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NOTIZIA SULLA VITA NUOVA

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§ 1. Cenni sulla storia esterna della V. N.

§ 2. Commentatori e interpreti. § 3. Tempo in cui fu scritta la V. N. § 4. Composizione del libro: signifi cato del titolo. - § 5. Le visioni e il numero nove. - § 6. Rime pertinenti alla V. N.

§ 1. Della Vita Nuova, come del resto di tutte le altre opere dell'Alighieri, a noi non è rimasto alcun esemplare di mano dell'autore: essa invece ci è stata conservata da non pochi manoscritti, i più antichi dei quali non risalgono piú addietro della metà del trecento. A giudicare dal numero delle copie d'innanzi

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'I mss. della V. N. che appartengono sicuramente al secolo XIV sono: A, chigiano L. VIII. 305; B, magliabechiano vi. 143; C, cod. della famiglia Martelli (Firenze). Poi vengono alcuni scritti tra il cader del sec. XIV e il cominciar del xv: D, laurenziano xc sup., 136; E, riccardiano 1050. Del sec. xv, e alcuni anche della prima metà del XVI sono certamente: F, laurenz. XL, 31; G, laurenz. XL, 42; H, magliabechiano vII. 187; I, magliabechiano vII. 1103; J, laurenz., fondo Ashbur nham 679; K, laurenz., f. Ashburnham 843; L, magliabechiano, SS. Annunziata 1267; M, marciano cl. x, 26; N, vaticano, capponiano 262; 0, corsiniano 1085; P, chigiano L. v. 176; Q, trivulziano 1058; R, trivulziano 1050; S, veronese, capitolare 445; T, palatino 204; U, palatino 119; V, ambrosiano R. 95 sup. 13; W, bodleiano, canoniciano 114; X, braidense AG. XI. 5; Y, Napoletano XIII. c. 9; Z, codice della famiglia Nobili (Pesaro); a, cod. del Witte, ora di Strassburg; b, laurenz. xc sup., 137; c, riccardiano 1118; d, marciano cl. ix, 191; e, cod. della famiglia Cavalieri (Milano). Di altri codici che forse esisteranno non abbiamo notizia.

la stampa, che ci sono pervenute, il libretto di Dante non deve aver avuto nei secoli XIV e XV una grande diffusione pochi biografi e commentatori del poema lo ricordano; nessuno scrittore lo imitò; e forse, fuori di Toscana, fu letto da pochissimi, anche perché assai per tempo cominciarono a divulgarsi degli estratti della V. N. contenenti le sole poesie,1 e poi perché la gloria della Commedia oscurò e fece dimenticare le altre scritture di Dante. Delle quali la V. N. fu l'ultima a venir pubblicata per le stampe: ché mentre il Convivio si aveva stampato sino dal 1490, il De vulgari eloquentia dal 1529 e il De Monarchia dal 1559, la prima edizione della V. N. comparve solamente nel 1576, in Firenze, curata da Niccolò Carducci; il quale o per difetto del manoscritto sul quale la condusse o per sua negligenza ce ne diede un testo infedele e incompiuto.2 Dopo un secolo e mezzo, lungo periodo di interregno per i grandi scrittori toscani del trecento, venne fuori la seconda edizione della V. N.;3 la curò Anton Maria Biscioni, che affermò di aver consultato sette manoscritti, e, sebbene trascegliesse a caso le varietà di

'Per es. nel cod. magliabechiano II, 11, 40.

2 Il titolo della prima edizione è il seguente: Vita Nuova di Dante Alighieri con XV canzoni del medesimo e la vita di esso Dante scritta da Giovanni Boccaccio. In Firenze, nella stamperia di Bartolomeo Sermartelli MDLXXVI. Precede una lettera del Sermartelli, del 26 marzo 1576, a Bartolomeo Panciatichi, cui il libro è dedicato; nella quale l'editore dichiara d'aver avuto la V. N. dal Carducci. Nel testo mancano le divisioni, e tutte le espressioni che accennano a cose sacre (per es. capp. xx, 40; xxviii, 1; xxx, 6 ecc.) sono omesse o cambiate.

3 Nelle Prose di Dante Alighieri e di Messer Gio. Boccacci. In Firenze MDCCXXIII. Per Gio. Gaetano Tartini, e Santi Franchi.

"I mss. consultati dal Biscioni furono B, D, E, F, G, M, e un codice della famiglia Guadagni.

lezione e non sapesse ricavarne tutto il possibile vantaggio, corresse molti errori e compí le lacune della prima stampa. Il testo, quale era stato fermato dal Biscioni, fu riprodotto in tutte le ristampe posteriori della giovenile operetta di Dante; fino a che comparvero, quasi nello stesso tempo, due nuove edizioni che segnano il cominciamento di un lavoro piú metodico intorno alla lezione della V. N., poiché i loro autori si proposero di comunicare il testo di determinati manoscritti, come strumento a ulteriori indagini critiche sono queste l'edizione milanese del 1827 condotta da Gian Giacomo Trivulzio su' due manoscritti di sua proprietà e la pesarese del 1829 procurata da Odoardo Machirelli e Crisostomo Ferrucci sur un mamoscritto della famiglia Nobili. Seguirono le edizioni di Pietro Fraticelli,' di Alessandro Torri,* di Giambattista Giuliani; le quali arrestarono più che non affrettassero il cammino verso la costituzione di un testo critico della V. N., iniziato colla milanese e la pesarese: quei tre valentuomini, variamente benemeriti degli studi danteschi, volsero la mente più tosto alla interpretazione del libro, e, se anche consultarono e spogliarono codici e stampe, troppo arbitrariamente permutarono, emendarono, corressero dove meglio loro

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Vita Nuova di Dante Alighieri ridotta a lezione migliore. Milano dalla tipografia Pogliani MDCCCXXVII. Sui codd. Q, R. 2 Vita Nova di Dante Alighieri secondo la lezione di un codice inedito del secolo xv. Pesaro dalla tipografia Nobili 1829. È la stampa del cod. Z.

1882.

Firenze, Allegrini e Mazzoni, 1839; Firenze, Barbèra, 1856, 1861,

Livorno, Vannini, 1843.

Firenze, Barbèra, 1863; Firenze, Le Monnier, 1868, 1883.

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parve di leggere cosí e cosí, secondo il criterio fallace del gusto. Un utile contributo invece alla critica del testo recò Ludovico Pizzo colla sua edizione veneziana, condotta sopra i due manoscritti marciani e accompagnata da una buona bibliografia delle stampe e delle traduzioni. Ma il lavoro piú cospicuo intorno al testo della V. N. fu quello di Pio Rajna, per l'edizione pisana preparata dal D'Ancona;' la quale anche per questa parte riuscí notevolissima, sebbene dispiacesse ad alcuno che in molti casi dubbî si fosse accolta la lezione di manoscritti poco autorevoli o delle stampe precedenti, mentre era forse assai meglio ritornar francamente a quella del codice più antico tra i sei consultati dal Rajna. Un progresso ulteriore nella critica del testo è segnato dall' edizione procurata da Carlo Witte, il quale la corredò di una ricca bibliografia dei manoscritti e delle stampe e ne raccolse tutte le più notevoli varianti: ma anche l'illustre dantista non seppe liberarsi dal difetto, ch'egli giustamente rimproverò ad altri editori, di sostituire una lezione ad un'altra, non già secondo un criterio obbiettivo, ma in conformità del suo modo d'intendere l'operetta di Dante. Le stampe della V. N. posteriori a quella del Witte nulla o quasi nulla aggiunsero di utile alla costituzione critica del testo; alla quale sarebbe tempo di dare opera, partendo da una classificazione dei ma

'Venezia, Antonelli, 1865.

2 Pisa, tip. Nistri, 1872; ristamp. ivi, 1884.

8 Vedansi le osservazioni premesse all'ediz. wittiana, p. xxXIX-XL. È da notare che il Rajna non conobbe per il suo lavoro i codd. A, si giovò invece dei codd. B, E, H, I, L, P.

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noscritti sopravvissuti, o almeno tenendo a base uno dei manoscritti più antichi. Non essendo stato mio intendimento di tentare quest' opera di ricostituzione, e non volendo d'altra parte in una nuova edizione ripetere questa o quella delle precedenti, ho seguíto costantemente la lettera di uno dei codici più antichi, non ancora consultato dai molti editori della V. N.;' e riproducendo questo testo con iscrupolosa fedeltà (salvo in alcuni pochissimi casi d'errore materiale'), ne è uscita una lezione che ha, a mio parere, le sembianze e tutto il colorito dello stile e della lingua dei tempi di Dante.

§ 2. Se scarso, o più tosto condotto poco metodicamente fu sin qui il lavoro di critica del testo della V. N., altrettanto non si può dire di quello dell'interpretazione. Sino dal secolo xiv, in quel gran fervore di studi danteschi che seguitò alla morte del poeta, qualcuno degli interpreti del poema poté forse concepir l'idea di commentare la V. N., considerata giustamente sino d'allora come un'introduzione alla Commedia:"

È il cod. segnato A, che appartiene alla 2a metà del sec. xiv: questo codice, di provenienza toscana e già appartenuto a un figlio di Coluccio Salutati, fu certamente ordinato e forse anche scritto da persona cólta di lettere e di poesia; e la V. N. vi sta in mezzo ad una ricca antologia di rime antiche, la quale, pur accogliendo saggi dei poeti meridionali, incomincia dal Guinizelli e mette capo al Petrarca. Questa raccolta di poesie, che è il più ampio monumento dello stil nuovo, fu pubblicata da E. Monaci e E. Molteni in Bologna, Fava e Garagnani, 1877.

1 Vedansi, per le poche emendazioni introdotte nella lezione del codice, le Note per la critica del testo, in fondo al presente volume. É mio dovere ringraziare pubblicamente i carissimi amici Albino e Oddone Zenatti, dai quali ebbi una diligentissima collazione della stampa col manoscritto chigiano.

'Nel cod. a, in fine alla V. N. si legge che « secondo alcuni que

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