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E a pieno consentimento di quello che a me se ne pare, odasi quello che dice Dante nella canzone: donne, ch' avete intelletto d'Amore :

Angelo chiama in divino intelletto,

E dice: Siri, nel mondo si vede
Maraviglia nell' atto che procede
D'un anima che fin quassù risplende.

Lo cielo, che non ave altro difetto

Che d'aver lei, al suo signor la chiede,

E alcun santo ne grida mercede.

Ora debbo dire una parola al Tassoni il quale, credendosi da più delle fate, vuole trasformare il verbo gradire in passivo, giurando che significa qui esser gradito. E basterà, a trarlo d'errore, spiegargli dinanzi l' ordine regolare, che è: là dove sente altri gradir più la sua vista. Questo attivare, passivare, e neutrare gli enti, che fanno i gramatici a voglia loro, è una vera stregoneria, e però da punirsi negli avelli della città di Dite, ovvero più giù dove fassi petto delle spalle. L'una colonna ; l' uno dei due sostegni del viver mio. Altrove :

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L'altra; colonna del viver mio. È 'l suo chiaro nome ec. Il nome di Laura, fatto glorioso per le virtù di lei, e pei nobilissimi suoi versi, e gli germoglia continuo nel cuore, è l' altro sostegno del viver suo, perciocchè oltre la dolcezza di che gli empie il cuore dov' è impresso, gli è grande stimolo e conforto a virtuose opere, a gloria, a beatitudine eterna. La mia' speranza viva; il vivo oggetto della speranza mia. Allor ch' ella fioriva; in sul verde degli anni suoi. Adunque mentre si conforta, e s'allieta la mente afflitta, di quelle gioconde immagini,

lo sorprende improvviso l' idea terribile, che morta è colei ch' era fonte di sua speranza e di sua vita. Allora, scorgendo la vanità di quelle immagini, infinito cordoglio l' assalisce, e sì lo consuma il dolore, che al grido che sente dentro di morte, quasi morto si rimane. E perchè non è lingua che possa ridir quello che diventa, e' dice: sa bene Amor qual io diSpero; suppl. che. Vedal; lo veda. Dante, Vita

vento.

Nuova:

Ma qual ch' io sia, la mia donna sel vede,
Ed io ne spero ancor da lei mercede,

Ch'è or si presso al vero. Nel divin volto, a cui, dice Dante, tutti li tempi son presenti, leggono i beati quanto fu, è, sarà. Vedi, Parad. VIII, dal verso 88 al 93.

ST. 6. Donne, ec. Volge il parlare alle gentili donne che conobbero Laura, e furono ammiratrici della sua gran bellezza e virtù; e a quelle singolarmente, le quali hanno intelletto d'amore; che nelle altre non si potendo accendere quell' amorosa fiamma, non accolgono nè cortesia nè pietà. E a gloria del più nobile e virtuoso sesso, ch' è veramente il feminile, promotore d'ogni bel desio che s' accende in gentil cuore, odi le autorevoli parole del gran savio, di Dante in somma dico che qual donna gentile non crede quel ch' io dico, che vada con lei, e miri li suoi atti. Non dico quale uomo, perchè più onestamente per le donne si prende esperienza, che per l'uomo.-Beltate, v. poet. beltà. El' angelica vita; e la vita di santi e castissimi costumi adornata. In terra; non si potendo se non in cielo vedere. E però Dante, Vita Nuova :

Dice di lei Amor : cosa mortale
Come esser può si adorna e sì pura?
Poi la riguarda, e fra se stesso giura
Che Dio n'intende di far cosa nova.

Vincavi pietate. Dante, Vita Nuova :

Peccato fa chi allora mi vede,

Se l'alma sbigottita non conforta,

Sol dimostrando che di me gli doglia.

E me ; e me solo fra' vivi. E però giudico mal fatto scrivere m' ha, come porta alcun testo, con guasto inaudito. S' altri mi serra ec. Il pronome altri riferisce la cagione ond' aspetta il suo fine, cioè la naturale sua morte; e vuol dire e se tarda, come fa, sì lungo tempo il mio fine; ossia, e poichè tarda ec., quello che mi parla dentro Amore è cagione ch' io non tronchi con deliberata morte questa noiosa mia vita; ma così dentro mi ragiona Amore.

ST. 72. Pon freno al gran dolor ec. Seneca frena dolorem. ·Soverchie; eccedenti i termini dalla ragione prescritti. Ove 'l tuo core aspira; come a termine di doppia felicità; e però seguita dov'è viva colei, ec. È viva. Vedi Dante, Parad. XXIII., 133 e seg. E, a conoscere la disformità di questo vivere da quello, Purg. XXXIII: del viver ch'è un correre alla morte.· Altrui par morta; a chi non mira con altr' occhio che quello che nulla vede, quando disanimato il corpo giace. - E di sue belle spoglie ec.; e gode delle belle spoglie onde s'è arricchita trionfando del mondo, dell' inferno, e di se. Vedi Dante, Purgatorio XXIV., 13, e seg. E sol di te sospira; e sospira solo per la compagnia di te. Nel gran sonetto, Levommi il mio pensier ec., gli disse: te solo aspetto, ec. E sua fama ec. Ordina: ed ella prega te, affinchè la sua fama, che spira ancora in molte parti, non s'estingua. Vuol dire : e prega che quella fama che lasciò di se, e vive ancora nella memoria di molti, si faccia nei tuoi versi tale che spiri eterna con loro. E nota bene la parola modificante ancor, per la quale dimostra che, se non la fa egli co' suoi canti immortale, svanirà col tempo dalla memoria della gente. Ha detto spira, in luogo di vive, per essere, come in mille luoghi

dice Dante, argomento di vita lo spírare. Però, Inf. XXVIII : tu che, spirando, vai veggendo i morti. Il Castelvetro spiega: priega che la lingua tua non estingua ec.; ma certo s' inganna; poichè la cagione che poteva solo produrre quello effetto, era il tempo, che mal siegue la memoria. Anzi la voce ec. Anzi, particella oppositiva e accrescitiva. La voce ec.; anzi ella prega che tu rischiari la voce al suo nome; vale a dire, che tu, celebrando le sue virtù, faccia più splendida e durevole la luce del suo nome glorioso. Se gli occhi suoi ec.: ella ti prega di ciò, se è vero che gli occhi suoi ti furono e dolci e cari. Della particella nè, in significato di e, s'è detto altrove.

CHIUSA. Il sereno e 'l verde; accenna per questi accidenti iluoghi suadenti a letizia; e siccome somiglia questa sua canzone a vedova in brune spoglie a segno dell'interna doglia, l'avvertisce che cerchi luoghi e gente al suo dolente stato conformi. La canzone di Dante, Gli occhi dolenti per pietà del core, che leggesi nella Vita Nuova, cosi chiude :

Pietosa mia canzone, or va piangendo,

E ritrova le donne e le donzelle,

A cui le tue sorelle

Erano usate di portar letizia.

E tu, che sei figliuola di tristizia,

Vattene sconsolata a star con elle, ec.

SONETTO II.

Q. 1a. Rotta è l'alta Colonna; figura in quella, siccome nel sonetto che comincia, Gloriosa Colonna ec., il suosignore e amico, che morte gl' involò quasi a un tempo con Laura. L'aggiunto alta qualifica quel personaggio per riguardo all' altezza del merito, e della nobiltà del sangue. E 'l verde lauro; adombra in questo la donna sua, spenta in sul verde degli

anni suoi. Che facean ombra ec. Il pensare di si care e onorate persone eragli di dolce conforto all' affannata mente. Ma si biasima dal Castelvetro, e gli fa bordone il Muratori, quell'attribuire il far ombra alla colonna, il che parmi una soverchia rigidezza, tanto più che il figurato senso fa perfetto l'accordo. Dal Borea; dal settentrione, onde Borea spira. All'Austro; al mezzodi. Dal mar indo; dall'indico mare onde nasce il sole; e però dall' oriente. Al mauro; alla Mauritania; all' occidente.

Q. 2a. Tesauro; tesoro. Fea; facea; faceva. Viver lieto e gire altero; si riferisce a doppio tesauro; e perciò all' uno e all' altro individuo insieme.

T. 13. Ma se ec. Ordina: ma se

è vero, com'è verissimo, che il mio doppio tesauro siami involato per volontà di destino, che posso io far più, se non ec.; sustituisco volontà a consentimento, perchè chi consente, vuole. Notisi se no per se non.— Il viso chino. Dante, Vita Nuova, d'Amore :

E sospirando pensoso venia,

Per non veder la gente, a capo chino.

T. 2a. In vista; in apparenza. Com' perde ec. Dante, Purgatorio XI: com' poco il verde in su la cima dura, parlando della poca durata della mortale gloria. In un mattino; perchè dice in molti anni ec. Adunque così esclama sospirando, in vista del perdersi in un'ora quanto in tanti anni di stento, per natura, per arte, e per ingegno s' acquista.

CANZONE II.

ST. 1a. Amor se vuoi (Mars. Tas. Mur. se vuo') ec. Ho sempre creduto, e credo ora più che mai, che suggerì la presente canzone al Petrarca quello che, in fine della Vita Nuova racconta essergli avvenuto Dante, quando fu lì lì per esser tra

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