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Incaricato di Diritto Ecclesiastico nell'Università di Palermo'

STATO E CHIESA

NELLE

DUE SICILIE

DAI NORMANNI AI GIORNI NOSTRI

(SEC. XI-XIX)

PALERMO

ANDREA AMENTA, EDITORE

1887

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PREFAZIONE

Quale sia lo scopo e l'indirizzo del presente lavoro e quale l'importanza dell'argomento, si trova esplicato nelle prime pagine (S1). Ora intendiamo semplicemente premettere alcune avvertenze.

Abbiamo fatto uno spoglio di tutto quel materiale edito di cui siamo riusciti a procurarci notizia e ad averlo sott'occhi. Avremmo desiderato di fare altrettanto per quello inedito, sopratutto per la raccolta di manoscritti giurisdizionali del Chioccarello; ma di questa in Palermo non esiste copia completa, onde ci siamo limitati ad approfittare del compendio messo a stampa nello scorso secolo. Del resto, senza disconoscere menomamente l'importanza delle notizie puramente storiche per un lavoro intorno alla storia e alla natura delle istituzioni, tuttavia non abbiamo creduto di dover desistere: ed invero il compendio pubblicato è abbastanza largo, oltrechè il Giannone usufrui ampiamente dei manoscritti del Chioccarello. E sopratutto, se noi avessimo voluto fare la storia pura e semplice delle controversie giurisdizionali, non avremmo, si, potuto prescindere dalla suddetta raccolta testuale e da un gran numero di altri manoscritti che si conservano nelle biblioteche di Sicilia e del Napoletano: ma questa costituisce sol

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tanto una parte della presente opera e più tosto accessoria: la nostra base precipua sono le leggi, ed altre disposizioni ufficiali, e queste fortunatamente le conosciamo tutte o quasi tutte dall' epoca normanna ai giorni nostri. Anzi siffatto vasto materiale giuridico diminuisce di molto l'importanza dei manoscritti: alcuni li abbiamo avuto sott'occhi ed esaminato; ma, non trovandoci nulla di nuovo o d'interessante per lo scopo del nostro lavoro, non istimammo opportuno neppure di citarli, onde non ingombrare senza prò la mente del lettore; la stessa motivazione delle leggi, spesso si trova esplicata nel prologo delle medesime. Tralasciammo pure a ragion veduta di ricordar un gran numero di opuscoli, che riflettono argomenti affatto locali, quando non ci riusci di collocarli sotto una rubrica generale di una certa importanza. La poca utilità di parecchi stampati conferma maggiormente quella di non pochi manoscritti, massime se non siano documenti ufficiali; molto più che una grandissima parte di questi ultimi è stata pubblicata, siccome si vede nel menzionato § 1.

Quando non trovammo notizie storiche sufficienti, raccogliemmo i dati certi, formulando del resto il problema e lasciando così aperto l'adito ad ulteriori ricerche, le quali perdono la massima parte del carattere critico e scientifico allorchè non siano guardate alla luce di un'ampia sintesi, senza cui forse a nessuno sarebbe venuto in mente di sollevarle, non che di esaminarle. Chi volesse farlo, troverebbe forse spianata la via per mezzo del disegno generale che noi presentiamo, e del materiale bibliografico e delle citazioni di cui lo abbiamo corredato: consultando l'Indice alfabetico in fine del volume potrebbe in un momento osservare quali libri od opuscoli importanti siano sfuggiti al nostro esame. Abbiamo creduto di rendere un altro servigio al lettore, segnando con asterisco quali dei medesimi siano stati presi in considerazione nella classica «< Geschichte

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der Quellen und Literatur des Kanonischen Rechtes »> (1875 a 80) dello Schulte: un analogo contributo, per quanto tenue, in ogni monografia, potrebbe servire ad ampliare quell'opera colossale: i libri giuridici siculo-napoletani più importanti, massime per la storia generale del diritto pontificio, certamente non isfuggirono allo Schulte; molti invece sono quelli intorno alla polizia ecclesiastica (Staatskirchenrecht) e gli opuscoli giurisdizionali, che, riguardando in modo precipuo diritto e quistioni regionali, non sempre potevano trovar posto nell'architettura di un'opera generale.

Alcuni forse desidereranno, che ci fossimo intrattenuti a paragonare le instituzioni siculo-napoletane con quelle di altre regioni d'Italia o di altri paesi o con le odierne comuni a tutto il nostro Regno: tale desiderio vedemmo espresso in qualche recensione di nostri precedenti lavori di argomento analogo; mentre, al contrario, qualche altro recensore stimava che i pochi accenni comparativi da noi fatti tossero utili e giustificati per l'Italia, dove gli studii di Diritto Ecclesiastico son poco coltivati, ma che altrove sarebbero stati meno opportuni: il primo giudizio si pub. blicava in Italia, il secondo in Germania; il primo da uno storico, il secondo da un canonista: la diversa indole della coltura degli studiosi che s'interessano alla storia dei rapporti fra Stato e Chiesa, e la differenza del livello di coltura canonistica fra paese e paese, spiegano questa divergenza di opinioni. Onde noi abbiamo creduto di continuare nel medesimo sistema, di non sopprimere qualche riflessione generale, qualche accenno comparativo e qualche allusione al presente, ma usandone con molta parsimonia. Raffronti con altri paesi ne abbiamo fatto pochissimi, il meno possibile, non già perchè rifuggissimo dall'idea di categorizzare la presente monografia sotto punti di vista extra-regionali, ma perchè auguriamo che altri ne scriva pei rimanenti ex-Stati italiani, e cosi possa leggersi una storia

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