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PROPRIETÀ LETTERARIA

Riservati tutti i diritti.

Milano.

Tip. Fratelli Treves.

VITA ITALIANA

NEL TRECENTO

Conferenze tenute a Firenze nel 1891

DA

R. Bonfadini, F. Bertolini, A. Franchetti, M. Tabarrini,
E. Masi, P. Rajna, I. Del Lungo, E. Nencioni, A. Bartoli,
A. Graf, D. Martelli, P. G. Molmenti, C. Boito

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Alle conferenze che nel 1890 furono tenute a Firenze su Gli Albori della Vita Italiana e che ebbero sì lieto successo fra gli uditori e ancora più fra i lettori, seguirono nel '91 queste sulla Vita Italiana nei secoli XIII e XIV, ed una terza serie si svolge presentemente intorno alla Vita Italiana nel Rinascimento.

Come abbiamo fatto per la prima serie, così crediamo utile premettere un cenno alla seconda, che informi sul modo con cui le conferenze furono tenute ed accolte e che presenti i dotti ed amabili conferenzieri. Per ciò non abbiamo che a riprodurre i due articoli pubblicati nell' Illustrazione Italiana del 17 maggio e 2 agosto 1891. Questa volta i conferenzieri sono presentati in due modi: dalla penna di Guido Biagi, e dalla matita di Vittorio Corcos.

LE LETTURE FIORENTINE SU

LA VITA ITALIANA NEL TRECENTO

I.

Arduo assunto il mio! Dovrei descrivervi la sala, il pubblico, l'ora del tempo e l'infida stagione, gareggiare con l'artista, squisitamente elegante, che in pochi tocchi sa cogliervi la fisonomia del "dicitore, o, come oggi lo chiamano, del conferenziere; dovrei riepilogarvi in brevi parole più d'un lungo discorso. E, ahimè, la penna non si addice a simili miracoli; è sempre quell'arnese, di cui scriveva il Giusti alla nipote, la povera signora Guglielmina, che " quanto più si sa tenerla in mano e più

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La sala è ad ogni descrizione ribelle: gli splen

Vita Italiana nel '300.

a

VI

LE LETTURE FIORENTINE SU

didi arazzi delle pareti, dove con vivi colori sono intessute antichissime storie, i fregi dei lacunari di legno intagliato, la cristallina iridescenza delle lumiere veneziane, le linee armonicamente severe d'un camino scolpito da settignanesi scalpelli, e il formicolio delle teste aspettanti con impazienza curiosa l'ora del raccoglimento e dell'attenzione, e l'incrociarsi degli sguardi balenanti da pupille di ogni colore, e la varietà degli abbigliamenti e delle acconciature, e il pissi-pissi confuso di frasi e parole d'ogni idioma e di ogni pronunzia.... son tutte cose che non si mettono in carta e non si stampano, nemmeno co' lenocini della cromo-tipografia. E il pubblico? l'ho già detto altre volte: non si ritrae. Occorrerebbe un catalogo di nomi, garbatamente aggettivato, sul gusto di quello che leggesi in certo capitolo del Piacere di Gabriele d'Annunzio; e ad ogni nome dovrebb'essere sovrapposta una piccola corona od altro segno blasonico, ornandone le iniziali con il profilo d' una testa muliebre. Poi, a compiere il quadro, biso-. gnerebbe illuminarlo con la luce discreta che piove da' finestroni d'un antico palazzo, nell'ora in cui il sole, indorando le case di faccia, richiama i pensieri a' bei tramonti primaverili, quand'esso frastagliasi tra le chiome dei lecci e delle querce delle Cascine.

Meglio presentarvi, uno alla volta, i lettori che

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