VIII del Diritto pubblico ecclesiastico del nostro regno senza imbattersi in ripetizioni: storia indispensabile per comprendere certi problemi odierni di Diritto si pubblico che privato, senza la quale è perciò impossibile comporre un trattato scientifico del Diritto ecclesiastico italiano odierno, che in non pochi punti resta tutt'ora quello dei governi anteriori al 1859. Durante i mesi scorsi nella stampa dei varii fogli della nostra opera, si sono pubblicati dei lavori, che, sebbene non si occupino ex professo di alcuna delle parti in essa svolte, pure avremmo a suo luogo citati. Giova qui menzionare il seguente di Eberhard GOTHEIN, Die Culturentwickelung Süd-Italiens in einzel-Darstellungen, Breslau, Köbner, 1886. Pagg. 281 e seg.: Die Renaissance in Süditalien. Pagg. 422-73 (cap. V): Die Geistlichkeit und die religiösen Zustände. Palermo, settembre 1886. 1. Caratteristiche e fonti dei rapporti fra Stato e Chiesa nelle Due Sicilie. Novità di questo lavoro. § I. Le caratteristiche principali della storia siculo-naS poletana dei rapporti fra Stato e Chiesa sono le seguenti : 1o la Legazia Apostolica dei re di Sicilia, ossia il privilegio di funzionare da Legati del Papa nell'isola, e d'impedire perciò gli appelli a Roma: 2° lo scopo puramente, o quasi, civile delle riforme borboniche dello scorso secolo, diversamente da quelle contemporanee toscane informate di più al concetto di una riforma interna della Chiesa stessa: 3° anzi, massime sotto il ministero del Caracciolo, e specialmente negli anni 1788-89, si lasciano stampare ed introdurre dall'estero libri addirittura razionalisti, il che non si tollerava dal pio Leopoldo in Toscana. Ma il giudizio del Colletta, che il regno di Napoli sia stato il primo fra i principati italiani a liberarsi dalla chiesa, non è esatto; 1 il mo 1 COLLETTA P.- Storia del reame di Napoli, lib. X, cap. II, § 25 (ediz. Malta, 1839, pag. 940): « Derivarono da ordinamenti napoletani le prime in Italia rivendicate a libertà dalla tirannia della Chiesa, e il frenato sacerdozio. L'autorità di quelle leggi venne dal re Carlo Borbone; il consiglio dal ministro Tanucci, la forza dal popolo. » vimento era generale e contemporaneo, non solo in Italia, I fonti editi sono abbondantissimi incomparabilmente di 2 1 bis Constitutiones regni Siciliae a Friderico secundo apud Melfiam, [ago- Le leggi anteriori a Federico II imperatore, cioe le Assise regum « Constitutionum regni Siciliarum libri III. Cum Commentariis - Nel 1° vol, oltre alla praefatio, c'è anche (pagg. IX-XXVII) la lamenti, ossia gli atti di ciascuno di esso oltre alle propo- gina 39, n. a). Sono ordinati cronologicamente; in fine del 2° vol., C'è qualche nota. Capitula regni Siciliae recensioni Francisci Testa addenda cura Io- « Capitulorum regni Siciliae... expositionum tomus... legum stu- I capitoli, ordinati cronologicamente secondo i parlamenti nei quali Spata, Capitula, pag, 43. « Prima di lui (cioè del Testa] Mario « Capitula regni utriusque Siciliae, ritus magnae curiae vicariae et tributi: e pel 1848 eziandio il verbale delle discussioni. " bii Iordani, Bartholomaei Martialis, ac Marci Antonii Pulverini: congestae et suis locis dispositae per Ioan. Baptistam Muzillum, iurisconsultum neapolitanum; nec non costitutio « Sancimus » D. Friderici Imperatoris, et Repertorium Constitutionum et Capitulorum D. Andreae de Isernia. «Napoli, 1773.-Porta l'aggiunta di «Tomus II,» Dominicus Alfenus Varius, « Constitutionum. » — Con numerosi ed ampii indici. 3 « Parlamenti generali del regno di Sicilia dall'anno 1446 fino al 1748, con le memorie istoriche dell'antico e moderno usò del Parlamento appresso varie nazioni, ed in particolare della sua origine in Sicili, e del modɔ di celebrarsi [tom. I, pagg. 1-91], di don Antonino MONGITORE canonico decano della sinti metropolitana Chiesa di Palermo; ristampati colle addizioni e note del dottor D. Francesco SERIO e Mongitore [cioè Francesco Serio-Mongitore] >> »- Palermo, 1749, — 4o, 2 voll. - Nella Bibl. Naz. di Palermo ne esistono delle copie, nelle quali si trovano rilegati i Parlamenti tenuti posteriormente; così le copie IX, G. 8-9; IX, a, F, 41-43. Nella copia IX, G. 8-9, le aggiunte, rilegate in fine del 2 vol., arrivano al 29 settembre 1783. Nella copia IX, a. F. 41 a 43, le aggiunte costituiscono il tomo 3o, il quale porta un frontispizio, che è il seguente: « Parlamenti generali del regno di Sicilia dall'anno 1754 sino all'anno 1806.- Tomo terzo, » cioè tomo 3° non dal 1754 al 1806, ma dal 1446 in poi, cioè 3° come continuazione del Mongitore. Del resto questo frontispizio (o meglio, copertina) non faccia credere che la raccolta sia stata stampata tutta di un tratto; i diversi parlamenti sono stampati separatamente, e portano ognuno una numerazione propria di pagine; sono pochi i Parlamenti che portano una numerazione unica e progressiva di pagine per tutti i medesimi insieme. L'opera del Mongitore e del Serio-Mongitore termina col « Parlamento CIX » tenuto il 14 febbraro 1748. Il tomo terzo dell'esemplare IX, a. F. 41-43, comincia col Parlamento CXI del 30 marzo 1754, e dalla pag. 9; mentre le aggiunte al tɔmo 2o dell'esemplare IX, G. 8-9, le quali sono senza frontispizio, cominciano col « Parlamento CX » del 19 agosto 1750. Onde crederei che il frontispizio o meglio copertina col titolo « Parlamenti generali del regno di Sicilia dall'anno 17;4 sino all'anno 1806. Tomo terzo » sia stato fatto stampare dal Bibliotecario. Nella stessa Bibl. i volumi seguenti IX, G, 10-11 contengono, raccolti e rilegati nel medesimo modo, ma senza frontispizio, il primo i parlamenti CXI-CXXII, a. 1754-94, il secondo i parlamenti CXXIII |