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duca d'Alva gli dasse molto favore per esser suo parente, non potè però ottener dono alcuno, e si parti in termine di pochi giorni molto sconsolato, perciocchè Sua Maestà lo fece chiaro, che si come era stato fatto cardinale senza sua soddisfazione, così non lo vedeva volentieri. Ora però che ha avuto carico di trattar le cose sue col pontefice, potrà essere che S. M. gli faccia qualche mercede.

Questa opinione di non voler cardinale di Spagna tiene il re perciocchè non vorria veder papa alcun spagnuolo; c quando, nella elezione del pontefice presente, il cardinal Paceco (1), che mori, fu così vicino ad essere eletto, S. M. ne senti molto dispiacere, e assai si dolse dell' ambasciator Vargas che lo aveva favorito, imputandolo di averlo fatto per disegni suoi particolari (2). Dubita Sua Maestà che un papa spagnuolo fosse per darle molti travagli e far seguire molte sollevazioni nella Spagna; perchè essendo lei, come ho detto, tutta intenta ad impadronirsi di quel clero ricchissimo e opulentissimo, un pontefice tale non solamente non glielo permetteria, ma potria esser facile motore di molti rumori, e darle molti impacci. Oltra che avendo sua Maestà grandissimo desiderio di levare le grandezze e autorità che hanno i signori di Spagna (onde cerca quanto può ogni occasione per abbatterli e dominare quella provincia con altra maniera ed altro imperio di quello che hanno fatto i suoi predecessori), il pontefice spagnuolo, avendo molte dipendenze con i grandi di Spagna, potria esser causa che questi suoi pensieri non andassero innanzi. Tutti questi rispetti cessano con i pontefici italiani, e massime con quelli che non sono congiunti con principi. Dal che viene che Sua Maestà mai volle favorire il cardinale di Mantova di felice memoria; e il medesimo osserverà con tutti quelli che dipendono e hanno unione con simili personaggi; perciocchè essendo il papa povero nel particolare, con dargli lei ogni piccol dono per i suoi parenti, disegna impadronirsene di tal modo, che possa facilmente ottenere tutto quello che vuole; il che non le suc

(4) Pietro.

2) Veggasi S. I, T. 4, pag. 4.

cederia con lo spagnolo, il quale disegnerebbe cose altissime, si perchè avrebbe, con i suoi parenti, la naturalezza di Spagna (per la quale saria levata a S. M. la scusa di non concedere loro vescovati ed altre dignità importantissime), come perchè le converria soddisfare non solamente i parenti con molti carichi e gradi d'importanza, ma tutti quelli che Sua Santità volesse.

Con l'imperatore (1) tiene S. M. in apparenza buona intelligenza, se ben forse nell' intrinseco si potria giudicare non essere del tutto soddisfatta, conoscendo per causa di quello non esser succeduta a Cesare suo padre nell'impero, e per essersi molte volte S. M. Cesarea lasciata intendere che tiene gran causa di dolersi, non avendo avuto l'imperator suo padre la porzione che giustamente gli conveniva della eredità della regina Giovanna, e certe porzioni negli stati dei Paesi Bassi ; le quali cose tutte furono trattate con l'imperator Carlo, che gli diede buona intenzione, per metter fine a tutte queste controversie, di rinunziargli lo stato di Milano, con la qual speranza lui si maritò nella sua figliuola Maria; ma di poi non solamente non gli volle osservare questa promessa, ma non gli dette dote che convenisse nè all' uno nè all' altra (2). Tutte queste cose vengono però dissimulate dall' imperatore, perciocchè conosce le forze sue non esser bastanti per dar molestia a questo serenissimo re; il quale non avendo finora se non il principe unico figliuolo, di poca prosperità, e con pronostico che generalmente gli vien fatto di viver poco, succedendo tal morte, tutte le pretensioni e querele sariano finite, se non in lui, ne' suoi figliuoli. I quali, come benissimo deve esser noto alla S. V., essendo nati di sorella di questo serenissimo re, verriano a restar padroni, e a succeder negli stati e regni che ora sono posseduti da S. M. Cattolica.

Il medesimo procedere si conosce nel serenissimo re, il quale bene intende questi pensieri, e conosce la indisposizione del principe suo figliuolo, onde non può far lunghi disegni sopra lui, e per ciò fece officio acciocchè i due figliuoli

(1; Massimiliano II, succeduto a suo padre Ferdinando I nel 1564.
2. Veggasi il T. 3o di questa Serie, p. 169, e altrove.

RELAZIONI VENETE.

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di S. M. Cesarea venissero in corte (1); la qual deliberazione fu molto gustata dall' imperator Ferdinando. Onde le cose si vanno trattenendo, e scorreranno fino a tanto che si veda qual cammino terrà il principe; il quale riavendosi in modo che prendesse moglie e avesse figliuoli, non è alcuno che non giudichi queste querele potersi rinnovare, ed essere facilmente tra queste corone per seguire dei rumori e forse delle guerre d'importanza. Si tratta di presente il matrimonio della figliuola di S. M. Cesarea (2) nel detto principe, la risoluzione del quale il serenissimo re molto fugge, desiderando metter tempo; e ultimamente fece dire all' imperatore che desidera termine un anno prima che si faccia questa conclusione, perciocchè il principe al presente si ritrova così malsano, che dargli moglie ora saria metterlo in pericolo di morte; nè questo tempo potrà nuocer ad alcuno per esser l'uno e l'altra molto giovanetti. Ma S. M. Cesarea si dimostra molto desiderosa che il matrimonio sia terminato, e si lascia intender che ne vuole la risoluzione, perciocchè non la dando al principe, la mariteria nel re di Francia, il quale molto gliela dimanda (3). Il che se scguisse, con l'aggiunta che ora si crede la serenissima regina esser scoperta in termine di fare figliuoli, potria esser che le cose mutassero cammino, nè stessero sempre in questo termine. Il serenissimo re procede con ogni segno di grandezza, nè dimostra temere d'alcun danno che gli possa fare l'imperatore. Quando venne la nuova in corte che Ferdinando era morto, non si mosse S. M. per alquanti giorni, e di poi comparve con pochissimo lutto, non avendo fatto vestir di nero se non otto paggi, otto gentiluomini che lo servono alla tavola, e quattro aiutanti di came

(1) Rodolfo ed Ernesto.

(2) Anna.

(3) Accadde in vece, per tutti i casi che dappoi seguirono, che la principessa Anna fu condotta in moglie nel 1570 dallo stesso Filippo II, mentre ad un tempo il re di Francia Carlo IX sposava l'altra figlia di Massimiliano, Isabella. È da notare come a Filippo II sia accaduto due volte di sposare chi era destinata al figliuolo; che così appunto fu ancora d'Isabella di Francia; la quale nei preliminari della pace di Castel Cambrese era stata proposta per don Carlos; ma venuta frattanto a inorte la regina Maria d'Inghilterra, Filippo II, rimasto libero, stimò meglio pigliarla per sè.

ra; il che dispiacque molto ai ministri dell'imperatore che si trovavano in corte, e se ne dolsero.

Con i principi di Germania si può dir S. M. aver poca intelligenza, e che loro non abbiano molta satisfazione di lei, vivendo colà più che mai la memoria delle ruine che dicono aver ricevuto dall' imperator Carlo suo padre, e delle molte insolenze che usarono gli spagnoli verso di loro. Il re poi dà a pochi trattenimento, nè fa loro alcuna offerta per la quale possano conoscere d'esser amati e stimati da S. M.; la quale stando di opinione che non le siano per mancar mai quanti soldati di quella nazione vorrà levare con i suoi denari, va scorrendo senza alcun complimento di satisfazione. Del che sono diversi che poco laudano il re per molti casi che potrebbero succedere, avendo massimamente i paesi di Fiandra in qualche pericolo, come ha inteso la Serenità Vostra.

Con il re Cristianissimo (1), quelli che vorranno considerare le inimicizie, gli odi e le guerre tante e così continue, che acerbamente sono continuate tra l'imperatore Carlo e Sua Cattolica Maestà e quella corona, e vedono al presente le parti ridotte in così buona pace e unione, e che nelle occasioni in cui la Francia è stata questi giorni passati, così pericolose e d'importanza, è stata aiutata dal serenissimo re Cattolico, converranno affermare che i principi non si amano né odiano tra loro, nè altro vogliono che il beneficio presente e particolare. Per quello dunque che si può discorrere si vede manifestamente la M. S. non dimostrare alcuna cattiva volontà verso il re Cristianissimo; ed essendole messe innanzi molte occasioni di muover l'armi contra quel regno, con l'intelligenza di diversi principali di Francia che la chiamavano, non si è potuto conoscer in lei alcun segno di volontà di rompere la pace, e nel procedere suo dimostra, e con la serenissima regina chiamandola buona madre, e con il re Cristianissimo chiamandolo buon fratello, tener molta amorevolezza. Nè per l'accidente della precedenza è seguita tra loro nessuna parola di risentimento; anzi avendo una volta l'ambascia

1) Carlo IX, dichiarato maggiorenne fino dal 17 agosto 1563.

tore di S. M. Cristianissima fatto officio con lei per questa causa, scusando la regina che non poteva far di meno che non tenesse le ragioni del re suo figliuolo, che è ora in così tenera età, S. M. Cattolica rispose che ne aveva gran ragione, nè accadeva parlar tra loro di queste cose. Ma quanto sia per durare questa buona intelligenza ed amicizia, essendo cose che dipendono dall' opinione degli uomini, e particolarmente ne' principi, la quale è tanto mutabile quanto si vede per infiniti esempj passati (perciocchè si governano secondo le occasioni che se gli appresentano, e le loro amicizie e inimicizie sogliono durare quanto inclinano i loro pareri), però non anderò più innanzi sopra questo, ma mi rimetterò a quello che farà scoprire il tempo. Dirò bene alla Serenità Vostra e alle II. SS. VV. che in corte non viene laudata questa opinione di S. M. Cattolica, per essere molti, con fine di diversi disegni, che dicono esser pur la bellissima occasione questa di travagliare la Francia, e di terminare facilmente quello che per molti anni continui Cesare suo padre, spargendo molto sangue, si è sforzato di acquistare, e di vendicar le tante guerre passate e le tante fastidiose querele che sono notissime a cadauno; e dicono non essere ancor persa l'occasione, per ritrovarsi la Francia piena di rumori, di dispiaceri e di sollevazioni, oltra l'esser il re Cristianissimo giovanetto, e guidato con poco consiglio e molto disordine.

Con la regina d'Inghilterra, benchè non abbia S. M. Cattolica sincero animo verso di lei, si dimostra però di buona volontà, ed usa sempre al suo ambasciatore cortesi parole per fargli credere che tenga buona intenzione. Il che principalmente è fondato sopra i suoi importanti interessi di Fiandra, si per causa del traffico grandissimo che è tra quelle nazioni, come per il molto rispetto che tiene S. M. della religione, dubitando, e per la vicinità e per il continuo commercio che hanno tra loro, di qualche strana unione. E però quando quella regina si dimostrò contraria al re Cristianissimo e presc l' Havre, con tutto che l'ambasciatore di Francia facesse officj con S. M. Cattolica acciò facesse intendere alla regina che si levasse e non continuasse la guerra; malgrado i capitoli della

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