarie, e nelle Indie 39 provincie con tanto paese e tante isole che basteriano per molti regni. Oltre di questo ha la contea di Borgogna ed i Paesi Bassi, che sono per una terza parte del regno di Francia, sebben al presente in cosi mal stato, che non si può più far di quel paese quel conto che si soleva fare per il passato.

La Spagna è una grandissima e amplissima provincia che circonda intorno a 1900 miglia, e contiene in sè, come ho detto, tredici regni, nei quali si contano 57 città importanti, oltre un numero grandissimo di castelli ed altri villaggi. È maggiore il doppio di quello che sia la Francia, ma non è così fertile, nè così piena di gente, dal che nasce che molti terreni restano incolti; oltre che è assai montuosa e sassosa. Produce nondimeno per il suo bisogno frumenti, carne, vini, ogli, sali, sete, lane, e altre cose necessarie al viver umano; e dove il paese è buono rende in molti luoghi 25 e 30 per uno, specialmente quando piove assai, non avendo quei terreni bisogno d'altro che d'acqua, essendo aridissimi così per la disposizione di quel cielo, che quando si mette a non piovere continua per molti mesi senza che si veda pur una goccia d'acqua, come anco per aver quella provincia pochi fiumi, e nessuno, si può dire, navigabile, eccetto il Tago per poche miglia verso Portogallo, e l'Ebro ancora da Tortosa a basso. Gli altri tutti sono di poca importanza, e la maggior parte di essi la state restano asciutti o con poca acqua; da che nacque, secondo che raccontano le istorie di Spagna che già molti anni, per la gran siccità che successe un anno, si venne a depopular tutto quel regno, non solo per il mancamento dei viveri, che i terreni non producevano, ma anco perchè dalla molta aridità si apriva la terra con fessure così grandi e profonde, che restavano da quelle gli uomini impediti di poter passare da un luogo all' altro; e non si potendo prevalere delle cose necessarie, vennero a morire tutti quelli che prima non erano usciti dal regno.

Ha la Spagna miniere di ferro, di piombo, di rame, d'argento e d'oro, sebben in poca quantità; produce bellissimi cavalli, ma anco generalmente molto deboli e delicati, ancorchè di gran cuore, i quali per ciò sono stimati assai per una giornata campale, nè sono rifiutati in tali occasioni per qualsivoglia altra sorte di cavalli. È piena di molte ricchezze, e però si vede generalmente, non solo nella gente di conto, ma anco nella mediocre, molta quantità d'argenti lavorati per l'uso ordinario della casa. Le donne usano molte gioje,

« ÖncekiDevam »