Quanto 'l Sol gira, Amor più caro pegno, O donna, in quanto gira il sole, dentro il Cosa tanto gentil. Più caro pegno. Tolto dai latiní che chiamano i figliuoli: Pignora cara, de' quali non hanno cosa più cara. C. SESTINA H Propone di volere sempre amare Laura, ancorchè non ne speri nulla. Vidi, più bianca e più fredda che neve 1 Sott'un verde lauro. Finge d'averla | E più fredda. Per la castità.—3 Molti e veduta sotto un Lauro, ma allegoricamente s'intende Laura dentro sotto Laura di fuori. C. Allude al nome di lei, e a quel che si scrive che le muse abitano fra gli alberi, come s'ella ninfa o dea già fosse. G. 2 Piu bianca. Per la bellezza o purità. molt'anni. Per molti, ecc. - 5 Piacquen. Allor saranno i miei pensieri a riva, A riva. A fine. G. 5-6 Sottintendi: | sibilità.... Sì che è da dire: Io non ho Se fossi assicurato che quel giorno ve- tanto numero di capelli, quanto numero, nisse poi: vuol dire che siccome vive d'anni io potrei indarno aspettare quel in desio senza speranza, vivrebbe in così giorno Ed in questa significazione è fatto desio gli anni, s'egli fosse dalla usato da noi: lo vorrei andare di qui a speranza di vederlo compiuto conforta- Roma, prima che tu andassi a Bologna, to. B. Crediamo che sia una terza impos- cioè potrei. C. Ma perchè vola il tempo e fuggon gli anni, E giungendo quando altri non m'aspetta, il Lauro, acciocchè ciò non avvenga che suole avvenire agli altri. 2 S'arriva. È detto come nella prima Sestina disse solterra, contra, secondo alcuni, alla natura della sestina, la quale non riceve in rima se non nome di due sillabe. Non fur giammai veduti sì begli occhi O nella nostra etade o ne' prim' anni; Onde procede lagrimosa riva; Si begli occhi. È da supplire come questi; tralasciamento biasimato dal Muzio.-2.Ne' prim'anni. Al tempo antico. L. Dante: Par. XXXII, 76: Secoli recenti. Altrove: Non fu simil bellezza antica o nova. 3. Che. I quali occhi L.-4-5 Dal quale struggimento procede un fiume di lagrime che da amore è condotto a' piedi della in flessibile Laura. L. Riva per rivo. C. 6. I membri candidi e i capelli candidi. I'temo di cangiar pria volto e chiome, Che con vera pietà mi mostri gli occhi L'idolo mio scolpito in vivo lauro; Che, s'al contar non erro, oggi ha setť'anni Che sospirando vo di riva in riva La notte e'l giorno, al caldo ed alla neve. 1 Cangiar, ecc. Invecchiare. 2 Che con vera pietà, ecc. Sente che non credeva le liete accoglienze di Laura procedere d'amore. Mi mostri gli occhi. Forma di parlare della Scrittura, quando Dio favorisce alcuno. C. 3 L'idolo mio. Chiama così Laura; perchè l'adora, e il legno ond'era fatta, era vivo e non morto Dentro pur foco, e for candida neve, 1 Candida neve di fuore, per la pallidezza, simile a quello: Foco son di desio; di tema ghiaccio. D. 2 Sol con questi pensier. I quali ha detto che mai non saranno a riva G.-Con altre chiome. QueHe della vecchiezza. B. - 6 Ben culto Lauro. L'auro e i topazj al Sol sopra la neve 2 Chiome. Le bionde chiome di Laura presso a quegli occhi che mi conducon a morte immatura, vincono in isplendore e in bellezza oro e i topazi posti al sole sopra neve. L. Per far giusta Fapplicazione, manca la bianchezza della fronte da contrapporre alla neve. T. Or- SONETTO XVIII. Essendo Laura pericolosamente inferma, egli si consola considerando il felice stato di lei dopo la morto. Quest'anima gentil, che si diparte, tempo Se lassus chiamata all'altra vita, quant' esser de', gradita, Terrà del ciel la più beata parte. S'ella riman fra 'l terzo lume e Marte, Poich' a mirar sua bellezza infinita Che con Giove sia vinta ogni altra stella. 1 Si diparte. Da questa vita. 2 Anzi | Sole sarà quasi velato dalla luce di quetempo. Perchè era giovane. Virg., Ante st'anima. L. 8 'L grido. Si come per diem. D. Inf. VIII, Anzi ora. 3 Las- l'addietro ciascuna dell'altre spere aveva suso. In cielo. 4 Terrà. Avrà, abiterà il nome dalla sua stella, così da lei si noL. La più beata parte. Il cielo empi- merebbe il giro, ov'ella albergasse. G. reo. Sono dieci i cieli secondo i teologi: 9 Sotto il quarto nido. Nel ciel di Mercurio Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, o in quello della Luna, che sono sotto il Saturno, Stelle fisse, Cristallino, Empireo quarto. C.- 10 Delle tre Stelle (Venere, 5-6 Credo che seguiti la fantasia di Mercurio e la Luna). T. Nel quinto giro. Dante che ne' cieli de' pianeti pone l'a- Nel ciel di Marte essendo ella piacevole ed nime beate. Dice dunque s'ella rimane umana. — 13 Se vola più alto. O nel sesto, tra Venere e Marte, vale a dire nel quarto o nel settimo o nell'ottavo. 14 Ogni alcielo, che è quello del Sole, se ne oscu- tra stella. Nel cielo della quale anderà. C. rerà la luce per invidia. C. L'aspetto del Il pianeta di Giove e tutte le fisse. L. SONETTO XIX. Non attende pace, nè disinganno del suo amore, se non che dalla morte. Quanto più m' avvicino al giorno estremo, Si va struggendo; onde noi pace avremo : 2 Che presto termina le miserie umane. L. -3. Più. Tanto più. 4 Di lui. Del tempo, perch' io sperava pur col tempo aver qualche mercede del mio servire. D. Scemo. Scemato, manco dello sperato effetto B. 7. Terreno incarco. Il corpo. Fresca. Recente, che la calcata non si strugge così tosto. C. 9 Con lui. Col corpo caderà quella speranza mortale di godere della beltà di Laura. G.-10 Ne fe. Ci fece. Si. Così.-12 Come sovente. Quanto spesso gli uomini camminano allo scuro e nella incertezza. L.-13 Per le cose dubbiose. Per la morte. Dubbiose, perchè siamo in dubbio di quello ch'ad esser abbia di noi. D. S'avanza. S'acquista. C.-14 Indarno. Senza cagione. Per cagioni vane, o vero senza profitto. L. Come spesso indarno si sospira per cagione della morte, la quale a miglior fine ci conduce sovente. D. SONETTO XX. Laura inferma gli apparisce in sogno, e lo assicura ch'ella ancor vive. 1 Amorosa stella. Lucifero, o la stella di Venere. 2 Per l'Oriente. A differenza della sera quando ella medesima nell'occidente si mostra ed è detta Espero. G. L'altra stella o Calisto, l'Orsa maggiore. Allude alla favola di Calisto, ninfa amata da Giove e da lui convertita in stella.4 Rotava i raggi suoi, ecc. Tutte l'altre stelle, per la venuta del Sole impallidiscono; solamente Lucifero e l'Orsa maggiore ricevono maggior lume. C. Rotava, dice per rispetto del carro. D. 6 Desto avea 'carbone. Virg.: Impositum cinerem, et sopitos suscitat ignes. -7 Quella stagione. L'alba. Quando i sogni šono visioni. È il canto dell' allodola di Giulietta. - 8 Per usanza. Per lo più; accennando ch'egli non è di quelli. Č. -9 Mia speme. Laura. Al verde. Al fine; traslato dalle candele, quando ardono insino a quel poco verde, ch'hanno nel fine. D. 10 L'usata via. Degli occhi. 12 Cangiata, per l'infermità. Da quel di pria. Dall'esser di prima. 13 Perde. Manca, langue, si scema, o è posto per perdi. 14 Tolle. Toglie. Io non sono ancora morta. SONETTO XXI. Prega Apollo di sovvenire Laura, come Dio della medicina, come Sole e come amante dell'albero consacrato a lui ed al Sole. Apollo, s'ancor vive il bel desio Che t'infiammava alle tessaliche onde, E Che ti sostenne nella vita acerba, E far delle sue braccia a se stess'ombra. 4 Volgendo gli anni. Virgilio En. I. Olim volventibus annis. G. 2 Alle tessaliche onde. All'onde di Pe- | Dafne. neo, fiume di Tessaglia. C. Se ami ancor Coll'andar degli anni. 5 Pigro gelo. Orazio. Bruma recurrit iners.—6 Quanto. Tanto tempo quanto.-7 L'onorata e sacra fronde. Il Lauro, che significa al medesimo tempo Dafne amata da Apollo, e Laura amata dal poeta. L. Lo prega a far venire buon tempo per quella virtù della speranza amorosa che l'aiutò a sostenere ed a trapassare la noia del tempo, che egli fu spogliato della divinità appresso Admeto re di Tessaglia. C. 11 Di queste impression. Impressione è chiamata quella creazione di vapori nell'aere, onde ne nascon tuoni, lampi, grandine SONETTO XXII. Vive nei luoghi solitari per non iscoprire l'amore portato da lui a Laura, ma ha sempre amore in sua compagnia. Solo e pensoso i più deserti campi 3 E gli occhi porto, ecc. Ordina: E grezza spenti. Privi d'ogni allegrezza. porto gli occhi intenti per fuggire ogni 11 Celata altrui. Alcuni oppongono che luogo, ecc. Tibullo: Qua nulla humano sit altrove dice: gli occhi di Laura di fuor via trita pede. D. Di Bellorofonte nelle e dentro vederlo ignudo Benchè in laTusculane: In campis mærens errabat....menti il duol non si riversi. Ma la soIpse suum cor edens, hominum vestigialuzione è agevole, chè è celata alla divitans. Arena. Terra. C. 7 D' alle- mostrazione, non gli porgendo aiuto. G. SONETTO XXIII. Desidera che Amore o infermità l'aggravi tanto che ne muoja, e rende ragione, perché egli con le sue mani non s'uccida. S'io credessi per morte essere scarco Del pensier amoroso che m'atterra, Con le mie mani avrei già posto in terra |