Ed io madonna, assai fora gran frutto Di Questo d'ogni mia fe, pur ch' io 'l credessi, poca fede! or io, se nol sapessi, Se non fosse ben ver, perchè 'l direi ? Che lunge e presso col tuo dir m' acquisti ; Almen poi ch' io m' avvidi del tuo foco; * Ma l'un l' appalesò, l' altro l' ascose. Tu eri di mercè chiamar già roco, Quand' io tacea, perchè vergogna e tema Non è minor il duol, perch' altri 'l prema, Nè maggior per andarsi lamentando; Per fizion non cresce il ver nè scema. Ma non si ruppe almen ogni vel quando Sola i tuoi detti te presente accolsi, « Dir più non osa il nostro amor » cantando? Teco era 'l cor, a me gli occhi raccolsi; Di ciò, come d' iniqua parte, duolti, Se 'l meglio e 'l più ti diedi, e 'l men ti tolsi. Nè pensi che, perchè ti fosser tolti Ben mille volte, e più di mille e mille Sempre ver te, se nou ch' ebbi temenza Più ti vo' dir, per non lasciarti senza In tutte l'altre cose assai beata, In una sola a me stessa dispiacqui, Che 'n troppo umil terren mi trovai nata. Duolmi ancor veramente ch' io non nacqui Almen più presso al tuo fiorito nido; Ma assai fu bel paese ov' io ti piacqui. Che potea 'l cor, 21 del qual sol io mi fido, Volgersi altrove, a te essendo ignota; Ond' io fora men chiara e di men grido. Questo no, rispos' io, perchè la rota 150 155 160 165 170 Terza del ciel m' alzava a tanto amore, Ch' ancor mi segue; ma per tuo diletto Rimenar a' mortali il giorno e 'l sole, Dissi, m' ha fatto il parlar dolce e pio; Però saper vorrei, madonna, s' io Son per tardi seguirvi o se per tempo. Ella, già mossa, disse: al creder mio, Tu stara' in terra senza me gran tempo. 175 180 185 190 1 CAPITOLO PRIMO. ARGOMENTO. Vista della Fama seguita da vittorioso esercito di Romani, per ármi o altre virtù fatti immortali e gloriosi. Da poi che Morte trionfò nel volto Che di me stesso trionfar solea, E fu del nostro mondo il suo sol tolto, Partissi quella dispietata e rea, Pallida in vista, orribile, e superba, Che 'l lume di beltate spento avea; Quando mirando intorno su per l' erba, Vidi dall' altra parte giunger quella Che trae l'uom del sepolcro e 'n vita il serba. Qual in sul giorno l' amorosa stella Suol venir d'oriente innanzi al sole, Che s'accompagna volentier con ella, Cotal venia; ed io : di quali scole II. 5 10 15 13 Era d'intorno il ciel tanto sereno, Che, per tutto 'l desio ch' ardea nel core, Scolpito per le fronti era 'l valore Molti di quei che legar vidi Amore. Ma, qual più presso, a gran pena m' accorsi. Siccome in Campidoglio al tempo antico E leggeasi a ciascuno intorno al ciglio Il nome al mondo più di gloria amico. l'era intento al nobile bisbiglio, Al volto, agli atti, e di que' primi due E quei che volser a' nemici armati Duo padri da tre figli accompagnati; L'un giva innanzi, e duo ne venian dopo, 20 25 30 35 40 |