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RIVISTA

FILOSOFICA

in continuazione

della RIVISTA ITALIANA DI FILOSOFIA fondata da L. FERRI

DIRETTORE: Senatore CARLO CANTONI
Prof. nell' Università di Pavia.

Segretario di redazione: Dott. E. JUVALTA
Prof. nel Liceo di Pavia.

PAVIA

PREMIATA TIPOGRAFIA FRATELLI FUSI

Corso Vittorio Emanuele, 106.

1899

6-16-25

12067

(1)

AI LETTORI DELLA RIVISTA FILOSOFICA (

La Rivista, di cui assumo la direzione, è la continuazione della Rivista Italiana di Filosofia, fondata e diretta. da LUIGI FERRI, la quale alla sua volta era succeduta alla Filosofia delle scuole italiane, organo fedele del pensiero di Terenzio Mamiani che l' aveva fondata e la

diresse fino alla morte sua. È una gloriosa tradizione che si doveva conservare; ed io, discepolo di ambedue, sarò lieto di poterla continuare con quelle modificazioni che dal progresso del tempo e della scienza sono richieste, augurandomi che l'opera mia e quella de' miei collaboratori possa, al pari della loro, giovare agli studii filosofici che nella coltura e nella vita del nostro paese non hanno quella parte che ad essi è dovuta e che i paesi più civili oggidì vengono ad essi sempre più attribuendo. E per vero, se in ogni tempo la filosofia è un elemento necessario della coltura e della vita nazionale, lo è tanto più ai nostri giorni, nei quali in ogni parte del sapere e della vita civile, politica e religiosa, sorgono gravissimi problemi che concernono non già alcuni particolari più o meno importanti dell' uno e dell'altra, ma gli stessi principii fondamentali. Ora, tali problemi richiedono necessariamente uno studio ed una discussione filosofica: per risolverli noi dobbiamo risalire a quei principii, farne la

(1) Ripubblichiamo con poche modificazioni il presente scritto già mandato in foglietto separato agli abbonati dell' antica Rivista.

critica esaminandoli in sè stessi e nei loro varii rapporti assegnando a ciascuno i suoi limiti e la sfera delle sue applicazioni e determinandone così il valore. Nè in questo studio dovrà essere dimenticata la parte storica: per quanto quei principii sorgano e si svolgano naturalmente nella coscienza degli uomini, essi però hanno la loro storia, essi sono stati interpretati e usati diversamente, e la cognizione delle trasformazioni subite da essi nel pensiero umano secondo le vicende del sapere, è un elemento necessario per determinare il significato che quei principii debbono avere nelle condizioni della scienza e della vita moderna.

Venendo all'indirizzo che noi intendiamo dare alla Rivista, ci è facile determinarlo nella parte storica. In questa noi cercheremo sopratutto l'imparzialità e l'obiettività, seguendo le norme del metodo critico. Gli è certo che specialmente nei nostri tempi lo studio della storia della filosofia è una delle condizioni necessarie per uno svolgimento sicuro e fecondo delle dottrine e dei sistemi; ma la storia ha i suoi diritti e non deve essere riguardata come res nullius, di cui altri possa servirsi a sostegno di certe idee, forzando o travisando i fatti. Questi debbono essere studiati fedelmente, intesi e rappresentati con scrupolosa coscienza nella loro realtà. Allora soltanto sarà lecito trarre dalla storia tutto l'aiuto possibile ad incremento od a sostegno delle dottrine filosofiche.

Quanto all'indirizzo dottrinale, se io dicessi ai lettori della Rivista che, conoscendo essi le mie idee sia nella · filosofia teoretica e sia nella pratica, non occorre che io qui le esponga per farlo loro conoscere, non darei un'idea giusta degli intenti che mi propongo. Io non intendo che la Rivista abbia un indirizzo individuale, ma

desidero che essa diventi organo in Italia di una larga corrente filosofica, di tutti coloro cioè che sono persuasi non potersi risolvere i problemi della scienza e della vita col naturalismo puro, e che d'altra parte respingono quell'idealismo dogmatico che si fonda sul pensiero astratto e pretende di svolgere le sue dottrine senza far la critica dei concetti e dei principii e senza tener conto dei risultati delle scienze particolari.

Quanto alla filosofia pratica noi non crediamo che essa possa fondarsi senza ammettere un fine assoluto ed il principio del dovere; ma non ci sgomenteremo, se alcune dottrine parranno condurre a risultati opposti: sappiamo che le dottrine profondamente pensate e inspirate da un sincero amore del vero riescono a confermare nello spirito umano quell'idealità che sembrano voler distruggere. Es. lo Spinoza.

Noi non ammetteremo però, tranne in alcuni casi e per iscopo puramente polemico, quegli scritti i quali, sotto la veste di un falso positivismo, pretendono, con dogmatica presunzione, di provare scientificamente che sono falsi ed illusorii quei principii che nella coscienza comune degli uomini e anche in quella della più parte dei filosofi stanno a fondamento della morale e della religione.

Da ciò si vede che, per quanto largo sia l'indirizzo che noi intendiamo dare alla nostra Rivista, non vogliamo che essa sia un magazzino, ove possano deporre il loro grano tutti quelli che si presentano.

Un'ultima dichiarazione importante vogliamo fare per giustificare la mutazione da noi introdotta nel nome della Rivista. Per dare un impulso più largo e più efficace agli studii filosofici propriamente detti noi crediamo che importi insistere sui molteplici rapporti che

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