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cosa quanto in questo adopera, tanto veramente orrida voce si può dire avere. Per la quale cosa, e per le altre di sopra toccate, assai appare, colui che fu vivendo pastore, dopo la morte essere divenuto pavone, siccome credere si puote essere stato per divina inspirazione nel sonno mostrato alla cara madre.

Questa esposizione del sogno della madre del nostro poeta conosco essere assai superficialmente per me fatta; e questo per più cagioni. Primieramente, perchè forse la sufficienza che a tanta cosa si richiederebbe, non ci era; appresso, posto che stata ci fusse, la principale intenzione no l patia; ultimamente, quando e la sufficienza ci fusse stata e la materia l'avesse patito, era ben fatto da me non essere più detto che detto si sia, acciocchè ad altrui, più di me sufficiente e più vago, alcuno luogo si lasciasse di dire. E però quello ch'è per me detto, quanto a me dee convenevolmente bastare, e quello che manca, rimanga nella sollecitudine di chi segue.

La mia piccioletta barca è pervenuta al porto, al quale ella dirizzò la prora partendosi dall' opposito lito; e comeche il pileggio sia stato picciolo, e 'l mare, il quale ella ha solcato, basso e tranquillo, nondimeno di ciò che senza impedimento nessuno è venuta, ne sono da rendere grazie a colui che felice vento ha prestato alle sue vele. Al quale con quella umiltà, con quella divozione, con quella affezione che io posso maggiore, non quelle, nè così grandi come elle si convenieno, ma quelle che io posso, rendo, benedicendo in eterno il suo nome e il suo valore.

NOTA alla pag. 75.

Tra le mutazioni introdotte nella Vita di Dante, attribuita al Boccacci ed impressa per la prima volta in Milano nell' anno 1809, la più importante si è forse quella in cui viene spiegato il Sogno avuto dalla madre del poeta. Questa spiegazione, diversificando in molta parte da' testi impressi e da' Codici per me collazionati, non sarà discaro di trovarla qui fedelmente trascritta come segue:

La madre del nostro poeta essendo gravida di quella gravidezza, della quale esso poi al debito tempo nacque, dormendo le parve nel sonno vedere sè essere appiè d'uno altissimo alloro a lato a una chiara fontana, e quivi partorire un figliuolo, il quale le parea il più pascersi delle bacche che dello alloro cadeano, e bere desiderosa. mente dell'acqua di quella fontana; e da questo cibo nodrito, le parea che in picciol tempo crescesse e divenisse pastore, e nella vista grandissima vaghezza mostrasse d'aver delle frondi di quello alloro, le cui bacche l' avevan nutricato; e sforzandosi d'aver di quelle avanti che ad esse giunto fosse, le parea ch' egli cadesse; ed aspettando ella di vederlo levare, non lui, ma in luogo di lui le parea vedere un bellissimo paone esser levato: dalla qual maraviglia la gentil donna commossa, senza più avanti vedere, ruppe il dolce sonno. Nè tenne quello, che veduto avea, nascoso, comechè niun fosse che quello per quel comprendesse che seguire ne dovea. Il che, poichè avvenuto è, più leggermente conoscer si puote, siccome io appresso mi credo mostrare.

Opinione è degli astrolaghi e di molti filosofi naturali, per la virtù ed influenza de' corpi superiori, gl' inferiori, quali che essi si sieno, e producersi e nutricarsi; e ciascuno, secondo la qualità della virtù infusa, essere più utile ad alcuna o alcune cose, che altrimente dell' altre; il che assai appare negli uomini, se le loro attitudini guarderemo. Perciò che noi tra molti ne vedremo alcuno che senza dottrina, senza maestro, senza alcuna dimostrazione, sospinto solamente da uno istinto naturale, divenire ottimo cantatore; e se quanti fabbri furon mai gli fosser d'intorno, non gli potrebbono insegnare tenere un martello in mano, non che formare una spada; e se è pure costretto, e per molta consuetudine dell' arte fabbrile alcuna cosa apparasse o facesse, come in suo arbitrio sarà, al natural suo intento, cioè al canto si tornerà, se da sè, già per la forza della sua libertà, non lasciasse il canto e al martel si attenesse. Così alcuno altro nascerà a disegnare e ad intagliare sì disposto, che ogni piccola dimostrazione il farà in ciò in brevissimo tempo sommo maestro, dove in qualunque altra leggiere arte fia durissima cosa ad introdurlo. Che dirò della varietà delle singolari disposizioni degli uomini, se non quello che il nostro poeta medesimo ne dice:

Un ci nasce Solone et altro Serse;
Altri Melchisedech et altri quello
Che, volando per l'aere, il figlio perse.

Appare adunque varie costellazioni a varicose disporre gl' ingegni degli uomini; e per ciò consi

derato chi fu Dante, e quale la sua principale affezione, assai bene si conoscerà, il cielo nella sua natività esser disposto a dover producere un poeta. E per ciò che lo alloro è quello albero, le cui fronde testimoniano nella coronazione la facoltà del poeta; meritamente dir possiamo, lo alloro dalla donna veduto significare la disposizione del cielo nella natività futura di Dante, e la precipua affezione e studio di colui che nascer dovea, siccome chiaramente n' ha dimostrato quello che appresso la natività di Dante è seguito. L' essersi colui, che nato era, delle bacche che dello alloro cadevan nutrito, assai chiaramente dimostra quali doveano essere gli studi di Dante; perciò che siccome il corpo si nutrica e cresce del cibo, così gl'ingegni degli uomini si nutricano ed aumentano degli stu di; e le bacche, che i frutti sono dello alloro, non vogliono altro significare che i frutti della poesia nati, li quali sono i libri da' poeti composti, e da’ quali Dante senza dubbio ha nutrito ed aumentato il suo ingegno.

Il chiarissimo fonte, del quale pareva alla donna che il suo figliuolo bevesse, niuna altra cosa credo che voglia significare, se non il copioso e abbondantissimo seno della filosofia, del quale ciò che comporre si vuole è di necessità che si prenda; e siccome il poto è ordinatore e disponitore nello stomaco del cibo preso, così la filosofia, d'ogni cosa buona maestra verissima, colla sua dottrina è ottima componitrice d' ogni cosa a debito fine; nelle cui scuole, acciò che sè e le sue invenzioni ordinar sapesse ed intender compiutamente l' altrui, il nostro poeta bevve più tempo digestivo e salutevole beveraggio.

Appresso il parere pastor divenuto, la sublimità del suo ingegno ne mostra, per la quale in brieve tempo divenne tanto e tale che non solamente bastevole fu a governar sè, ma eziandio a mostrare agli altri ingegni la sua dottrina. Sono, a mio giudizio, di pastori due maniere, corporali e spirituali. Li corporali similemente sono di due qualità, l'una delle quali sono quelli che per le selve e per gli prati le pecore, gli buoi e gli altri armenti pascendo menano; l'altra sono gl'imperadori, i re, i padri delle famiglie, li quali con giustizia e pace hanno a conservare i popoli a lor commessi e a trovare onde vengano nei tempi opportuni i cibi a' sudditi ed a' figliuoli. Gli spirituali pastori similemente dire si possono di due maniere, delle quali è l'una quella di coloro, li quali pascono l'anime de' viventi di cibo spirituale, cioè della parola di Dio; e questi sono i prelati, i predicatori e i sacerdoti, nella cui custodia sono commesse le anime labili di qualunque sotto il governo a ciascuno ordinato dimora. L'altra è quella di coloro, li quali in alcuna scienza ammaestrati prima, poi ammaestrano altrui leggendo o componendo; e di questa maniera di pastori vide la madre il suo figliuolo divenuto.

Lo sforzarsi ad aver delle fronde, assai manife. sto ne mostra essere il desiderio della laureazione, perciò che ogni fatica aspetta premio, e il premio dello avere alcuna cosa poetica composta è l'onore che per la corona dello alloro si riceve. Ma seguita, che cadere il vide quando pur a ciò si sforza va; il quale cadere niuna altra cosa fu, non quel cadimento che tanti facciamo senza levarci,

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