Pur non sentisti mai mio duro tosco. Se del consiglio mio punto ti fidi, Che sforzar posso, egli è pur il migliore Fuggir vecchiezza, e' suoi molti fastidi. I' son disposta farti un tal onore, Qual altrui far non soglio, e che tu passi Pontefici, regnanti, e 'mperadori, U' son or le ricchezze ? u' son gli onori? Miser chi speme in cosa mortal pone! 65 ༡༠ 75 So 85 Ma chi non ve la pone? e, s' ei si trova Alla fine ingannato, è ben ragione.< O ciechi, il tanto affaticar che giova? Che non sian tutte vanità palesi, Chi 'ntende i vostri studj, sì mel dica. Che vale a soggiogar tanti paesi, E tributarie far le genti strane, Con gli animi al suo danno sempre accesi? Dopo l'imprese perigliose e vane, E col sangue acquistar terra e tesoro, Via più dolce si trova l' "I E'l vetro, e 'l legno, che le gemme e ין Ma, per non seguir più sì lungo tema, 90 95 Tempo è ch' io torni al mio primo lavoro. I' dico che giunt' era l' ora estrema Di quella breve vita gloriosa, E'l dubbio passo di che 'l mondo trema. Er' a vederla un' altra valorosa sciolta, Schiera di donne, non dal corpo Pur a veder e contemplar il fine Che far conviensi, e non più d' una volta. Tutte sue amiche, e tutte eran vicine; 105 110 Allor di quella bionda testa svelse Morte con la sua mano un aureo crine. Così del mondo il più bel fiore scelse,, Non già per odio, ma per dimostrarsi Più chiaramente nelle cose eccelse. Fur ivi, essendo quei begli occhi asciutti, Tacita e lieta, sola si sedea, Del suo bel viver già cogliendo i frutti. Diceano; e tal fu ben, ma non le valse 115 120 157125 Che già mi strinse, ed or, lasso! mi sciolse; Come fortuna va cangiando stile ! Nessun di servitù giammai si dolse, Nè di morte, quant' io di libertate, *130, 135 E della vita ch' altri non mi tolse. Debito al mondo, e debito all' etate Cacciar me innanzi, ch' era giunto in prima, Or qual fusse'l dolor, quì non si stima; (Le belle donne intorno al casto letto Triste diceano) omai di noi che fia? Chi vedrà mai in donna atto perfetto? Chi udirà 'l parlar di saper pieno, Ch' apparisse giammai con vista oscura, 140 145 150 155 Fin che Morte il suo assalto ebbe fornito. Poichè, deposto il pianto e la paura, Pur al bel viso era ciascuna intenta, Non come fiamma che per forza è spenta, 160 A guisa d' un soave e chiaro lume, Cui nutrimento a poco a poco manca, Tenendo al fin il suo usato costume. Pallida no; ma più che neve bianca, Che senza vento in un bel colle fiocchi, Parea posar, come persona stanca. Quasi un dolce dormir ne' suoi begli occhi, Sendo lo spirto già da lei diviso, Era quel che morir chiaman gli sciocchi. Morte bella parea nel suo bel viso. 165 170 |