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Ore si fa 'l cristallo in quel paese: Di mezzo agosto la trovi infreddata,

Or pensa che dee far d' ogni altro mese: E non le val perchè dorma calzata Merzè del copertoio ch'ha Cortonese. La tosse, il freddo e l'altra mala voglia Non le addivien per omor ch'abbia vecchi, Ma per difetto ch'ella sente al nido. Piange le madre, che ha più d'una doglia, Dicendo: lassa a me, per fichi secchi Messa l'avrai in casa il conte Guido.

SONETTO XI.

Bicci, novel figliuol di non so cui,

Se non ne domandassi Mona Tessa, Giù per la gola tanta roba hai messa Che a forza ti conviene or tor l'altrui. E già la gente si guarda da lui

Chi ha borsa al lato là dove s' appressa, Dicendo: questi che ha la faccia fessa E piuvico ladron negli atti sui. E tal giace per lui nel letto tristo Per tema non sia preso all' imbolare, Che gli appartien quanto

Di Bicci e de' fratei posso contare

Che per lo sangue lor del male acquisto Sanno a lor donne buon cognati fare.

SONETTO XII.

Omè, Comun, come conciar ti veggio
Si dagli oltramontan, sì daʼvicini!

E maggiormente da' tuo' cittadini

Che ti dovrebbon por nell' alto seggio.
Chi più ti dee onorar que' ti fa peggio;
Legge non ci ha che per te si dicrini:
Co' graffi, colla sega e cogli uncini
Ciascun s'ingegna di levar lo scheggio.
Capel non ti riman che ben ti voglia:
Chi ti to'la bacchetta, e chi ti scalza,
Chi il vestimento stracciando ti spoglia.
Ogni lor pena sopra te rimbalza:

Niuno non è che pensi di tua doglia,
O stu dibassi quando sè rinalza.

SONETTO XIII.

Se nel mio ben ciascun fosse leale,

Sì come di rubarmi si diletta,
Non fu mai Roma quando me' fu retta
Come sarebbe Firenze reale.

Ma siate certi che di questo male
Per tempo o tardi ne sarà vendetta.
Chi mi torrà converrà che rimetta
In me Comun del vivo capitale.
Che tal per me sta in cima della rota,
Che in simil modo rubando m' offese,
Onde la sedia poi rimase vuota.
Tu che salisti quando quegli scese,
Pigliando asempro mie parole nota,
E fa' che impari senno alle sue spese.
Poi che justizia vedi che mi vendica,

Deh non voler del mio tesor far endica.

V

SONETTO XIV.

olgete gli occhi a veder chi mi tira, Per ch' io non posso più viver con vui, Ed onoratel, che questi è colui

Che per le gentil donne altrui martira.
La sua virtute, ch'ancide senz'ira,
Pregatel che mi lasci venir pui:
Ed io vi dico, che li modi sui
Cotanto intende quanto l' uom sospira.
Ch' ella m'è giunta fera nella mente,
E pingemi una donna sì gentile,
Che tutto mio valore a piè le corre;
E fammi udire una voce sottile

Che dice: dunque vuo' tų per niente
Agli occhi miei sì bella donna torre?

SONETTO XV.

Tu, che stampi lo colle ombroso e fresco,

Ch'è co lo fiume, che non è torrente, Linci molle lo chiama quella gente In nome italiano e non tedesco: Ponti sera e mattin contento al desco, Poichè del car figliuol vedi presente El frutto che sperasti e sì repente S'avvaccia ne lo stil greco e francesco. Perchè cima d'ingegno no s'astalla In quella Italia de dolor ostello Di cui si speri già cotanto fruto; Gavazzi pur el primo Raffaello; Che tra' dotti vedrallo esser veduto, Come sopr' acqua si sostien la galla.

SONETTO XVI.

Due donne in cima de la mente mia
Venute sono a ragionar d' amore;
L'una ha in sè cortesia e valore,
Prudenzia et onestate n' compagnia.
L'altra ha bellezza e vaga leggiadria,
E adorna gentilezza le fa onore;
Et io mercè del dolce mio signore,
Stommene a piè de la lor signoria.
Parlan bellezza e virtù allo 'ntelletto,

E fan quistion, come un cuor puote stare
Infra duo donne con amor perfetto:
Risponde il fonte del gentil parlare,
Che amar si può bellezza per diletto,
E amar puossi virtù per alto oprare.

FINE.

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4

· 99 24

Amori per Beatrice, e matrimonio di Dante." 14
Cure familiari, onori ed esilio di Dante
Fuga da Firenze e viaggi di Dante.
Morte ed onori funebri

Rimprovero ai Fiorentini.

Statura, modi e abitudini di Dante.
Digressione intorno alla Poesia

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28

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32

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36

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42

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47

Della differenza che passa tra la Poesia e la
Teologia

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Dello Alloro conceduto a' poeti.
Qualità e difetti di Dante

52

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59 99 64

66

71

Delle diverse Opere dall' Alighieri scritte.
Accidenti occorsi intorno alla Divina Comm. ”
Perchè la Commedia sia stata scritta initaliano.
Del libro della Monarchia e di altre Opere." 72
Spiegazione di un sogno fatto dalla madre di
Dante e conclusione.

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