SONETTO XIX. ARGOMENTO. Come si conforti della morte dell' amico Sennuccio, nel pensiero di sua presente felicità. SENNUCCIO mio, benchè doglioso e solo Alteramente se' levato a volo. Or vedi insieme l' uno e l' altro polo, Guitton saluti, e messer Cino, e Dante, Alla mia donna puoi ben dire in quante SONETTO XX. ARGOMENTO. È continuo il suo piangere e sospirare da che Laura si morì; e ogni sasso, ogni fronda, ogni erba di quel luogo sa la penosa sua vita. I' ho pien di sospir quest' aer tutto, gita al cielo, ed hammi a tal condutto Col subito partir, che di lontano Gli occhi miei stanchi lei cercando in vano, Non è sterpo, nè sasso in questi monti, Stilla d'acqua non vien di queste fonti, SONETTO XXI. ARGOMENTO. Benedetta quell' anima celeste, che seppe con sì bell' arte spegnere in lui ogni disonesto desio, facendo se di gloria eterna, e lui di fama immortale. L'ALMA mia fiamma oltra le belle bella, Or comincio a svegliarmi, e veggio ch' ella Lei ne ringrazio, e 'l suo alto consiglio, O leggiadre arti e lor effetti degni! L'un con la lingua oprar, l' altra col ciglio, Io gloria in lei, ed ella in me virtute. SONETTO XXII. ARGOMENTO. Benedetta ancora colei che seppe invogliarlo a gloria e a virtù, sceverandolo dalla vulgare schiera. COME va 'l mondo! or mi diletta e piace 0 E breve guerra per eterna pace. speranza, o desir sempre fallace! E degli amanti più, ben per un cento; Ma 'l cieco Amor e la mia sorda mente Benedetta colei ch' a miglior riva Volse 'l mio corso, e l' empia voglia ardente SONETTO XXIII. ARGOMENTO. Come alla vista della nascente aurora gli rinnovelli amore il desiderio di Laura. QUAND' io veggio dal ciel scender l' Aurora O felice Titon! tu sai ben l' ora Da ricovrare il tuo caro tesoro ; Ma io che debbo far del dolce alloro, Che, se'l vo' riveder, conven ch' io mora? I vostri dipartir non son sì duri; Ch' almen di notte suol tornar colei Che non ha a schifo le tue bianche chiome. Le mie notti fa triste e i giorni oscuri |