L'oliva è secca, ed è rivolta altrove l'umor di quel sasso. Dell'acqua del fonte 1-2 Se io avessi perseverato negli studj della poesia. Alla spelunca. Alla spelonca delfica. Là dove. Dove. Alla quale. 3 Fiorenza. Mia patria. 4 Come lo hanno Verona, Mantova ed Arunca; la prima Catullo, la seconda Virgilio, l'al-tempo. Già in altro tempo. Ella. Cioè tra Lucilio. Non pur. Non solamente. 3 Il mio terren. Vuol dire il mio ingegno. Non s'ingiunca. Non si asperge. Non s'innaffia. Non asperso, innaffiato. Veggasi la quarta Canzone della prima Parte, stanza terza, verso nono. · 6 Del SONETTO XIX. De' gravi danni recati dall' ira non frenata, Vincitor Alessandro l'ira vinse, Ira conduce; e sal quei che ne more, É furor lungo che 'l suo possessore 4 L'ira vinse il vittorioso Alessandro. 18 All'ultimo. E finalmente. 9 Sal. Sallo. 2 E lo fece inferiore in parte a Fi- Che. Il quale. Accusativo. A simil pena. lippo suo padre. Fel. Fecelo. Lo fece. Cioè a morte. -10-11 E sal quei che ne 3-4 Che li val. Che gli vale. Che giova more, Aiace. E sallo Aiace, che ne muore, alla sua riputazione macchiata dagli ef- cioè che mori per ira. In molli e po' in fetti della sua iracondia. Se Pirgotele o se stesso forte. Il quale rivolse, uccidenLisippo l'intagliar solo. Se soli Pirgo-dosi, contro se stesso quella mano ch'atele e Lisippo, intagliatori eccellenti, l'intagliarono, cioè lo ritrassero in marmo e in bronzo. Ed Apelle. E se Apelle solo. - 7 Non pur. Non solo. Non che. vea dato morte a tanti altri.- 12 Furor. Insania. Pazzia. E chi. E se uno.13 Il suo possessore. Cioè l'adirato o l'iracondo. L. SONETTO XX. Ringrazia Giacomo Colonna de' suoi sentimenti affettuosi verso di lui. Mai non vedranno le mie luci asciutte, Credea mostrarte. E qual fero pianeta Risposta a un Sonetto di Giacomo Co-Poeta. Altro lavoro. Altro prodotto, altro lonna, fatta dopo la morte di quello. frutto, che queste presentí rime, questo 1-2 Io non vedrò mai cogli occhi mio Sonetto tristo. Pare che il Poeta asciutti nè coll'animo tranquillo, cioè voglia dare ad intendere che egli avesse senza piangere e senza commozione d'a- avuto in animo, mentre il Colonna era nimo. 3 Quelle note. Cioè quel tuo vivo, di fare qualche componimento poeSonetto. Sfaville. Slavilli. 4 E pietà Etico in sua lode: e che questo si accenni pare che Pietà. 5 Alle. Nelle. Lutte. altresì nelle parole dell'undecimo verso, Lotte. Battaglie. 6 Su. Di lassù. Stille. ne 'nvidiò insieme. 10 Credea. Io cre Stilli. 7-8 Vuol dire che mi fai ripi-deva. Io sperava. Mostrarte. Mostrarti. gliar l'usanza del poetare, tralasciata Pianeta. Destino. da me per la morte di Laura. Che. Dipende dalle parole del verso innanzi, tanta dolcezza. Onde. Dal quale. Le disviate rime. Suppliscasi mie. Ricondutte. Ricondotte. 9 Di mie tenere frondi. Cioè della mia facoltà poetica. Forse 14 Dolce sospir. Vocativo. Mio dolce vuole accennare la sua incoronazione sospiro. Cioè mio desiderio, mio doloroso fatta in Campidoglio, della quale il Co- amore. Così chiama il Colonna morto. lonna nel suo Sonetto congratulavasi colĽ'alma. L'alma mia. L. 11 Ne 'nvidioò insieme. Ebbe parimente invidia a noi due, a te e a me. 12 Innanzi tempo. Prima del tempo. 13 Che. Relativo del nome tesoro, oppure del pronome ti del verso di soprà, o del te del verso qui appresso. - FINE. INDICE ALFABETICO 、, DEL CANZONIERE SONETTI Ahi, bella libertà, come tu m'hai, Arbor vittoriosa trionfale, Aspro core e selvaggio, e cruda voglia Beato in sogno, e di languir contento, Due gran nemiche insieme erano aggiunte E' mi par d'or in ora udire il messo Far potess' io vendetta di colei Geri, quando talor meco s'adira 176 209 Già fiammeggiava l'amorosa stella . 57 Giunto Alessandro alla famosa tomba 181 I begli occhi ond' i' fui percosso in guisa I di miei più legger che nessun cervo, Il mal mi preme, e mi spaventa il peggio, I' mi soglio accusare; ed or mi scuso, In dubbio di mio stato, or piango or canto; 417 430 269 283 225 76 258 314 234 L'aspettata virtù, che 'n voi fioriva 432 L'aspetto sacro della terra vostra 83 Lasso, Amor mi trasporta ov' io non voglio; 220 Lasso, ben so che dolorose prede 113 Lasso, che mal accorto fui da prima 80 Lasso, ch' i' ardo, ed altri non mel crede; 192 121 PETRARCA. Rime. 29 |