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chè più si maravigliavano d' onde tanto umore egli avesse che al suo pianto bastasse. Ma, siccome noi veggiamo per lunga usanza le passioni divenire agevoli a comportare, e similemente nel tempo ogni cosa diminuire e perire, addivenne che Dante infra alquanti mesi apparò a ricordarsi senza lagrime Beatrice essere morta; e con più diritto giudizio dando alquanto il dolore luogo alla ragione, a conoscere li pianti e li sospiri, nè alcuna altra cosa potergli rendere la perduta donna; per la qual cosa con più pazienza si acconciò a sostenere l'aver perduto la sua presenza; nè guari di tempo passò, che dopo le lasciate lagrime, li sospiri (li quali erano già alla loro fine vicini) cominciarono in gran parte a partirsi senza tornare.

Egli era già sì per lo lagrimare e sì per l'afflizione che al cuore sentiva drento, e sì per lo non avere di sè alcuna cura di fuori, divenuto quasi una cosa salvatica a riguardare: magro, barbuto e quasi tutto trasformato da quello che avanti essere soleva; intantochè 'l suo aspetto, non che negli amici, ma eziandio in ciascun altro che 'l vedeva, a forza di sè metteva compassione; comechè egli poco, mentre questa vita così lagrimosa durò, ad altri che ad amici veder si lasciasse. Questa compassione e dubitanza di peggio faceva li suoi parenti stare attenti alli suoi conforti; li quali, come alquanto videro le lagrime cessate e conobbero li cocenti sospiri alquanto dare sosta alio affaticato petto, colle consolazioni lungamente perdute ricominciarono a racconsolare lo sconsolato; il quale, comechè insino a quell' ora avesse a tutti ostinatamente tenuto le orecchie chiuse, alquanto

le cominciò non solamente ad aprire, ma ad ascoltare volentieri ciò che intorno al suo conforto gli fusse detto. La quale cosa veggendo li suoi parenti, acciocchè del tutto non solamente de' dolori il traessino, ma il recassero in allegrezza, ragionarono insieme di volergli dar moglie, acciocchè come la perduta donna gli era stata di tristizia cagione, così di letizia gli fusse la nuovamenta acquistata. E trovata una giovane, quale alla sua condizione era dicevole, con quelle ragioni che più loro parvero induttive, la loro intenzione gli scoprirono. Ed acciocchè io particularmente non tocchi ciascuna cosa, dopo lunga tenzone, senza mettere guari di tempo in mezzo, al ragionamento seguì l'effetto; e fu sposato.

Oh menti cieche, oh tenebrosi intelletti, oh argomenti vani di molti mortali! Quante sono le riuscite in assai cose contrarie a' vostri avvisi, e non senza ragione le più volte! Chi sarebbe colui che dal dolce aiere d'Italia per soperchio caldo menasse alcuno nelle cocenti arene di Libia a rinfrescarsi? o dall' isola di Cipri per riscaldarsi nelle eterne ombre de' monti Rodopei? Qual medico s'ingegnerà di cacciare l'acuta febbre col fuoco, o'l freddo delle midolla dell' ossa col ghiaccio o colla neve? Certo niuno altro se non colui, il quale con nuova moglie crederà le amorose tribulazioni mitigare. Non conoscono quelli che ciò credono fare, la natura di amore, nè quanto ogni altra passione aggiunga alla sua. In vano si porgono aiuti o consigli alle sue forze, s' egli ha ferma radice presa nel cuore di colui che ha lungamente amato. Così come ne' principii ogni piccio

la resistenza è giovevole, così nel processo le grandi sogliono essere spesse volte dannose. Ma è da ritornare al proposito, e conchiudere al presente che cose sieno le quali per sè possano le amorose fatiche far obbliare.

Che avrà fatto però chi per trarmi d' uno pensiero noioso mi metterà in mille maggiori e di più noia? Certo niun' altra cosa se non che per giunta del male che mi avrà fatto, mi farà desiderare di tornare in quello onde mi aveva tratto, il che assai spesso veggiamo addivenire a' più, lí quali o per uscire o per essere tratti da alcune fatiche, ciecamente o s' ammogliano o sono da altrui ammogliati; nè prima si veggono d' uno viluppo usciti, esser entrati in mille; che la pruova, senza potere pentendosi in dietro tornare, ne ha dato esperienza. Dierono li parenti e gli amici moglie a Dante perchè le lagrime cessassino di Beatrice; non so se per questo, comechè le lagrime passassino, anzi forse erano passate, se passò l'amorosa fiamma, che non lo credo; ma, conceduto che si spegnesse, nuove cose ed assai più faticose poterono sopravvenire. Egli, usato di vegghiare ne' santi studi, quante volte a grado gli era, cogl' imperadori, co' regi e con qualunque altri altissimi principi ragionava; disputava co' filosofi e co' piacevoli poeti si dilettava, e le altrui angosce ascoltando mitigava le sue. Ora, quanto alla nuova donna piace è con costoro; e quel tempo ch'ella vuole tolto da così celebre compagnia, gli conviene li femminili ragionamenti ascoltare; e quelli, se non vuol crescere la noia, contro al suo piacere non solamente acconsentire, ma loda

re. Egli, costumato, quante volte la vulgare turba gli rincrescea, di ritirarsi in alcuna solitaria parte e quivi speculando vedere quale spirito muova il cielo, onde venga la vita agli animali che sono in terra, quali sieno le cagioni delle cose; o premeditare alcune invenzioni peregrine, o alcune cose comporre, le quali appo li futuri facessino, lui morto, vivere per fama, ora non solamente dalle contemplazioni dolci è tolto quante volte voglia ne viene alla nuova donna, ma gli conviene essere accompagnato di compagnia male a così fatte cose disposta. Egli usato liberamente di ridere, di piangere, di cantare, o di sospirare secondochè le passioni dolci o amare il pungevano, ora o egli non osa o gli conviene non che delle maggiori cose, ma d'ogni piccolo sospiro rendere alla donna ragione, mostrando chi'l mosse, d'onde venne e dove andò; la letizia, cagione dello altrui amore, la tristizia essere del suo odio estimando.

Oh fatica inestimibile avere con così sospettoso animale a vivere, a conversare, ed ultimamente ad invecchiare e a morire! Io voglio lasciare stare la sollecitudine nuova e gravissima, la quale si conviene avere a non usati pensieri, e massimamente nella nostra città; cioè onde vengano i vestimcnti, gli ornamenti e le camere piene di superflue dilicatezze (le quali le donne si fanno a credere essere al ben vivere opportune), onde vengano li servi, le serve, le nutrici, le cameriere; onde vengano i conviti, i doni e i presenti che far si convengano a' parenti delle novelle spose, a quelli che vogliano che esse credano da loro essere ama

e

te; e appresso a queste, altre cose assai prima non conosciute da' liberi uomini, e venire a cose che fuggire non si possono. Chi dubita che della sua donna, se fia bella o non bella, non caggia il giudicio nel vulgo? e se bella fia reputata, chi dubita ch'essa subitamente non abbia molti amadori, de' quali alcuno colla sua bellezza, altri colla sua nobiltà, e tale con maravigliose lusinghe, chi con doni, e quale con piacevolezza infestissi – mamente combatta il non istabile animo? Quello che molti desiderano malagevolmente da uno si difende ed alla pudicizia delle donne non bisogna d'essere presa più che una volta a fare sè in infamia e i mariti dolorosi in perpetuo addivenire. Se per isciagura di chi a casa la si mena fia sozza, assai aperto veggiamo le bellissime spesse volte e tosto rincrescere; che dunque delle altre pensare possiamo se non che non esse, ma ancora ogni luogo nel quale esse credano essere trovate da coloro, a' quali sempre le conviene aver presso, pervenire in odio? Onde le loro ire; nè alcuna fiera è più nè tanto crudele quanto la femmina adirata; nè può vivere sicuro di sè chi sè commette ad alcuna, alla quale paia con ragione essere corrucciata; chè pare

a tutte.

Che dirò de' loro costumi? Se io vorrò mostrare come e quanto essi sieno tutti contrari alla pace e al riposo degli uomini, io entrerò in troppo lungo sermone, e però uno solo, quasi a tutti generale basti averne detto. Esse immaginano 'l bene operare, ogni minimo servo nella casa ritenere e'l contrario il farli cacciare; perchè estimano, se bene fanno, non altra sorte essere la loro che di un

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