Di cui parlava a me si dolcemente, 6 Che 'l cor ne trema sì, che fuori appare. 12 1 uccide; E non mi valse, ch' io ne fossi accorta, Che non mirasser tal, ch'io ne son morta.15 Tu non se' morta, ma se' sbigottita, Anima nostra, che sì ti lamenti, Dice uno spiritel d'amor gentile : 16 Che tu dirai: Amor, signor verace, Color che tua ragione 20 intendan bene, La presente canzone è la prima di quelle riportate da Dante e comentate nel suo Convito: laonde non può esservi il minimo dubbio sulla sua originalità.24 Cotanto l'Alighieri si compiacque di questa sua filosofica canzone, nella quale ci narrò l'origine del suo secondo amore, vale a dire dell'amore per la filosofia, che volle rammentarla nel Paradiso, canto VIII, v. 37. A maggiore intelligenza di essa potrà leggersi il trattato II del Convito. 1 Voi, che, intendendo, il terzo ciel movete, cioè, voi angeliche intelligenze, che movete in giro, guidate nella sua orbita, il terzo cielo, ch'è quello di Venere. Secondo le dottrine scolastiche, i nove cieli erano nel loro moto diretti da altrettanti angeli. 2 Il ciel ec. Intendi: il cielo, ch'è guidato in giro dalla vostra virtù, m'ha tratto nella condizione presente. 3 Come l'anima trista piange in lui, cioè, come la dolente anima mi piange nel core. 4 Intendi: E come un nuovo affetto intellettuale, che viene in me per mezzo de' raggi della vostra stella, ragiona contro di lei, cioè, contro della dolente anima mia. 5 Un soave pensier ec, vale a dire, il dilettoso pensiero di Beatrice, il quale mi portava a contemplare il regno de' beati, ove si trova in gloria quella mia prima donna. 6 I'men vo'gire, cioè, me ne voglio andare colà, ove se ne andava il soave pensiero, di cui ha parlato di sopra. Or apparisce chi lo fa fuggire. Intendi: Ora apparisce il pensiero del filosofico amore intellettuale, il quale fa fuggire il primo dilettoso pensiero dell' amor sensuale. 8 Questi mi face una donna guardare. Intendi: questo nuovo pensiero mi fa guardare una donna: e questa era la filosofia. 9 gli occhi d'esta donna, cioè, le dimostrazioni (come dichiara lo stesso Dante) d'essa filosofia. 10 S'egli non teme angoscia di sospiri, vale a dire, se non teme fatica di studio. 11 Questo pietoso, che m'ha consolata, vale a dire, quel primo pietoso ed umil pensiero, che avea consolato l'anima del Poeta, dolente per la perdita di Beatrice. 12 Qual' ora fu, che tal donna gli vide? cioè, qual momento fu mai quello per me, che gli occhi di tal donna incontrarono i miei? 13 E perchè non credeano a me di lei? cioè, e perchè non mi prestavano fede in ciò ch' io diceva di lei? Con queste parole (secondo che dice Dante stesso) riprende la disobbedienza degli occhi. 14 le mie pari, leggo con varii codici, fra i quali il palatino, invece di li miei pari, ch'è la lezione comune perchè è l'anima che parla: E là dov' e' dice le mie pari s'intende le anime libere dalle miserie, e vili dilettazioni, e dalli volgari costumi, d'in gegno e di memoria dotate. Nel Convito, tratt. II, cap. 16. 15 tal, cioè, Amore (ch'è quel colui nominato due versi sopra), ch' io ne son morta, da cui io vengo uccisa. 16 uno spiritel d'amor gentile, vale a dire un pensiero, un affetto, che nasce dallo studio della filosofia. 17 che tu senti, vale a dire, di cui provi in te la forza. 18 donna, domina, signora. 19 Ecco l'ancella tua; fa che ti piace, fa di me ciò che ti piace, perciocchè io (l'anima del Poeta) son divenuta tua ancella. 20 tua ragione, tuo ragionamento, tuo discorso. 21 faticosa e forte, cioè, oscura e difficile a intendersi. Così nel Convito, tratt. II, cap. 4: E questa scusa basti alla fortezza del mio argomento, cioè all'oscurità, come bene interpretò il Perticari. 22 Onde, se per ventura. Altri testi : Ma se per avventura. 23 diletta mia novella; parole d'affetto dirette dal Poeta alla canzone. Invece di Dicendo lor altri testi portano: E dichi lor. 24 Per provare l'originalità di questa e d' alcun' altra canzone, l' Arrivabene (pag. CCXX) ricorre all'autorità o del Petrarca, o del Tasso, o del Trissino ec. Ma a che serve qui l'autorità di questi scrittori, quando abbiamo quella di Dante medesimo? Non per quei componimenti, la cui legittimità era certissima, ma per quelli più particolarmente che erano dubbii ed incerti, dovea l' Arrivabene impiegar le sue indagini e la sua critica analisi. CANZONE XV. Amor, che nella mente mi ragiona Gran parte, perchè dirlo non saprei.3 Non vede 'l Sol, che tutto 'l mondo gira," E quella gente, che qui s' innamora, E gli occhi di color, dov' ella luce, Siccome face in angelo, che 'l vede: 14 13 E qual donna gentil questo non crede, Di costei si può dire : Gentile è in donna ciò che in lei si trova ; E puossi dir, che 'l suo aspetto giova 17 20 Che mostran de' piacer del Paradiso, Ch'è creatore d'ogni pensier buono ; Gl' innati vizii, che fanno altrui vile. Tu sai, che il ciel sempre è lucente e chiaro, 24 Ma li nostri occhi, per cagioni assai, E teme ancora sì, che mi par fero E quando puoi a lei ti rappresenta, È questa la seconda canzone del Convito, nella quale l'autore prende a dire le lodi della filosofia, da lui simbo |